C’è la fatica dei contadini del Movimento Sem Terra e c’è quella del fotografo analogico, alle prese con i gesti e i tempi della camera oscura. Istantanee di una lenta e diversa quotidianità che riposano le une a fianco delle altre. Sembra non esserci casualità nella scelta della collocazione dei pannelli che ospitano le foto. Alla vigilia dell’inaugurazione della mostra ‘Vivere una storia e raccontarla in immagini’, incontro Alice Benini e Daniele Zappi dell’Associazione Feedback. Sono loro a farmi da guida, varcata la porta delle Grotte del Boldini, e a illustrarmi i retroscena dell’allestimento.

«La mostra – mi spiega Alice, che si è occupata della fase dell’editing – rappresenta il risultato della seconda edizione di un laboratorio di reportage fotografico, coordinato da Daniele, che è partito il 29 aprile e si è concluso lo scorso 14 ottobre. Gli incontri si sono svolti ogni mercoledì sera all’interno della sede dell’Associazione Feedback. I sedici partecipanti, in un primo momento, hanno avuto l’occasione di incontrare tre fotografi professionisti, Giulio Di Meo, Vincenzo Tessarin e Salvatore Esposito. Poi, durante l’estate si sono dedicati alla realizzazione degli scatti. La scelta degli argomenti è partita da loro, dopo avere ricevuto alcune dritte iniziali. Poi è arrivata la fase della selezione delle sedici foto che avrebbero composto il reportage e di quella indicativa dell’intero lavoro. Infine ognuno di loro ha scritto un proprio testo o ha fatto ricorso a una citazione altrui, come ulteriore strumento per spiegare il senso del reportage».

Il percorso delle sedici foto procede secondo un silenzioso itinerario per tappe. La logica arriva dalla forza che ogni immagine immediatamente sprigiona. «Questo progetto – continua Daniele – nasce da una mia idea. Dopo aver frequentato un corso a Bologna, ho pensato di promuoverne uno qui, introducendo ulteriori elementi. Intanto cercare di comprendere un aspetto nobile della fotografia, quello sociale e della documentazione. Di non soffermarci, dunque, a parlare di tecniche, ma di raccontare delle storie. E in queso senso, è stato molto importante l’incontro con l’esperienza dei fotografi professionisti. Poi, la cura del tempo. Tutta l’estate è servita per scattare e a settembre ci siamo rivisti per fare l’editing».

Attraversiamo lentamente il corridoio, ai lati del quale sono disposti i lavori dei partecipanti al laboratorio Alberto Soffritti, Piero Cavallina, Francesco Sammaritani, Emanuele Romanelli, Giovanni Peressotti, Elisa Natali, Mariangela Ienco, Paola Arquà, Eleonora Fontana, Michele Balugani, Annalisa Chierici, Daniela Ferranti, Cristiano Lega, Marco Bottazzi, Mattia Astolfi e Michele Zerbini.
Chiedo se si può rintracciare un filo conduttore. «Il vivere la storia», mi risponde Daniele. «L’autenticità che viene fuori», aggiunge Alice.

Quello che segue è l’elenco dei titoli e di parte dei virgolettati che accompagnano l’osservatore alla comprensione di ogni singolo reportage.

“Il peggio nel peggio è l’attesa del peggio. Daniel Pennac”
Alberto Soffritti – Reportage: Una giornata al Pronto Soccorso
12092015-alberto Soffritti n.1

Accorgersi di essere parte di una storia, e non solo un semplice osservatore esterno, rende il reportage qualcosa di unico. È il segnale concreto che sei sulla buona strada… questo è quello che mi è successo durante questa esperienza, ovvero semplicemente viverla…”
Piero Cavallina – Reportage: Non si nasce senza nome, non si può
16072015-Piero Cavallina n. 2

