Nel periodo che va da metà settembre alla fine di ottobre, un fazzoletto di terreno della alta ferrarese, il Fondo “I Verri” in Pilastri, frazione di Bondeno, si popola di archeologi, studiosi, appassionati e…curiosi. Il nome di questo paese, di poco più di 900 persone, sarà negli ultimi anni giunto qualche volta ai lettori dei quotidiani locali (ne abbiamo parlato due anni fa anche su Listone Mag) o qualcuno ne avrà sentito parlare per il semplice passaparola, collegato all’iniziativa dello scavo della Terramara. Dal 2013 Pilastri è infatti sede di un importante progetto di ricerca archeologica che vede il coinvolgimento di numerose istituzioni, quali il Comune di Bondeno, finanziatore degli scavi, la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, l’Università degli Studi di Padova, Ferrara, Modena e Reggio Emilia e di numerose associazioni locali.

La fortuna (o il caso) vuole che la sottoscritta qualche giorno a settimana vesta i panni dell’archeologa e si diriga proprio a Pilastri. Con il team dell’Associazione Bondeno Cultura, nel workgroup di Culture Keys, ci occupiamo di molti aspetti del progetto, dalla comunicazione, alla divulgazione dei risultati, alla progettazione/promozione di eventi, alle visite guidate ed allo svolgimento di laboratori didattici con le scuole, sia durante lo scavo che nel resto dell’anno. Potrei dunque definirmi come la “talpa” nella terramara per raccontarvi dall’interno che cosa sta succedendo in questa terra di confine, tra la provincia di Ferrara e di Mantova.

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Qualche breve informazione: il racconto delle genesi dello scavo comincia dal terremoto del 2012, a cui fece seguito il progetto “Memoria e Terremoto”, ideato dal Dott.Valentino Nizzo, allora funzionario della soprintendenza, direttore scientifico dello scavo archeologico e attuale funzionario della Direzione Generale dei Musei presso il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. La scuola elementare di Pilastri venne infatti abbattuta a seguito dei danni subiti dal sisma e il nuovo edificio antisismico venne realizzato nei pressi di una zona a vincolo archeologico. Il Dott.Nizzo ha saputo tradurre un’iniziale difficoltà di tutela archeologica di contesto d’emergenza in un progetto di ricerca e occasione di valorizzazione del territorio. Così, nel settembre del 2013 si è cominciato a scavare il sito risalente all’Età del Bronzo già individuato e indagato alla fine degli anni ’80.

Dal 2013 di strada ne è stata fatta, o meglio potremmo dire, di terra ne abbiamo smossa e di cocci, “che se li pesti a volte ti scocci*, ne sono stati raccolti tanti. Siamo ora giunti alla quarta campagna di scavo, inaugurata lo scorso 12 settembre e che terminerà il prossimo 28 ottobre. L’amministrazione di Bondeno, conscia dell’importanza dell’investimento culturale sul territorio, ha annunciato pochi giorni addietro che rifinanzierà altri tre anni di scavo. Le ricerche condotte a Pilastri stanno portando un valore aggiunto all’intero paese sotto numerosi aspetti ed un rinnovato interesse verso la storia del proprio territorio, il che non può che anticipare una maggiore sensibilità nei confronti della sua tutela e conservazione.

Foto di Chiara Milanesi

Ma cosa succede in una ordinaria (e ordinaria non lo è mai) giornata di scavo alla terramara di Pilastri?

Tutte le attività connesse allo scavo, laboratori, visite e di alloggio per gli studenti universitari sono svolte nella scuola elementare antisismica di via Guido Reni, dove dal 2015 non vengono più svolte le normali lezioni scolastiche. La sveglia (non la campanella) suona presto. Ore 8 già tutti in scavo in mezzo alle serre di meloni, carichi di quanto necessario: trowel (per gli amici cazzuola), secchi, sessole, treppiede, livella, macchina fotografica, registri, computer, sacchetti. Ecco un Bignami di metodologia dello scavo archeologico: si pulisce, si fotografa, si disegna, si scava, si raccolgono i materiali, come ceramica, resti di fauna, bronzo e, per i più fortunati, frammenti di ambra. Tutto questo per riuscire, attraverso poche e labili tracce sul terreno, a ricostruire il modus vivendi degli abitanti di questo insediamento di 3500 anni fa, anno più anno meno.

