Dimenticate i presepi tradizionali, con bue ed asinello a scaldare il Bambin Gesù e i Re Magi in fila con i doni: la composizione artistica di Andrea Amaducci non ha nulla a che vedere con esso e trae forse maggiore ispirazione dai presepi napoletani, con i personaggi famosi che si sono resi protagonisti durante l’anno. Qui però di pastori e pecore tradizionali non se ne vedono proprio: maiali, mutanti, carri armati, tritoni, grattacieli, spacciatori e artisti hanno invaso la scena tra arbusti e sassi disposti a caso sulla tavolata. Un presepe trash e divertente, genuino, che mostra il culo a tutti e non il capo chino.

Siamo a Ferrara, impossibile non riconoscere due grandi monumenti locali che dominano la scena allestita dall’artista nello scantinato di casa: il Palazzo degli Specchi – circondato dalle truppe leghiste capitanate da Nicola Lodi – e il petrolchimico, da cui provengono strani esseri, mezzi uomini mezzi animali, dall’incedere incerto.

La provocazione è totale e a 360 gradi: Andrea Amaducci si fa sberleffi in pochi metri di politici locali, associazioni e alcuni personaggi in vista della città. Pensavo che nessuno potesse ambire a comparire con la propria statuina per essere preso di mira dall’ironia tagliente e intelligente di quest’opera ma alcune star locali dei social (sic!) hanno già inviato la propria egocentrica e ironica richiesta di un proprio spazio: li si nota di più se ci sono o non ci sono?

L’idea di Amaducci nasce un mese e mezzo fa all’incirca, il primo lavoro artistico “fatto insieme a mia moglie Maria”, ci racconta entusiasta, dimenticando forse il figlio ancora piccolo, oppure volutamente considerandolo fuori gioco per distacco. Il presepe è interamente artigianale, i personaggi hanno le solite teste di alieno o sono il frutto di assemblage originali tra statuine di vecchi presepi e bambolotti. Le scelte di cosa includere è stata ben ponderata, contiene attacchi più o meno velati e qualche sassolino nella scarpa da togliere. Farsi raccontare da lui chi sono i vari personaggi è una riflessione giocosa e al contempo amara sulle dinamiche che governano la città in tempi recenti.

Inutile dire che Ferrara ha bisogno del genio del giullare Amaducci e tutti noi derisi o celebrati dalle sue parole abbiamo bisogno di queste provocazioni anche più spesso di quanto non accada oggi. Se l’artista non aspira alla carica di guida politica di una città quantomeno potrebbe essere valido consigliere per chi occupa le poltrone che contano, per raccontare senza peli sulla lingua gli umori della gente, i bisogni primari e la fatica di portare avanti progetti in una città che è fatta spesso di promesse, cricche, consuetudini logore.

Il presepe è visitabile ogni fine settimana dalle 18 alle 20, in via Capo delle Volte 56, fino all’8 gennaio prossimo. Curiosi di capire chi è presente? Ecco una gallery esaustiva di foto dell’opera, che raccomando però di vedere con l’autore per sentirne il racconto.

Foto di Giacomo Brini

1 Commento

  1. Filippo Landini scrive:

    Complimenti:
    ad Andrea che ha creato un set ricco di suggestioni ed espandile ad infinitum…
    a Giacomo che ha scattato foto magistrali…
    e ad Eugenio che puntualmente sottolinea “Se l’artista non aspira alla carica di guida politica di una città quantomeno potrebbe essere valido consigliere per chi occupa le poltrone che contano…”

    A quando l’uomo di paskua?

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