Sono circa le tre e un quarto e sto andando in un negozio di musica in via Rampari Di San Paolo a Ferrara. Il mio appuntamento è alle quattro, quindi faccio ancora in tempo a recuperare le batterie per il mio registratore. Non voglio appuntare tutto a mano.

Ho le cuffie del mio mp3 nelle orecchie e canticchio Disorder dei Joy Divison: “I’ve got the spirit, but lose the feeling…”. Una signora con il cane mi guarda male, una bicicletta mi viene incontro contromano sul mio stesso marciapiede. Non è ancora cominciato il freddo che fra pochi giorni abbraccerà Ferrara con sincero affetto.

Chi devo intervistare è il titolare del negozio, Rudi. È un ragazzo con la faccia tonda, barbetta, occhiali con una sottile montatura attorno alle lenti, sguardo simpatico. Il suo negozio, il Rudi Music Store, è specializzato in articoli di seconda mano riguardanti il mondo della musica. Le pareti ospitano qualche poster tra gli scaffali appoggiati al muro, stampe di Jimi Hendrix, John Lennon, una gigantografia di Piero Pelù firmata.

Il negozio ha due stanze per il pubblico, dietro il banco si nasconde forse un retrobottega. C’è un po’ di tutto, da discutibili giubbini in pile con la scritta Metallica, o Iron Maiden, a materiale per l’ascolto di cd e album. Molti film in dvd, forse anche in cassetta (c’è davvero tanta roba qui dentro), fumetti, e un’infinità di vinili. La seconda stanza li raccoglie in scatole che riposano su lunghi tavoli. Spulciarli tutti richiederebbe una giornata intera.

È quasi l’unico negozio, se non si tiene conto dei centri commerciali o di grandi catene di distribuzione, che a Ferrara li vende. Vinili di ogni genere musicale. Tutto materiale comprato da privati, rarità. Un negozio fatto per i collezionisti, o gli appassionati.

Ci sono forse due modi per approcciarsi al mondo del vinile. Il primo, un po’ snob, di cui faccio parte sicuramente io, è comprare un album del tuo gruppo musicale preferito perché il vinile fa figo. Uno o più di uno dipende dalle disponibilità economiche di cui disponi al momento. Perché il vinile ha un certo fascino. Anche se non ne capisci assolutamente nulla, se non sai quale sia, e scopri solo qualche giorno dopo che il grammofono che conservi in casa con tanto zelo sembra non funzionare più; accidenti.

Il secondo, credo da ammirare, è quello di chi lo vive davvero, che comprende cosa ha di speciale una piastra circolare capace di catturare il suono, che assapora il gusto della musica senza scartare però la buccia, una copertina, un supporto. Rudi fa sicuramente parte del secondo gruppo, e forse è per questo che ora ha questo posto. E sono contento che lo abbia, che questo posto esista.

Io arrivo con qualche minuto di anticipo. Quando Rudi mi raggiunge ci sediamo davanti al suo pc, al banco. Lo avverto che registrerò la conversazione ma non la sentirà nessuno. Sul momento è imbarazzato, non gli piace la sua voce registrata.

Cominciamo.

Intanto partiamo con il tuo nome.

Io mi chiamo Rudi per gli amici, in realtà ho un altro nome ma Rudi va benissimo.

Di che cosa ti occupi e cosa vendi?

Faccio compravendita di materiale musicale e film, quindi audio e video, di seconda mano. Ovvero non ho aziende che mi forniscono il materiale direttamente ma puoi anche tu portarmi qualcosa. Non so, se hai dei dischi in cantina che decidi di vendere tu vieni qui e io ti faccio un’offerta per quello che hai. Mi occupo di tutto ciò che riguarda il materiale da collezione, compreso vinili, cd, musicassette. Qualsiasi cosa che viene collezionata al di là del momento in cui esce, e che ha a che fare con il mondo della musica.

Come hai iniziato questo lavoro, facevi altro prima?

