Finalmente un romanzo di Gianluca Morozzi ambientato a Ferrara! Era ora! Lo scrittore bolognese da anni bazzica vicoli e vie della città lineare per presentare i propri libri, leggere in pubblico racconti altrui, bere una birra più o meno ignorante assieme agli amici. Da una frequentazione così intensa e assidua un thriller surreale tra le nebbie estensi era quasi doveroso, e infatti eccolo: si chiama “Anche il fuoco ha paura di me”, edito da Fernandel, esce oggi nelle librerie.

Gianluca, per chi ancora non lo conoscesse, è un giovanotto nel panorama letterario italiano poiché ha soli quarantaquattro anni, ma alle spalle vanta un curriculum densissimo. Una quindicina di romanzi, innumerevoli racconti pubblicati in antologie proprie o collettive, diverse graphic novel e fumettoni, un film americano tratto dal suo bestseller, “Blackout”, dove recita niente meno che Aidan Gillen di “Games of Thrones”. Addirittura gli hanno già dedicato una biografia, “L’era del Moroz”, scritta da Carmine Brancaccio, che porta lo stesso nome della rubrica tenuta dall’autore sulle frequenze di Radio Città Fujiko.

Lo incontriamo in una classica domenica autunnale ferrarese – foglie morte e venditori di mistocchina – per portarlo un po’ a spasso e farci raccontare l’ultimo nato. Scopriamo subito che il libro non è interamente ambientato qui. Si divide in tre parti e Ferrara è stata scelta per la seconda. Ma di cosa parla?

«Il protagonista è Metello, giovane cresciuto nella provincia tra Ferrara e Bologna, in un paese immaginario chiamato Lemuria, dove tutti hanno nomi ispirati alla letteratura, famoso per un festival ispirato a “Fahrenheit 451”, il capolavoro di Ray Bradbury. Durante questa manifestazione gli abitanti imparano a memoria dei brani e li leggono in pubblico. Metello si innamora di Alice ma vive un’umiliazione cosmica: le vomita addosso sulle montagne russe. Per questo, dovendo scegliere dove studiare all’università, invece di optare per Bologna preferisce andare a Ferrara, dove sa che non incontrerà nessuno dei suoi conoscenti».

E cosa succede a Ferrara?

«Metello vive nel mito del grande Gatsby, vuole diventare ricco e avere successo, ma di base non fa nulla: va alle feste e si ubriaca. La svolta per lui arriva al cinema Apollo, dove guarda un film dedicato alla vita di Dante, abbastanza lisergico, interpretato da un attore hollywoodiano che si chiama Lando Krol. All’uscita della proiezione si rende conto che tutti lo guardano: è identico all’attore. Inizia così la sua carriera di sosia ufficiale, che gli permette di tornare a Lemuria da trionfatore».

Questo è il finale?

«No, no. Cosa succede poi non lo racconto. Posso solo anticipare che un giorno, mentre si trova a letto con la sosia di Shakira, apprende dalla tv che Lando è stato accusato di pedofilia e arrestato. Qui comincia la grande crisi».

Foto di Giacomo Brini

Va bene, non andiamo avanti, lasciamo la sorpresa al lettore. Stiamo sulla città. Come mai hai scelto Ferrara?

«Vengo qua da una quindicina di anni, per i concerti e gli eventi nelle librerie, ma anche perché in questa città abitano molti miei amici e intrattengo alcune relazioni molto nerd. La domenica sera ad esempio c’è l’appuntamento pizza e Doctor Who. Non è fisso, ma sicuramente non si può mancare né all’inizio né alla fine della stagione. Tra l’altro: lo sai che c’è un audiolibro di Doctor Who ambientato proprio qui?».

Mai sentito prima ma lo segno in agenda, magari torna buono per un altro pezzo. Mentre continuiamo l’intervista hai voglia di ricordare i posti che hai descritto? Potremmo anche fare una passeggiata e andarli a vedere.

«Non so se li ricordo tutti, perché il testo l’ho consegnato all’editore mesi fa. Sicuramente piazza Ariostea, dove Metello viene approcciato dal gestore di una discoteca loschissima di Vigarano Pieve, che lo lancerà nel mondo delle comparsate. Il cinema Apollo te l’ho già detto. La zona universitaria in generale. La casa del protagonista è in via San Romano. Ci sono diversi bar che ho inventato, e poi ovviamente c’è il Korova».

Ovviamente come mai? Lo so che ti vedo spesso lì, ma magari non è per tutti così ovvio.

«È uno dei posti che frequento di più. L’anno scorso ci ambientai anche un racconto, pubblicato da La Nuova Ferrara. Si chiama “Natale al Korova”. Parla di un avventore solitario e triste, innamorato follemente di una ragazza in fissa per Harry Potter, che però la vigilia di Natale si fa vedere accompagnata da un tale Orrido. E di Doctor Who che arriva da chissà dove in via Croce Bianca. Tra i personaggi ci sono anche Rocco e Oscar, i due gestori, assieme a Albo e Slade, i famosi amici delle relazioni nerd».

Anche Albo, Alberto Petrelli, sta per pubblicare vero?

«Sì, esce tra poco il suo primo romanzo, si chiama “I dolori del giovane imbuto” e verrà pubblicato da Pendragon. Tra l’altro ci sarà un cross over tra i suoi personaggi e i miei. Metello infatti a Ferrara, tra i vari, incontrerà anche Babuz, il protagonista della storia di Albo. Uno sfaccendato che vuole fare l’artista ma in realtà passa le sue giornate al bar. Inutile dire che anche buona parte di quel libro si svolge al Korova».

Cosa significa “Anche il fuoco ha paura di me”?

«Metello, ubriaco, imita una delle battute più famose di Lando Krol. È una spacconata, una di quelle frasi che si sentono nei film d’azione, tipo “Ti spiezzo in due”».

Hai già qualche presentazione in calendario, per far conoscere il romanzo?

«Lunedì 9 novembre sarà a Ravenna, la città di Fernandel, il mio editore. A Ferrara per adesso ancora non ho una data, ma sicuramente passerò anche di qua».

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