Il Dalemiano, Il meraviglioso mondo di Pisapie, L’uomo di sinistra, Natale col Pd. I ragazzi del Terzo Segreto di Satira negli ultimi anni hanno guadagnato un seguito straordinario online, postando su Youtube una serie di video appuntiti e nemmeno troppo surreali, prendendo in giro le abitudini politiche degli italiani, debolezze e inettitudini, assieme a piccole e grandi cattiverie. Il gruppo – composto da autori, videomaker e attori – è di base a Milano, quartiere Paolo Sarti, ma da qualche mese ha iniziato a girare la penisola per far conoscere il proprio lavoro attraverso la dimensione del live, con uno spettacolo decisamente sui generis.

La proiezione dei filmati più di successo – normalmente a disposizione in rete – si abbina ad alcune chicche recitate on stage, che integrano e commentano. Il tutto inserito in una cornice da varietà un po’ old school, con tanto di presentatore carismatico. Così ad esempio capolavori come “Goodbye Bossi”, che si ispira al film “Goodbye Lenin” per raccontare il cambiamento dell’attitudine leghista, o il filmato che paragona il senatore Pier Ferdinando Casini a una di quelle bottiglie di plastica che non riesci a buttar via, si alternano alla lettura dei peggiori commenti ricevuti su Facebook, oppure al mashup di “Bella Ciao”, cantata in coro sulle note di “Come mai” degli 883.

L’insieme regge, anche se in alcuni momenti produce un effetto straniante guardare sul grande schermo, tra poltroncine gremite e cappotti appoggiati in grembo, i corti che solitamente si guardano in pigiama sul divano di casa propria, oppure sullo schermo del telefono mentre si aspetta l’autobus. Viviamo in un mondo crossmediale, la contaminazione è inevitabile e forse proprio serate come questa apriranno la strada a nuove modalità di fruizione, riportando in una dimensione collettiva ciò che inizialmente si è diffuso tramite la visione privata e solitaria. Ciò nonostante, mentre tutta questa bella crossmedialità si dispiega, a tratti viene da chiedersi: ok, ma perché?

Per non lasciare senza risposta i suoi lettori, Listone Mag ha rivolto la stessa domanda ai protagonisti della serata, approfittando della cena organizzata all’interno del teatro di Occhiobello al termine dello spettacolo, per conoscere un po’ meglio il dietro le quinte di questo mondo in evoluzione.

Il Terzo Segreto di Satira ha iniziato su Youtube, è approdato a trasmissioni come Report e Piazza Pulita. Adesso il teatro. Come mai avete deciso di portare il vostro lavoro sul palcoscenico?

Abbiamo cominciato con i live perché ci invitavano nei circoli del PD, è incredibile la voglia di prendersi in giro che hanno. L’idea di proseguire su questa strada e portare il nostro lavoro a teatro è arrivata abbastanza spontaneamente. Ci sembra un bel modo per valorizzare la professionalità degli attori del nostro gruppo, che provengono da quell’ambiente, soprattutto dalla Paolo Grassi, e in queste date possono esprimersi dal vivo. In verità questo è la prima stagione teatrale in cui siamo inseriti, fino ad ora abbiamo girato contesti molto diversi, festival ed eventi vari. Per noi la cosa più interessante di questi spettacoli è il contatto col pubblico, poter osservare quando la gente ride e quando no. Siamo abituati ad ottenere riscontri da Youtube, a leggere i commenti e valutare le visualizzazioni. Una sala che ride è un’altra cosa. Comunque abbiamo iniziato da poco, l’esordio è stato lo scorso 25 aprile. Cerchiamo di fare le cose che ci piacciono. Nel 2016 probabilmente proveremo anche con il cinema.

Qual è stata fino ad oggi la data migliore? E la peggiore?

La migliore all’Estathè Market Sound, il festival organizzato per la prima volta questa estate al vecchio ortomercato di Milano. C’è da dire che era gratis ma anche che era il due di agosto, di domenica. Hanno partecipato più di 2mila persone ed è stato bellissimo, eravamo nella nostra città, con il nostro pubblico. La data peggiore è stata sempre a Milano, al Diz Festival, per motivi tecnici che abbiamo cercato di risolvere lì per lì. Alla fine son rimaste settanta persone, che però hanno riso dall’inizio alla fine.