Ho cominciato collezionando. Si, prima facevo un altro lavoro ma che non c’entrava assolutamente nulla con questo. Ero un operaio in un magazzino di frutta. Ho sempre avuto la passione per il collezionismo. A sedici anni ho iniziato a seguire un po’ il panorama musicale italiano, Litfiba, Vasco Rossi, per poi aprirmi anche alla musica straniera, Jackson, i Queen, i Doors. Siccome amavo collezionare ho iniziato a farlo anche in questo ambito, prima con i cd e i promozionali, poi con le cose più difficili da trovare. Alla fine ho deciso di trasformare la mia passione in un vero lavoro, e ho cominciato quest’attività.

Quale è stata la prima cosa che hai cominciato a collezionare?

Collezionavo di tutto, fin da bambino, dalle sorpresine degli ovetti Kinder alle bustine di zucchero, francobolli insieme a mia madre… forse a pensarci è lei che mi ha trasmesso la passione. Mi piace molto ciò che faccio.

Foto di Giacomo Brini

Quale è la cosa più bella di fare questo lavoro e cosa invece ti piace meno?

La cosa sicuramente più brutta è tutto ciò che non riguarda la musica, o la tua capacità di stare con la gente, che non riguarda la compravendita e questo aspetto. E quindi la burocrazia che c’è dietro, dalla compilazione di registri, al registratore di cassa. È impegnativo, a volte si impiegano ore. Per la vendita dispongo di quattro o cinque registri che sono tenuto ad avere, quello per gli acquisti, quello le vendite, per i beni usati, i corrispettivi… ma è così per tutte le attività commerciali.

La cosa che invece mi soddisfa di più è trovare la rarità perché, al di là di quello che ci puoi fare, hai in mano un pezzo difficile da trovare, con un valore.

Per te perché è importante il collezionismo?

Mah, io personalmente riesco ad assimilare meglio un disco quando ho la possibilità di metterlo su un supporto, tenendo la copertina in mano. Abbino colori a ciò che ascolto, leggo i testi, vedo chi ha collaborato, chi ha fatto gli arrangiamenti, cose così. Questo con un doppio click sul computer non riesco a farlo e ciò mi porta ad avere un’esperienza meno completa, che non mi dà tutto ciò che mi serve. Quindi se con un qualcosa di fisico tra le dita, sotto gli occhi, riesco a vivere meglio ciò che mi piace, ad avere qualcosa in più, mi piace averlo, ecco. Forse per questo finisco per collezionarlo.

Parliamo del vinile, cos’ha in più rispetto ad altri tipi di formato musicale?

Ha un fascino tutto suo. Sicuramente già la possibilità di avere una copertina più grande permette anche di dare più spazio alla grafica e all’arte. A volte lo stesso album lo prendi in mano due volte e scopri particolari diversi. E’ un’altra cosa anche da questo punto di vista. Infatti, se tu guardi tutte le ristampe di dischi storici, come possono essere i dischi di prog italiano e non, inglese, francese, o tedesco, quindi il krautrock, sicuramente musica che ha fatto storia, hanno copertine che sono diverse. Per questo motivo vengono fatti i vinyl replica in cd, però ovviamente un formato più piccolo non riesce a rendere la stessa idea, e non puoi capire la copertina come faresti su un formato da vinile, anche solo per le dimensioni. Per quanto riguarda il suono invece, sul vinile è molto più definito che sul cd, perché meno compresso, più reale, caldo, vero.

Quale è stato il tuo primo vinile in assoluto?

Il mio primo vinile, vediamo… è stato El Diablo dei Litfiba. Ero in ferie a Como, l’ho comprato in un negozietto, e da lì è partito tutto. Prima collezionavo cd. Ho iniziato a cercare anche vinili, nonostante non avessi ancora il giradischi, che subito dopo è arrivato, ovviamente. Se hai un vinile non vedi l’ora di ascoltarlo, anche se hai il disco in formato cd, o in cassetta, o sul computer, DEVI ascoltare lo stesso il vinile. E niente, quindi da quel momento ho cercato sempre più LP, anche musica che era stata incisa solo su vinile e non in altri formati.

