Qualche giorno fa, ci siamo accomodati al tavolo di un caffè nel centro storico di Ferrara. Ad aspettarci, con una tazza fumante tra le mani, c’era Agnese Di Martino.

Agnese è la coordinatrice, dal 2007, di un progetto un po’ speciale. Si tratta della rassegna La Società a Teatro (LST), nata grazie all’Associazione Agire Sociale ed al prezioso supporto di numerose istituzioni. Le abbiamo chiesto di raccontarci, tra un biscotto e un pasticcino, di questa bella iniziativa che si svolge proprio in questi giorni e riempie, con un fitto e variegato programma, quasi tutto il periodo autunnale.

Da dove arriva l’idea di creare una rassegna particolare come LST?

In verità la rassegna LST non può essere considerata un’iniziativa in assoluto originale, nel senso che in Italia e nel mondo esistono diversi festival e rassegne dedicate alla “diversità”, o comunque dedicate alla pratica teatrale condivisa con attori con particolari condizioni di svantaggio fisico o psichico. In tal senso, la rassegna LST ha semplicemente portato anche nella città di Ferrara l’attenzione al tema del teatro in ambito sociale.

Se però una particolarità vuole essere trovata a questa rassegna, sta sicuramente nella sua pluralità di proposte. La sua programmazione, infatti, non si concentra esclusivamente su una tipologia di disagio o su uno specifico target di attori, ma accoglie in cartellone esperienze nel quale il teatro sia stato portato a contatto con diversi contesti: dalla disabilità alla psichiatria, dal carcere ai gruppi giovanili, dai bambini ai tossicodipendenti, dagli anziani alle comunità periferiche.

Partendo da questo presupposto – ovvero dalla consapevolezza che già in tante parti del mondo le tematiche sociali venivano portate all’attenzione del pubblico anche tramite esperienze di carattere artistico – ci siamo interrogati su quanto questa tipologia di esperienze fosse presente nel nostro territorio. Da una breve ricerca ne abbiamo conosciute diverse, e abbiamo iniziato ad organizzare incontri di conoscenza con i loro referenti per avviare una messa in rete delle loro attività.

L’idea di organizzare una rassegna è infine nata per la volontà di rendere queste esperienze maggiormente conosciute dal resto dei cittadini, e per creare un contesto all’interno del quale inserire esperienze sia di Ferrara che di altri territori, per favorire lo scambio di suggestioni e metodologie, e rendere ancora più consapevoli i ferraresi del fatto che di arte nel sociale si parla ormai davvero in tante realtà sia italiane che del mondo.

Come vi siete evoluti in questi anni?

La prima edizione di progetto è nata nel 2007 e aveva una dimensione molto piccola. In 10 anni di Coordinamento si sono realizzate davvero molte attività: un elevatissimo numero di eventi pubblici (parate e rassegne con tanti spettacoli in programma), sostegno ad alcuni progetti specifici, laboratori aperti ai cittadini, workshop. Inoltre, dal 2015, è nato anche un percorso di formazione/informazione che affianca la rassegna, con il duplice obiettivo di “formare” il pubblico e di promuovere e diffondere conoscenza e crescente interesse verso l’impiego del teatro nei contesti del Sociale. Un altro importante risultato dell’evoluzione del progetto è stato, nel 2011, il raggiungimento di un accordo con le principali istituzioni della città titolari della competenza in materia di Cultura e di Sociale (Assessorati al Sociale e alla Cultura del Comune di Ferrara, Fondazione Teatro Comunale C. Abbado, Az. Ausl, Università degli Studi di Ferrara), che oggi rappresentano la rete istituzionale di gestione del progetto, all’interno della quale Agire Sociale svolge il ruolo di Coordinamento tecnico.

A quale pubblico vi rivolgete? 

Mi sento di poter affermare che il pubblico dei nostri eventi è la cittadinanza. Ci è capitato di inserire in cartellone anche lavori nati per un pubblico di bambini, ma normalmente consideriamo i lavori proposti come adatti a tutte le età. Poi, ovviamente, va detto che l’approccio di un bambino al tema della diversità potrebbe richiedere un po’ di accompagnamento da parte degli adulti ma, come spesso accade, i bambini sono i primi a stupirci riuscendo ad approcciarsi a questi spettacoli senza pregiudizi e con grande apertura mentale.

Foto di Paolo Cortesi

Qual’è stato, secondo te, l’impatto di questa rassegna sulla città?

Posso dire che, nelle mie conversazioni, scopro con sempre maggiore frequenza che le persone che di questo progetto hanno un qualche grado di conoscenza sono molte e sono aumentate negli anni. Non posso dimostrarlo con numeri che diano un’evidenza statistica, ma nel corso di questi 10 anni ho percepito un accresciuto interesse delle persone che lavorano nei contesti di cura o nei contesti scolastici, per le pratiche teatrali, sia come esperienze interessanti e formative per sé, sia come iniziative nelle quali coinvolgere utenti o studenti.