“Come l’ape raccoglie il succo dei fiori senza danneggiarne colore e profumo, così il saggio dimori nel mondo – Siddhartha III sec A.C.”.
Nonostante siano passati più di 2000 anni questo suggerimento è più che mai attuale… Dopo 200 anni di sviluppo industriale senza nessun rispetto per l’ambiente, in questi anni l’attenzione per la salute dell’ambiente e del pianeta che ci ospita inizia ad essere sentito come un’esigenza da tutti.
Questo reportage sugli apicoltori mi ha permesso di entrare in contatto con chi ,per lavoro o per hobby, si occupa della raccolta del miele e di tramandare il mestiere antichissimo della produzione di questo alimento, che non ha bisogno di nessuna aggiunta e nessun additivo per essere mangiato e conservato.
Francesco Sammaritani – Reportage: Il miele, un gioco di squadra tra natura e uomo
13072015-Francesco Sammaritani n. 3

Vittorio Leggieri è IL CALZOLAIO, ma prima di tutto Vittorio è una bella persona.
Nel suo piccolo negozio di via Saraceno, si dedica con impegno e passione a soddisfare le più disparate richieste.
Stando seduto parecchie ore all’interno del suo negozio ho potuto ricordarmi da ragazzo, quando vivevo in un piccolo paese di campagna dove i bottegai non erano dei semplici venditori di qualcosa, erano soprattutto degli amici in grado di offrirti un servizio e il sapore di una vera relazione umana.
Uscire con le scarpe riparate da soddisfazione, ma se insieme alle scarpe, porti via anche una battuta, un sorriso o un piccolo ricordo… è decisamente meglio!
Emanuele Romanelli – Reportage: Vittorio il calzolaio
20102015-Emanuele Romanelli n. 4

Ho avuto modo di assistere ad alcune gare di body building ed al backstage che le ha precedute. Mi sono trovata catapultata in un mondo in cui uomini e donne di ogni età sfoderano strati e strati di muscoli tatuati, lucidati e messi in risalto dal mallo di noce, svelati da un abbigliamento ridotto ai minimi termini, costituito da costumini glitterati, perizoma striminziti, tacchi altissimi per le donne e nulla più. Non ho incontrato nessuna timidezza di fronte all’obiettivo della macchina fotografica, anzi dai miei scatti traspare l’estremo orgoglio dei concorrenti nel mostrare il proprio corpo, forgiato da anni di allenamento, di sacrifici e di regimi alimentari iper-proteici.
Elisa Natali – Reportage: Bodybuilders
13062015-Elisa Natali n. 5

“E affronterò la vita a muso duro, un guerriero senza patria senza spada, con un piede nel passato e lo sguardo dritto aperto nel futuro”.
A muso duro, PierAngelo Bertoli
Mariangela Ienco – Reportage: terremoto 3 anni dopo
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“Quanto potere c’è in uno sguardo. Si possono dire molte cose anche senza proferir parola. Uno sguardo che ti prende, ti avvolge e ti racconta una storia per portarti via con se”. Flab Whiskers Crew
Eleonora Fontana – Reportage: Burlesque à la Flab
18102015-Eleonora Fontana n. 7

I protagonisti sono i ragazzi del Borgo San Giovanni, sbandieratori e musici per vocazione, uomini e donne, giovani e un po’ meno, ma anche figuranti e attori, cuochi e mangia fuoco per necessità, da sempre allergici all’ordine militaresco e per questo tanto spettinati da apparire anarchici.
Marco Bottazzi – Reportage: i ragazzi del Borgo San Giovanni
08092015-Marco Bottazzi n. 8

Mi piace più di altri questo scatto perchè mi da l’impressione che i tre personaggi sbircino da dietro il quadro in attesa del loro turno. Anche loro aspettano di essere restaurati e riportati all’ antico splendore .
Pare che stiano controllando l’operato della restauratrice per poi valutarlo e dare il loro giudizio.
Michele Balugani – Reportage: L’arte per l’arte
11072015-Michele Balugani n 9