E invece l’ultimo che hai ascoltato?

Questa mattina. Ho messo su Lucio Dalla, il suo album omonimo dove c’è quel fantastico duetto in Cosa Sarà con Francesco De Gregori, è ancora lì sopra sul banco.

Hai altri tipi di hobby oltre al collezionismo?

Direi proprio di no, anche per mancanza di tempo. A volte non ho neanche il tempo di respirare.

Quale è il tuo album, gruppo, e canzone preferita?

Gruppo preferito, tra gli italiani, i Litfiba, e come artista Vasco Rossi. Mi piacciono molto, per rimanere in tema con loro, le canzoni A Denti Stretti e Siamo Solo Noi. Mentre nel campo internazionale sicuramente Michael Jackson, direi che tutto l’album Bad è un capolavoro, poi vabbè Freddie Mercury e molti altri.

È difficile qui a Ferrara vendere il tipo di prodotto che offri?

Si, molto. Forse per la dimensione della città. È comunque un prodotto di nicchia, quindi probabilmente è rimasta una piccola percentuale interessata al vinile, o che decide di comprarne in quantità, e in una città piccola, questo ha un suo peso. Già a Bologna, per dire, ci sono cinque negozi come il mio, qui invece solo io. È vero, durante particolari eventi, ci sono dei mercatini. Anche io ho fatto qualche uscita col banco, alle fiere, ma di negozi c’è solo questo.

Hai un tipo di clientela particolare?

No, direi che è abbastanza eterogenea. Forse vengono meno donne rispetto agli uomini. Ho una clientela prevalentemente maschile, anche se ultimamente si sono aggiunte molte ragazze giovani che sono interessate al vinile, che per la musica impazziscono.

C’è qualcosa che vendi di più o di meno?

Io ho impostato tutto sulla musica, quindi cd e vinili in particolare sono ciò che vendo di più. Sto eliminando i fumetti, perché come per le monete, o i francobolli, gli orologi, bisogna capirne molto e investirci tanto. Non puoi avere mille cose, è un prodotto difficile da gestire, dovrei dedicarci molto più tempo ed energia. Sicuramente questo risulta più facile nel mio campo, che è quello della musica.

Insomma, alla fine cosa si è perso davvero della musica con il passaggio al digitale? Se si è perso qualcosa…

Secondo me si è perso davvero tanto. L’unica cosa che hai guadagnato è lo spazio, ovviamente non puoi ascoltare un vinile in macchina. Quindi, certo, hai ottenuto anche più comodità, ma questo ha portato via il bello di avere un pezzo musicale in mano.

Potendo invece tornare indietro faresti un altro tipo di lavoro, sceglieresti una strada diversa?

Assolutamente no, ho fatto troppa fatica per avviare questa attività. Deve funzionare, punto e basta.
Ok, abbiamo finito. Ci salutiamo e parliamo ancora un po’ del più e del meno mentre butto un ultima occhiata agli scaffali.

Ora, mentre finisco l’articolo a casa, molto tempo dopo la mia intervista con Rudi, ho scoperto che esistono siti internet dove è possibile inserire il suono della puntina di un giradischi sopra un pezzo in digitale. Questo dovrebbe “creare” l’effetto vinile.

Sembra divertente, ma anche io che non ne capisco nulla intuisco subito che c’è qualcosa che non va, e mentre ascolto il mio pezzo modificato con le mie solite cuffie realizzo che cos’è con l’arrivo del ritornello: “I’ve got the spirit, but lose the feeling…”.

Devo far riparare quel grammofono.

Lascia un commento

Prima di lasciare il tuo commento, ricordati di respirare. Non saranno ospitati negli spazi di discussione termini che non seguano le norme di rispetto e buona educazione. Post con contenuti violenti, scurrili o aggressivi non verranno pubblicati: in fondo, basta un pizzico di buon senso. Grazie.