Quaranta ore dedicate all’Orlando Furioso, più di 800 partecipanti: si comincia la mattina di venerdì 2 dicembre e si finisce la sera di sabato 3. L’iniziativa, che si terrà nel Salone d’Onore della Pinacoteca Nazionale, non è una forma particolarmente lenta e faticosa di psicoterapia di gruppo. Si chiama Maratona Orlando ed è un evento più unico che raro, da non perdere perché chissà se e chissà quando mai ricapiterà: è la lettura integrale del poema epico dell’Ariosto, organizzata a Ferrara per celebrare i cinquecento anni dalla sua prima edizione, curata dal teatro Ferrara Off assieme alla Fondazione Ferrara Arte. Per saperne qualcosa di più Listone Mag ha intervistato i suoi curatori, il regista Giulio Costa e l’attore Marco Sgarbi.

Da dove nasce l’idea di organizzare la maratona?

Volevamo proporre dei contenuti legati alla mostra allestita a Palazzo Diamanti, che arricchissero la sua comprensione, come già avevamo fatto con le letture organizzate in occasione di “La Barcellona di Picasso e Gaudì” e della retrospettiva su De Chirico. Ma “Orlando 500 anni” non è una mostra dedicata a un pittore, è un ragionamento sull’epoca che ha prodotto un testo. L’idea della lettura integrale è venuta a Maria Luisa Pacelli, direttrice delle Gallerie di arte moderna e contemporanea, ci siamo trovati subito d’accordo. Ci è sembrato il modo migliore per omaggiare il poema, rispetto alla presentazione di semplici stralci. Tutti conoscono il Furioso, è vero, ma più per il nome che per la sua lettura.

Ma voi l’avete letto tutto l’Orlando?

Lo conoscevamo a stralci e adesso lo stiamo leggendo per intero, l’occasione della maratona è servita da sprone anche per noi.

L’obiettivo di quest’iniziativa qual è?

L’obiettivo è ricondurre l’opera alla sua natura, ovvero avvicinarla al pubblico. E allo stesso tempo favorire la crescita di un sentimento comunitario, fare in modo che la collettività capisca la responsabilità che ha nel conservare e trasmettere i contenuti culturali che le appartengono, far partecipare la città alla trasmissione orale del testo. Per Ferrara Off è interessante che questo evento arrivi cronologicamente dopo la conclusione della “Biblioteca itinerante di letteratura”, la rassegna che abbiamo curato nei mesi estivi per far scoprire e riscoprire la figura di Giorgio Bassani editore. È stato un percorso lungo e intenso, con letture ad alta voce allestite nei luoghi di ritrovo più disparati. Abbiamo cercato di portare i testi incontro alla città. Ora con la maratona ci sembra che il processo innescato sia opposto, di restituzione: è la città a rendersi portavoce e ci piace che l’assimilazione dell’opera non sia dottrinale ma informale, in un evento pensato per essere veramente aperto a tutti.

Quanti sono gli iscritti? E chi sono?

I singoli sono circa 330, poi ci sono 18 classi di studenti ferraresi e 5 classi provenienti da altre città, da Roma a Faenza. I professori hanno insistito molto per partecipare, l’adesione delle scuole è stata importante e ci fa piacere che l’evento sia connotato da così tanti giovani. Dato il grande interesse riscontrato abbiamo dovuto chiudere le iscrizioni abbastanza presto e ci sono rimaste 8 classi in attesa. In totale le persone coinvolte sono più di 800. La distribuzione dei canti e dei rispettivi orari di lettura ha cercato di tenere conto delle esigenze di ciascuno, singoli e classi. Venerdì mattina ad esempio si comincerà con le scuole, abbiamo lasciato ai lavoratori le fasce serali e parte della notte. Tra i singoli arriveranno persone da tutta Italia, dal Piemonte alla Puglia, da Belluno a Palermo, passando per Treviso, Forlì, Firenze. Si sono iscritti anche diversi abitanti ferraresi di origine pakistana e bengalese. Restando su Ferrara abbiamo cercato di coinvolgere varie tipologie di lavoratori, facendo girare la voce attraverso le associazioni di categoria. Per la notturna, ad esempio, abbiamo chiesto ai panettieri. Ci piace l’idea che anche chi è impegnato in orari particolari possa passare, prima o dopo il lavoro, a portare il proprio contributo.