Credo di avergli gironzolato intorno più di una volta. Non mi decidevo, non volevo disturbarlo, sembrava rapito solo dalla sua musica, ne ero affascinato. Ma è successo che in un breve istante di pausa ha raccolto il mio sguardo curioso. Mi sono avvicinato. Da qui parte la mia storia, l’incontro con un musicista solitario che trascina la sua musica ben oltre i portici di Bologna.
Mattia Astolfi – Reportage: il musicista di Bologna
09072015-Mattia Astolfi n. 10

“… la Terra è madre di tutti. Tutto ciò che capita alla Terra capita anche ai suoi figli. Sputare a Terra è sputare su sé stessi. La Terra non appartiene all’uomo, è l’uomo che appartiene alla Terra. Tutto è collegato, come il sangue che unisce una famiglia. Ciò che capita alla Terra, capita anche ai figli della Terra.” David Servan – Schreiber
Daniela Ferranti – Reportage: l’altro volto del Brasile
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Si tratta di scalfire. Di scalfire una trottola. Di scalfire la vita.
Era una sfida: quella di scheggiare la trottola degli altri ragazzini con la punta di ferro della propria, in modo da renderla inutilizzabile. Era un modo per affermarsi, per dire chi si era. Era un grido, il grido di quel ragazzino cresciuto per strada per dire al mondo. “io esisto”.
Cristiano Lega – Reportage: Il cuore della strada: o’ scugnizzo napoletano
17052015-Cristiano Lega12

OLFATTO: Odore caldo di pelle e legno, odore di carta, odore acre di aceto. Odore secco di lampade riscaldate.
UDITO: Rumore netto dello scatto dell’otturatore, rumore accennato della carta fotografica tra le dita, rumore ritmico della pellicola inserita nella spirale, rumore liquido dei chimici dentro la tank.
TATTO: Freddo delle parti metalliche della macchina, ruvido del soffietto, liscio delle parabole dei flash, bagnato della pellicola risciacquata, caldo della lampada rossa accesa.
Annalisa Chierici – Reportage: La stanza dei sensi, una notte in camera oscura
10102015-Annalisa Chierici n. 13

“..Il viaggio e’ una porta attraverso la quale si esce dalla realta’ nota e si entra un un’altra realta’ inesplorata che somiglia al sogno…” Guy De Maupassant
Paola Arquà – Reportage: Canada tra natura e città
06072015-Paola Arquà n.14_

Un gesto antico che si ripete ogni anno: è questa la vendemmia a Prepotto – sui Colli orientali del Friuli – dove si trovano i vigneti di Schioppettino, vitigno a bacca nera autoctono del Friuli-Venezia Giulia e della Slovenia, conosciuto anche col nome di Ribolla nera. Lo Schioppettino è un vitigno che si è conservato nei secoli, sopravvivendo alle travagliate vicende politiche ed economiche che hanno interessato questa terra di confine e di contatto fra tradizioni agricole italiche, germaniche e slave.
Giovanni Peressotti – Reportage: La vendemmia a Prepotto: la raccolta dello Schioppettino a Prepotto in Friuli
30092015-Giovanni Peressotti 15

Il mio viaggio fotografico all’interno del Laboratorio del Centro Socio Occupazionale di Maiero è stato per me un lavoro straordinario iniziato nel mese di maggio e conclusosi ad ottobre. Ciò che porto ancora con me è il ricordo tenero del negarsi dei volti, quei volti che poi hanno saputo regalarmi bellissimi sorrisi.
Michele Zerbini – Reportage: Diverse normalità
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L’esposizione sarà visitabile da venerdì 23 a mercoledì 28 ottobre nei seguenti giorni e orari:
– venerdì 23, dalle 19 alle 22.30;
– sabato 24, dalle 10.30 alle 22.30;
– domenica 25, dalle 10.30 alle 21;
– lunedì 26, dalle 18 alle 21;
– martedì 27, dalle 18 alle 21;
– mercoledì 28, dalle 18 alle 21.

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