Quale momento migliore se non un giorno di pioggia di fine estate per ricevere e pubblicare questa lettera che ci è arrivata pochi giorni fa?

Sono un ragazzo di Padova residente a Ferrara da ormai 5 anni. Sono un non ferrarese affezionato molto a questa città. Ricordo con piacere i vostri articoli contro la Fiera del Regalo, mi siete sempre sembrata l’unica testata locale che, armata di buon gusto e capacità critica, avesse una chiara idea di cosa dovrebbe esserci e cosa no in una città come Ferrara nel 2016. Ed è per questo che vi chiedo se avete mai pensato di scrivere qualcosa a riguardo degli ombrelli in via Mazzini. Grazie a dio sono stati tolti da un paio di giorni, ma temo già il giorno in cui la prossima primavera mi affaccerò alla finestra e vedrò che li stanno rimettendo per il terzo anno consecutivo.

Negli ultimi anni ho visto sempre più una Ferrara dal respiro internazionale, sia per quanto riguarda eventi e manifestazioni, sia per quanto concerne i locali. In tutto questo quegli ombrelli sono un enorme passo indietro. Non sono originali (già visti in diverse città europee ed altre città italiane), non sono pittoreschi, non sono caratteristici, sono piuttosto provinciali, asfissianti, sbiaditi e ingombranti. Dopo un autunno/inverno dominato dalla nebbia e dal grigiore, poche cose sono belle come il colpo d’occhio di via Mazzini vista dalla fine di via Saraceno nelle prime giornate di primavera, con il cielo azzurro e terso che fa da sfondo al Duomo in lontananza. Ma purtroppo tutto questo da due anni a questa parte dura pochi giorni, perché il cielo viene subito tappezzato di cavi di ferro e ombrelli appesi. Il centro di Ferrara è meraviglioso, la zona del ghetto ebraico in particolare. Via Mazzini una delle sue vie più belle, caratteristiche e ricche di storia. Vogliamo veramente fare sì che sia nota solo come “la via degli ombrelli”? Sarebbe molto triste.

Interessante notare come proprio di recente l’ennesima recensione di una travel blogger dipinga Ferrara come la “città piena di ombrelli” e via Mazzini come la “via più famosa”. Senza nulla togliere alla sua bellezza anche priva di ombrelli appesi, forse per importanza dovremmo menzionare prima Corso Ercole I d’Este ma si sa che il turista rimane affascinato da iniziative pop e a portata di selfie come queste. Resta il fatto che l’iniziativa nata qualche anno fa nella città di Àgueda in Portogallo è davvero ormai riprodotta – malamente e con molti meno ombrelli – in centinaia di città del mondo, banalizzandone l’intento originale. Ora che anche da queste parti l’abbiamo fatta una volta, riproposta l’anno seguente, fotografata davvero *tutti* almeno una volta, andiamo avanti con qualcosa di diverso? Anche solo per non dover ammettere che Ferrara è stagnante (come l’acqua tritonica del palaspecchi!) e facciamo sempre le stesse cose: le idee non ci mancano sicuro!


Gli ombrelli sotto il cielo di Àgueda, in Portogallo – da dailybest.it

6 Commenti

  1. Vittoria Benetti scrive:

    Concordo pienamente con questo ragazzo. Come lui ritengo “deturpata” nel suo valore storico la via Mazzini tappezzata di ombrelli. Questa degli ombrelli e’ una consuetudine già vista in paesi, città molto assolati ( Madrid) le cui strade durante la calura estiva vengono ombreggiate da tende o simili, a mio parere, operazione necessaria per rendere confortevole la passeggiata. La via Mazzini, peraltro, è una strada medioevale, stretta, dove anche d’estate non è difficile avere ombreggiatura naturale.

  2. ilnostalgico scrive:

    Basta Ombrelli … aridatece l’albero di Murano!

  3. Marco scrive:

    Condivido pienamente questo articolo.
    Il progetto è stato simpatico e di forte impatto alla sua prima edizione, ma al ripetersi ha dimostrato solo scarsa creatività e fantasia.
    A Ferrara ci sono molti artigiani creativi che avrebbero regalato volentieri una idea alla loro città.
    Spero il prossimo anno di vedere lungo la via i classici “panni stesi”, magari di colori sgargianti che riescano ad unire l’effetto pop voluto dalle masse e il concetto di tradizione che si respirava nei borghi medievali.

  4. Sandro scrive:

    Condivido i commenti perché viviamo in un mondo talmente dinamico che tutto viene “assaporato” e decade velocemente ma ho la piena consapevolezza, suffragata da riscontri oggettivi, che i turisti gradiscono questo effetto scenografico . Questa città vive di turismo pertanto ritengo che tutto ciò che ha appeal prima di toglierlo va attentamente valutato.

  5. marco scrive:

    va beh! però ormai anche i turisti l’hanno vista tutti la strada con gli ombrelli 🙂 diamogli motivo per tornare e vedere qualcosa di nuovo e più fresco. Quelli che non sono ancora venuti a Ferrara non si lamenteranno di non trovare gli ombrelli che non hanno visto…
    Dai, pensiamo qualcosa d’altro !

  6. Paolo Orsatti scrive:

    Certamente….. ancora ombrelli per il quarto anno non ne possiamo più. Queta via commerciale è da sempre un punto di riferimento per la qualità dei negozi che vi si affacciano. La tradizione vuole, che fin dai primi del ‘900, si trovassero prodotti ebraici, pasticcerie di qualità, negozi curiosi ed improbabilii.
    I commercianti attuali hanno il pregio di poter proporre qualche novità per animare questa bella via ed hanno capito che l’unione fa la forza
    Ebbene, anzichè gli ombrelli, dovrebbero puntare su microeventi ad esempio: caccia al tesoro nel Ghetto, concorso foto-video, estemporanea di pittura e mostre d’arte contemporanea lungo la via, animazione con i cosplayers e Zombie Walk, miniconcerti in acustico, finger food, raduni cinofilo ed altro ancora.
    E, senza fare della nostalgia, una mostra fotografica dei negozi storici di via Mazzini (esiste una raccolta considerevole.
    P.Orsatti

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