Ospiti speciali?

Stiamo aspettando la conferma da parte dei giocatori della Spal, che dipende dal calendario delle partite. Oltre agli sportivi ferraresi abbiamo ovviamente invitato l’amministrazione, le associazioni e le varie realtà attive a livello locale. Ci piacerebbe partecipasse Jovanotti, che dopo l’articolo apparso sul Venerdì di Repubblica, dove esaltava l’Orlando che aveva scoperto recentemente, è venuto anche a vedere l’allestimento. Speriamo anche in Daria Bignardi, che abbiamo invitato.

Voi leggerete qualcosa?

Assolutamente no, cureremo solo la logistica. Il protagonista è il pubblico.

Prima di curare questo evento che rapporto avevate con l’Ariosto? E come è cambiato nel momento in cui avete deciso di dedicarvi alla maratona?

Purtroppo un rapporto scolastico e bisogna dire che a scuola l’Ariosto lo si attraversa e basta, e poi dopo la scuola viene dato per scontato. Spesso non si comprende il lavoro che l’Ariosto ha fatto per questa città, il movimento culturale che la sua presenza ha creato, sostenuto dalla volontà degli Estensi. Tra gli elementi più affascinanti dell’Orlando c’è questo: la reinvenzione estremamente libera della tradizione, reinvenzione che ha compreso l’inserto di elementi molto concreti, legati alla realtà che l’autore viveva nel suo quotidiano, come appunto il rapporto con la famiglia estense. Quegli stessi elementi si possono incontrare anche oggi passeggiando per le strade del centro, una certa disposizione spaziale e urbanistica capace di evocare qualcos’altro, un mondo diverso. Succede camminando verso il piazzale della Certosa, oppure nei luoghi di Biagio Rossetti. Si scoprono dei mondi dentro a un altro mondo. E non bisognerebbe dimenticare o ignorare il fatto che l’edificazione di questi posti ha conciso temporalmente con la redazione dell’Orlando.  Il rapporto esiste, non è casuale. Ecco, approfondire il lavoro di Ariosto ha rafforzato sicuramente l’impressione di abitare in una città apparentemente innocua, che conserva sottopelle la capacità di generare grandi fantasie. Girando tra le sue strade e le sue piazze si percepisce l’esistenza di qualcosa che travalica ciò che appunto si riesce a percepire.

In che modo la maratona e le varie iniziative organizzate quest’anno possono contribuire a cambiare l’approccio scolastico tradizionale?

Ogni iniziativa organizzata con le scuole rappresenta un passo in più verso la comprensione dell’opera. Le classi ferraresi coinvolte nella maratona si stanno preparando in modo molto approfondito. Ad ognuna è stato assegnato un canto, che verrà studiato nelle settimane precedenti la maratona assieme agli insegnanti. Inoltre gli studenti hanno già cominciato a partecipare a dei laboratori condotti dall’attrice Diana Höbel – la stessa che è salita palco di Ferrara Off con “Molly Bloom”, il monologo finale dell’Ulisse di Joyce – e dal regista Michele Collina. I laboratori servono a focalizzare la loro attenzione sul senso profondo che ha stare di fronte a un pubblico per trasmettere un contenuto, oltre che sulle tecniche per rendere la comunicazione efficace. Oltre alle scuole speriamo molto nel coinvolgimento dei singoli ragazzi, per questo abbiamo aperto una call rivolta agli under30, in collaborazione con la tessera regionale youngERcard: cerchiamo “giovani amici del Furioso” che abbiano voglia di aiutarci a gestire la maratona.

Gli interessati, i curiosi, i convinti sostenitori dell’Orlando che vogliono proporre la propria candidatura per far parte dell’organizzazione possono iscriversi attraverso questo form: http://www.ferraraoff.it/maratona-orlando/

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