Lo incontro la prima volta all’agenzia immobiliare, alla quale si è rivolto per scegliere un appartamento in cui vivere per sei mesi nella nostra città.  E’ un signore dall’aria e dai modi distinti, quasi antichi. Magro e alto, dall’aspetto tipicamente nordico, Kalle Kasper viene da Tallinn, Estonia. Parla un italiano curioso e ci si capisce perfettamente. Con lui c’è una signora dai tratti diversi dai suoi, sapremo poi che è armena.

Decide quindi di prendere in affitto il mio piccolo appartamento. Lo scopo di questo suo lungo soggiorno è preciso: deve scrivere un romanzo e ha deciso di farlo qui.

Incuriosita, poi, cerco sul web qualcosa su di lui. La pagina wikipedia e il suo sito raccontano la sua biografia e le sue opere e del suo matrimonio con una notissima scrittrice armena. Convinta che fosse la signora che era con lui all’agenzia, rimango di stucco quando leggo che la moglie Gohar Markosjan era morta a Barcellona solo una settimana prima di questo nostro incontro.. Eppure assomigliava come una goccia d’acqua a quella signora che avevo incontrato. La somiglianza, Barcellona… d’un tratto mi viene in mente “Professione: Reporter”!

Ma il giallo si è risolto presto: la signora era la sorella di Gohar, lo accompagnava solo in questa occasione, ed era proprio questo recentissimo lutto il motivo della loro presenza qui. Lui non poteva restare nella casa in cui aveva vissuto con colei che chiama con infinita dolcezza “la sua sposa”, doveva in qualche modo esorcizzare questo dolore con la scrittura di un nuovo romanzo, questa volta dedicato proprio a lei e alla loro storia.

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Da subito mi rivolgo a lui usando il “tu”, mi viene d’istinto perché mi pare mi possa così capire più facilmente. Kalle, corrispondente al nostro Carlo, invece mi dà del “voi” e questo curioso dialogo si manterrà tra noi per tutto il periodo della sua permanenza.

Da pochi giorni il suo soggiorno, come il suo libro, è finito ed è tornato in Estonia. Ma ho voluto che mi raccontasse di più di sè e della sua storia. Per la prima volta mi è capitato di invitare a cena un mio inquilino e di essere poi da lui invitata a mia volta, ospite nel mio appartamento in affitto!

E così posso raccontare perché uno scrittore estone decide di scegliere proprio Ferrara, come luogo in cui comporre un’opera letteraria ed anche molte poesie.

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“Ho scelto Ferrara perché è stata la città di Parisina Malatesta e di Torquato Tasso”, esordisce. Due motivi decisamente insoliti.  Perché Tasso e non Ariosto?
Galeotta è stata la sua passione per l’opera lirica: innanzitutto la “Parisina d’Este” di Gaetano Donizetti, la sua opera in assoluto preferita e poi l’”Armida” di Gioacchino Rossini, ispirata alla “Gerusalemme liberata” del Tasso. Opere poco conosciute e rappresentate, eppure di quest’ultima persino Alberto Savinio una volta ne curò la regia.
E così si spiega pure l’uso nel dialogo dell’arcaico “voi”, come non si è più davvero abituati a sentire…

Kalle è un grande appassionato della lirica, viaggia apposta per seguire le rappresentazioni nei teatri. Anche durante i suoi sei mesi ferraresi. Questo è un altro motivo per il quale la sua scelta è ricaduta sulla nostra città: la sua posizione strategica per raggiungere facilmente Venezia, Bologna, Firenze. Anche la sua dimensione di città piccola. Nelle chances finali c’erano anche Lucca e Verona, ma la prima era troppo decentrata, nella seconda la vita troppo cara.
Ha girato un pò tutta Italia, negli anni passati, con Gohar.  Hanno visitato quaranta città, tra cui pure Ferrara. Tutti e due scrittori, avevano perfetta libertà di muoversi.
Gohar (in armeno significa “il tesoro”) era stata un medico, in Armenia. Ma sposando Kalle ed andando a vivere a Tallinn ha dovuto rinunciare alla sua professione, al suo titolo non riconosciuto. E pure subire l’ostilità delle donne estoni, che non amano che le si tradisca con gente lontana e dai tratti così diversi…

Ma i suoi romanzi hanno avuto un grande successo. Scritti in russo, sono stati tradotti in varie lingue. C’è pure pronta una traduzione italiana di uno di essi: “Penelope”, che ebbe pure due seguiti. In attesa di un editore, l’ho potuto comunque leggere. E’ un bellissimo libro, scritto con profonda sensibilità.