Ci sono differenze tra il pubblico che pensavate di avere e quello che avete incontrato dal vivo?

Immaginavamo di essere seguiti più o meno dai nostri coetanei, trentenni più o meno. Negli spettacoli invece abbiamo trovato tante persone tra i 40 e i 50 anni. Insomma, la tendenza era più verso gli anta che verso gli enti, ma forse dipende anche dal fatto che tanta gente va a teatro con l’abbonamento, e quindi nel pacchetto ha trovato anche noi suo malgrado. Ecco, siamo un po’ disfattisti di carattere.

Foto di Corradino Janigro

La satira oggi in Italia. Alla Marzullo. Vi fate una domanda e vi date una risposta?

Parlare dello stato della satira in Italia è quasi inutile, meglio parlare dello stato della comicità. Gli spazi in televisione si sono ridotti drasticaemnte, non ci sono più trasmissioni come quelle che conduceva la Dandini, per fare un esempio, oppure spazi come quello che una volta aveva “Mai dire gol”. Nemmeno in terza serata. Sono subentrati i talk show e i programmi che cercano di far ridere tutti, ma non esiste una risata che possa coinvolgere dagli 0 ai 99 anni. Ci piacerebbe si potesse dedicare almeno un’ora alla sperimentazione, per far conoscere al pubblico gente nuova, affrontare temi che di solito non si affrontano. Purtroppo non sembra esserci nessuna volontà in questa direzione, i palinsesti non credono nel pubblico potenziale e i ragionamenti che si fanno sono esclusivamente economici, legati agli ascolti e alla pubblicità.

Perché una volta invece questi spazi riuscivano a esistere?

Probabilmente c’èra più lungimiranza. Una questione di momento storico, più che di momento politico. Oggi nessuno vuole rischiare, funziona tutto così, si preferisce stare al sicuro.

Sta girando in questi mesi nei cinema “Nessuno siamo perfetti”, il documentario realizzato da Giancarlo Soldi sulla vita e il lavoro di Tiziano Sclavi, il creatore di Dylan Dog. Tiziano davanti alla telecamere confessa che per trovare una sola battuta di Groucho poteva impiegava l’intero pomeriggio. Voi come lavorate? Come gestite assieme la scrittura?

Ogni video che presentiamo è la sintesi di cinque teste. Di solito ci capiamo abbastanza, siamo in sintonia. Quando non lo siamo votiamo, siamo molto democratici. Si va a maggioranza, anche per decidere se una certa battuta ci sta o no. Anche se in verità ciò che ci fa maggiormente litigare sono i post dei lanci sui social. Il problema è che siamo tristi, quindi alla fine ci rassegniamo e facciamo dei lanci sovietici. Per annunciare che saremmo venuti qua stasera abbiamo scritto così:

“Amici di Ferrara, amici di Rovigo, amici della zona e soprattutto amici di Occhiobello… Venerdì 13 novembre siamo con il nostro live all”Arkadis Teatro di  Occhiobello”.

Per intendersi: la nostra pagina Facebook ha 54mila fan e abbiamo raggiunto a fatica i 30 like.

Come siete arrivati fino a qui? Siete mai stati a Occhiobello e a Ferrara?

Siamo arrivati perché Marco conosce Marco, che ci ha invitato. A Ferrara ci siamo stati, ma mai per lavoro. Pietro aveva anche la fidanzatina lì.

Il primo Marco citato è Ripoldi, attore protagonista di veri e propri cult come “Il decimo uomo”. Il secondo Marco è Sgarbi, direttore artistico del teatro. Pietro è Belfiore, autore assieme a Davide Rossi, Davide Bonacina, Andrea Fadenti e Andrea Mazzarella. L’ex fidanzatina si chiama Carlotta, «detta Otta, e non si fa sentire da un po’».

Lascia un commento

Prima di lasciare il tuo commento, ricordati di respirare. Non saranno ospitati negli spazi di discussione termini che non seguano le norme di rispetto e buona educazione. Post con contenuti violenti, scurrili o aggressivi non verranno pubblicati: in fondo, basta un pizzico di buon senso. Grazie.