Il dialogo con la comunità ed i visitatori rappresenta l’aspetto fondamentale e vitale di tutta l’iniziativa: lo scavo infatti è sempre visitabile e tutte le scoperte vengono subito diffuse attraverso i social, in un continuo dialogo con chi non può venire a trovarci. Del resto crediamo fortemente che non abbia valore recuperare un oggetto sepolto da secoli se questa riscoperta non viene condivisa con il pubblico, vero custode del patrimonio. Le domande dei visitatori ci mettono quotidianamente di fronte alla difficoltà di abbandonare il linguaggio tecnico dell’archeologia per spiegare in maniera semplice ma esaustiva in cosa consiste il lavoro dell’archeologo. A cosa servono le puntine? Perché ci sono quei numeri sui cartellini? Come fate a capire che quell’osso è antico?

Gli studenti di numerose università coinvolte nel progetto si fanno le ossa sullo scavo. Scambio due chiacchere con Matilde, che studia archeologia all’Università di Padova:

Dal 2014, prima esperienza a Pilastri, sono sempre tornata perché stare qui mi ha insegnato professionalmente tantissimo, a lavorare in autonomia innanzitutto, prevedendo quali possono essere le operazioni da svolgere in scavo, insegnandomi la maggior parte delle cose che so adesso. L’importanza dello scavo, dal punto di vista formativo e scientifico, è testimoniata dal fatto che quest’anno una ragazza slovacca e uno spagnolo sono venuti dall’estero apposta per scavare qui. Inoltre mi entusiasma l’apertura del sito al pubblico, che viene anche da oltre la provincia di Ferrara, e soprattutto ai bambini: è importante perché fa conoscere il mestiere dell’archeologo in tutte le sue sfaccettature e l’importanza che l’archeologia svolge per il luogo in cui viene attuata. Sfatiamo anche il mito che gli archeologici scavano i dinosauri! La cosa che mi piace di più del progetto di Pilastri è l’approccio amichevole della gente del posto, davvero bellissimo! Quando andiamo in merceria o al supermercato le persone ci chiedono sempre come va, come stiamo, cosa abbiamo trovato, si preoccupano di noi e delle belle scoperte che potranno inorgoglire la comunità.

Foto di Lara Dal Fiume

Parallelamente nella scuola vengono allestiti i laboratori: lavaggio e siglatura dei materiali, setacciatura dei campioni di terreno per recupero di semi, frutti, carboni, pollini e osservazione al microscopio. Un aspetto molto importante delle ricerche riguarda la ricostruzione dell’ambiente dell’epoca, di piante e coltivazioni in uso, oltre che della fauna. Nel frattempo ci si prepara per l’arrivo delle scuole. I bambini vengono accompagnati a visitare lo scavo dove possono fare le domande agli archeologi, con la sana spontaneità e franchezza che li contraddistingue.

Tra le domande chi ci sono rimaste più impresse quest’anno abbiamo:
– dove andavano in bagno?
– come facevano senza dentista?
– cosa facevano tutto il giorno?

Tornati dallo scavo svolgono laboratori didattici come la lavorazione dell’argilla per riprodurre i vasi con le tipiche anse cornute o la simulazione di scavo. Per le spiegazioni ci si rifà ovviamente al quotidiano, cosicché ad esempio la stratigrafia archeologica viene spiegata come un tiramisù e la cazzuola è il cucchiaino che elimina uno strato alla volta.

Molto di più ci sarebbe da raccontarvi, il tempo e lo spazio a disposizione qui sono finiti. Approfittando sfacciatamente della sede, invito coloro che desiderano vedere gli archeologi al lavoro e conoscere un po’ di più la storia di questo angolo della provincia a venire a trovarci sullo scavo, aperto nei giorni feriali dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 17 fino al 28 ottobre. Per domenica 23 è inoltre prevista una doppia visita guidata, una per adulti e una per bambini, a partire dalle ore 15, ultima occasione in giorno festivo di vedere gli scavi prima della chiusura! Dopo il 28 ottobre, uno sguardo alla campagna di Pilastri restituirà il profilo delle serre dei meloni, mentre ora consente di dare letteralmente uno sguardo nel passato.

Per info http://www.terramarapilastri.com/wp/ o http://www.culturekeys.it/
Tel. +39 329 073 9323 Mail: info@culturekeys.it

* Rima tratta dalla poesia “Sotto la scuola” scritta nel 2013 dai bambini della scuola elementare di Pilastri.

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