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Dalla lingua estone alla italiana invece è quasi impossibile trovare un traduttore. Kalle Kasper, dopo la laurea in filologia russa e in sceneggiatura, ha pubblicato diversi libri, romanzi e raccolte poetiche. Pure la saga di una famiglia estone nell’arco di un secolo, “Buridanid”, con nascosti riferimenti alla vera storia dei propri familiari e per la quale ha avuto riconoscimenti e premi. Ma non scopriremo facilmente cosa c’è scritto..

Uno dei libri di poesie che si è portato a Ferrara ne comprende una dedicata alla nostra città, la legge e cerca di tradurla per me. Racconta di Parisina e di Azzo, come Donizetti chissà perchè chiamò Niccolò III.

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Quella lingua è davvero strana, musicale e assolutamente incomprensibile. E pensare che Kalle ha imparato la nostra lingua, così diversa, proprio grazie all’opera lirica.

Kalle legge Parisina

“Ho avuto problemi con la gelosia”, mi ha detto una volta. Solo dopo un poco ho capito che la gelosia era la tapparella!

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Quindi, Kalle, cosa hai scritto qui a Ferrara? Come si chiamerà questo tuo nuovo romanzo?”
“Ho composto una serie di poesie, “I canti di Orfeo” e scritto “Il miracolo”, un romanzo autobiografico sulla vita con la mia amata sposa”.

Un miracolo che non c’è stato, putroppo. Quello di salvare Gohar dalla malattia. Che in ultima chance li aveva condotti a cercare la cura a Barcellona. Dopo gli ultimi anni, i più felici, nei quali si erano illusi che alcuni rimedi tibetani avessero debellato il male e li avevano portati a girare l’Italia, assaporandone le bellezze.

Chissà cosa si porterà di Ferrara nel cuore questo straordinario personaggio, conosciuto per un caso curioso di circostanze. La vita ferrarese gli è stata facile: immerso nei suoi pensieri, la città lo ha lasciato tranquillo. Il silenzio, d’altronde, è stato uno dei primi pregi per cui l’ha scelta.
Lo hanno stupito la presenza di tanti cani e di molte persone che chiedono l’elemosina. Mi dice: “Estonia é molto più povero stato che l’Italia, ma in Tallinn non abbiamo tanto.”

Il bellissimo Castello, che tanto lo aveva colpito la prima volta, ormai non lo vedeva più, come un vero ferrarese.  Ma se una città è tanto ricca di bellezze che il passato le ha regalato, ancora di più si nota la bruttura delle architetture dei decenni scorsi, nota Kalle con amarezza.
Ogni mattina andava in un caffè e si collegava ad internet per comunicare con il suo mondo lontano.
“Perchè in un caffè e non in biblioteca?”
“In biblioteca ci vanno gli studenti, a me piace un luogo in cui sentirmi a mio agio”.
Trovare un bar in cui i titolari fossero ben disposti a lasciare lavorare tranquillamente al proprio computer questo signore straniero non è stata una ricerca facile. Kalle mi dice che dopo poco i gestori scollegavano internet per fargli capire che il tempo era… scaduto. Ma alla fine ha trovato il luogo giusto, il Cafè Noir, proprio di fronte al Castello.

“Ma hai detto qualcosa di te? Si saranno chiesti chi era quel signore silenzioso che ogni giorno passava ore nel proprio locale…” ,curiosa gli chiedo.
“No”,
 mi dice sorridendo, “anzi, vorrei ringraziarli”.
“…la ghirlanda | Di un poeta sarà la tua corona”, scrisse Byron di Ferrara.
Grazie, Kalle e arrivederci!

Il sito di Kalle

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2 Commenti

  1. Denuncia Gottardi scrive:

    Normalmente gli scrittori si allontanano da Ferrara per averne nostalgia e vederla con l’animo pervaso dal ricordo della sua struggente unicità. …
    Forse capovolgendo i luoghi lo scrittore estone è venuto a Ferrara per ritrovare con la nostalgia l’unicità preziosa della sua compagna..

  2. Marco Caselli scrive:

    Oltre ad appagare la mia innata curiosità per l’ascoltare come viene percepita Ferrara da chi la vede con occhio diverso dal mio questa è davvero una bella storia, Flavia. Fortunatamente ci sei stata tu a raccoglierla e raccontarla, perché sarebbe stato un peccato perdere questa immagine.
    Grazie.

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