Cicale, pavoni, tende da campeggio. La Tenda Summer School non è solo un laboratorio teatrale per adolescenti. E’ un micro borgo dove venti adolescenti possono dimenticare tutto  e ritrovare se stessi. Villa Mensa, una Delizia Estense che sembra spuntata dal nulla, è davvero un piccolo mondo a sé. C’è una sala cinema, una sala prove, il prato dove campeggiare, un pozzo dove ritrovarsi la sera, un vigneto da cui guardare le stelle. Cinque giorni, tre docenti, venti ragazzi. «Volevo proprio buttarli qui, in campagna, nel nulla, lontano dalle spiagge e dai centri commerciali. Voglio che pensino solo a se stessi come persone» dice Stefano Muroni «Cercavo adolescenti stanchi delle solite cose, abbastanza folli da passare una settimana a Sabbioncello invece di andare al mare». E i folli li ha trovati. Venti ragazzi sono arrivati dal ferrarese, dall’Emilia, dalla Toscana, dalla Spagna, hanno piantato le loro tende, si sono conosciuti, hanno lavorato insieme, hanno fatto amicizia. «Questa è la prima scuola estiva di recitazione per adolescenti a livello europeo» dice Stefano con orgoglio «L’ho fatto perché, alla loro età, avrei dato non so cosa per partecipare ad un’esperienza simile».

Stefano Muroni è nato a Tresigallo e ha sempre voluto fare l’attore. Dalla bassa ferrarese a Roma il passo non è stato facile ma è stato breve.  «Volevo fare l’attore ma impazzivo per trovare qualcosa.  A Ferrara ho fatto il Conservatorio, perché un attore deve sapere cos’è il ritmo. E un corso di teatro diretto da  Massimo Malucelli. Ma non riuscivo a trovare nient’altro che mi formasse sul serio. Così sono andato a Roma». A diciannove anni entra al  Centro Sperimentale di Cinematografia (Scuola Nazionale di Cinema) diretto da Giancarlo Giannini. E comincia a fare sul serio, prendendo lezioni da Pupi Avati, Matteo Garrone, Paolo Sorrentino e Woody Allen.

La Tenda Summer School è un progetto parallelo del CPA, Centro Preformazione Attoriale, fondato e diretto da Stefano Muroni, e inaugurato l’anno scorso, in collaborazione con Giffoni Film Festival. Si tratta di una vera e propria scuola di recitazione per adolescenti della durata di due anni (si sta pensando a un terzo anno extra) che prepara gli aspiranti attori alle audizioni delle più importanti scuole di recitazione nazionali.

Stefano, com’è stata l’esperienza del CPA ?

E’ andata oltre le migliori aspettative. Ci hanno scritto genitori felici di vedere la propria figlia su un palcoscenico, ci dicono che è perfino migliorata a scuola. Due anni non bastano, ci chiedono a gran voce un terzo anno.  A chi dice che quello di attore non è un lavoro stabile basta rispondere che, al giorno d’oggi, di stabile non c’è proprio niente.

Come si prepara un attore?

Fare l’attore non è dire la battuta a memoria. Al CPA i ragazzi vengono formati in modo serio e professionale.  Studiano danza, dizione, fonetica, canto, storia del teatro e del cinema, recitazione davanti alla telecamera. L’anno scorso ne abbiamo selezionati sedici, una scrematura iniziale è d’obbligo.

Foto di Giulia Paratelli

Molti attori che tentano la fortuna a Roma si lamentano del sistema dei provini. Ce ne sono migliaia, hai pochi minuti per dimostrare cosa sai fare e poi hai l’impressione che non ti prendano mai.

Sono anche fortunati ad andarci ai provini! In molti casi bisogna ammettere che il sospetto i provini siano pilotati è alto. Si ha l’impressione  che a essere presi siano sempre gli stessi.

Come si sono svolti questi cinque giorni alla Tenda?

E’ stata una sessione molto impegnativa. Colazione alle 9, lezioni dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19. Quattro giorni intensi di prove e il quinto dedicato alla produzione finale dei video che vedrete presto su Telestense.

Chi sono gli insegnanti?

Massimo Malucelli, docente internazionale della Commedia dell’Arte  e responsabile artistico del CPA, Joe Gallagher, esperto internazionale del teatro di Shakespeare e Marcos Grande Pazos, direttore della  “Escuela de Artes Escénicas Pabulo”.

Andiamo a scambiare quattro chiacchiere con Massimo Malucelli, che ha appena chiuso l’ultimo giorno di prove alla Mensa. I ragazzi hanno provato tutto il pomeriggio ma sembrano non averne mai abbastanza.

Massimo, com’è stata questa esperienza a contatto con il mondo degli adolescenti?

Bellissima. Ci diamo del tu, ci prendiamo in giro a vicenda, non ci sono barriere tra noi. Posso dire di godere di un aspetto privilegiato sul mondo dell’adolescenza. Gli adolescenti hanno bisogno di  strumenti e di un linguaggio, hanno molto da dire, più di quello che pensano.

Cosa vogliono fare da grande, che aspirazioni hanno questi ragazzi?

C’è chi vuole fare il regista, chi lo sceneggiatore, molti vogliono fare l’attore. L’importante è che abbiano capito che quello che stiamo facendo è la base per accedere a questo mondo. Il CPA serve per arrivare preparati alle grandi scuole di recitazione come il Piccolo di Milano o il Centro Sperimentale di Roma.

Cosa avete preparato in questa settimana di agosto?

Abbiamo lavorato sull’interpretazione di scene medievali attualizzate. Il corso si chiama “Dalla Commedia dell’Arte alla Comicità contemporanea”, dagli archetipi ai giorni nostri. I ragazzi hanno un canovaccio, poi sta a loro ampliarlo. Mai dimenticare che la Commedia dell’Arte à nata proprio qui, tra Mantova, Padova e Ferrara.

La settimana a Villa Mensa si è conclusa  e i ragazzi hanno già smontato le tende e rifatto i bagagli. Ma le porte del CPA stanno per riaprirsi. Il mondo dell’adolescenza è duro, meglio affrontarlo su un palcoscenico.

http://www.centropreformazioneattoriale.it/

“La forma di teatro in cui credo è quella dell’homo ludens, per quello non amo gli attori che si auto incensano e si definiscono artisti. Recitare dovrebbe essere sempre fine a sé stesso, come un gioco istintivo. Anche Schiller lo diceva: l’uomo è completamente uomo solo quando gioca. Il vero attore, insomma, è quello che si diverte, che non ha bisogno di teatri sfarzosi, di stucchi e lampadari del settecento per attirare gli occhi su di sé”

Stefano Annoni

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