Credo che, a prova dell’interesse che questo progetto suscita nella nostra città, possiamo considerare il suo essersi affermato e cresciuto nel corso degli anni, occupando una porzione temporale non irrilevante del panorama culturale ferrarese.

Raccontaci l’edizione in corso: novità, aneddoti e cosa non lasciarsi sfuggire assolutamente.

L’edizione di quest’anno è stata progettata secondo criteri precisi ed innovativi rispetto alle passate edizioni: inserire in cartellone un numero di spettacoli locali pari al numero di spettacoli di altri territori (a differenza delle precedenti edizioni nelle quali i lavori risultato di esperienze locali erano in numero maggiore rispetto alle compagnie “straniere”) e, soprattutto, aprire la programmazione anche a linguaggi artistici differenti dal teatro. Quest’ultimo obiettivo ha portato all’inserimento, nel programma di quest’anno, di due eventi a carattere musicale e di una data interamente dedicata al cinema e alla fotografia.

Fra le novità dell’edizione di quest’anno segnalo che ben tre date di rassegna sono state programmate al mattino, questo per favorire la partecipazione di studenti e insegnanti e di operatori sociali con i loro utenti.

Oltre a raccomandare la partecipazione ai prossimi tre spettacoli teatrali (di cui uno dedicato al tema della prevenzione dalle tossicodipendenze realizzato dalla Compagnia teatrale di San Patrignano, uno sul tema dell’autismo della Compagnia Urzene di Torino, e uno realizzato con persone disabili ed operatori sociali nell’ambito di un laboratorio teatrale promosso da una cooperativa di Ferrara), mi preme mettere in evidenza la rassegna IMPRESSIONarti (realizzata grazie al supporto di Marinella Rescigno).

Questa rassegna, la prima interamente dedicata al cinema e alla fotografia aperta all’interno del progetto LST, si svolgerà il 15 novembre in collaborazione con ARCI Ferrara presso il Cinema Boldini. L’evento partirà alle ore 17.00. con proiezioni di cortometraggi dall’archivio dell’Associazione ex allievi del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, per concludersi con il docu-film “Lo stato della follia” di Fracesco Cordio (ore 21.00), sull’agghiacciante realtà dimenticata degli Ospedali Psichiatrico Giudiziari italiani. Nella stessa giornata inauguriamo la mostra fotografica “Impressioni sociali di Cristiano Lega che, dal giorno seguente fino al 25 novembre, sarà visitabile al Ridotto del Teatro (dal lunedì al sabato, orario 15.30 – 18.30).

Altro evento che ritengo di particolare rilievo e che dimostra l’apertura del progetto anche a linguaggi artistici differenti dal teatro, è il concerto dell’Orchestra Allegro Moderato in programma per le ore 20.00 del 22 novembre al Teatro Comunale C.Abbado di Ferrara. Si tratta di un’orchestra sinfonica di Milano formata per metà da musicisti professionisti e per metà da allievi musicisti con disabilità fisiche e psichiche.

Come vedi il futuro di LST?

Cultura e Sociale sono due rami deboli della società di oggi. Più che da Coordinatrice di un progetto che si occupa di entrambi questi aspetti, mi sento di dirlo in quanto cittadina. Sono due ambiti fondamentali e vitali, ma resi deboli da meccanismi e orizzonti decisionali – a livello nazionale con ovvie ricadute locali – che finiscono per penalizzarli. Non posso fare previsioni sul futuro di questo progetto, ma potrei definirne in ogni dettaglio ogni passo da esso compiuto. Sulla base di quanto si è costruito, auspico possa continuare il suo cammino e la sua crescita in questa piccola realtà che è Ferrara. Sia per non perdere il lavoro e l’investimento fatto in tutti questi anni, sia per non sprecare il valoro prezioso delle tante nuove persone che si stanno interessando alle nostre iniziative e che per me rappresentano il volto “sensibile” di un territorio nel quale, a volte, percepisco con dispiacere forme di chiusura o di indifferenza. Il progetto LST tende ad una società più coesa e sensibile, per questo motivo spero possa continuare il suo lavoro anche in futuro, con il sostegno di istituzioni e pubblico.

Noi lasciamo la nostra tazza vuota e salutiamo Agnese, ringraziandola per l’impegno e la passione che profonde in questo progetto. Per voi non è ancora troppo tardi e vi invitiamo a sedervi a teatro, per scoprire dal vivo cos’altro vi riserva La Società a Teatro.

Per ulteriori informazioni vi invitiamo a consultare i seguenti link:

www.agiresociale.it
www.facebook.com/rassegnaimpressionarti
http://lasocietateatro.wixsite.com/la-societa-a-teatro

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