«Non abbiate paura di entrare, attenzione alla lampadina, il mistero del parrucchiere di Hollywood vi aspetta»: Matteo Farolfi tende le braccia verso la scala a chiocciola che porta alla torretta della Porta. La città è un forno. Aria bollente che sembra sparata direttamente da un phon. Chi era Giancarlo Rossetti? O dovrei dire André Laugh(t), un parrucchiere che lasciò la sua pianura per il biondo platino delle dive di Hollywood. La moda del giallo. Il giallo delle chiome delle star e delle storie noir che piacciono tanto d’estate, il giallo della tre giorni di GialloFerrara.

Il Concerto per Silenzi è la nuova collettiva della Porta degli Angeli, gestita da Evart e un evento off di GialloFerrara. Organizzata da Stefano Bonazzi, talento eclettico e versatile, difficile da mettere in una categoria come tutte le persone interessanti. «Cercavo artisti della nostra zona, artisti diversi e attivi in ogni media, dalla fotografia al disegno. L’idea è quella della fusione di forme d’arte, scrittura e arti visive.» Il concetto di un concerto di silenzi è un ossimoro? «Di certo tutti i personaggi inquietanti appesi a queste mura preferiscono stare in silenzio, ma messi tutti insieme fanno una vera orchestra dark».

Il file rouge stavolta è giallo. O meglio, noir. Cinque sono gli autori della Collettiva, nessuno uguale all’altro.

Virginia Mori, con i suoi disegni realizzati con la penna bic, cattura subito l’attenzione. Collegiali inquietanti dal caschetto nero, teste mozzate di cheerleader, conigli intorno a un letto dove si sta svolgendo quella che può essere una lotta o una scena di sesso, ragazze con il cuscino sulla faccia. Bozze di storie che non iniziano nemmeno e che ti portano per mano in un mondo più dark di Alice e il Bianconiglio.

Foto di Giacomo Brini

Il mondo di Stefano Bonazzi è a metà strada tra quello delle fiabe, il modo inventato dagli adulti per far conoscere la morte ai bambini e l’universo di David Lynch. Le foto della Mad Parade sono fotocomposizioni, collage in digitale. Metropolitane, uomini coniglio, maschere antigas e maschere di fiori.

Fabio Selvatici, appassionato di grafica digitale fin da adolescente, propone fotografie di nudi femminili in disfacimento. La sua tecnica è un mix d’immagini digitali su cui interviene manualmente. «Si tratta di corpi femminili nudi che si sgretolano. Il tema dello sgretolamento, del corpo consumato, è un tema a me molto caro.»

«Com’è essere artista a Ferrara?» gli chiediamo. «L’ispirazione c’è, la storia della città parla da sola e non mancano mai eventi e mostre. E’ il luogo giusto, lontana dal cemento di Milano. Io qui sto bene, non sento l’esigenza di andarmene.»

Emiliano Rinaldi, di Copparo, è l’autore della ministoria in sei fotogrammi. «La fotografia non racconta mai la verità» ci spiega «di fronte a queste foto ci chiediamo è un incontro erotico o la scena di un omicidio? E’ un gioco sull’ambiguità del linguaggio fotografico. La serie The Killer inside me è un omaggio a Jim Thompson, scrittore noir americano. Ho scattato queste foto durante una performance di ballerini di tango a cura di Isabella Falbo, insegnante di Bologna.»

Eugenio Squarcia, un artista dalla banalità pari a zero e Matteo Farolfi, di tendenza neo espressionista, sono gli autori di Laught Crime, l’installazione montata nel sudore della torretta. Non vogliamo svelarvi troppo: ci sono taccuini, cellophane, lampadine e scritte su prodotti da supermercato (La società dei bempensanti ride delle virtù nascoste). Un’installazione ermetica e claustrofobica che dà un senso di stordimento e disorientamento. «Obiettivo raggiunto» sorride Eugenio Squarcia.

Un motivo ricorrente in molte delle opere è un animale dall’apparenza banale. L’uomo coniglio in un vagone vuoto della metro e i conigli curiosi di Virginia Mori si sposano bene con un’atmosfera noir e fiabesca. I conigli sono animali strani, teneri e inquietanti, domestici e selvatici, con occhi alieni e antenne al posto delle orecchie.

Una foto della Mad Parade ritrae una bambina con una maschera antigas (per difendersi da quello che c’è fuori?) con un ukulele appoggiato sulle gambe, per comunicare con l’unico mondo che ci resta. Come scriveva Efraim Medina Reyes , infatti, questo è un “mondo del cazzo per crescere ma per quanto ne sappiamo è anche l’unico dove le api ronzano e i passeri ridono”. (Lettera al figlio, Internazionale n. 739, 10 aprile 2008).

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Concerto per Silenzi

1-19 luglio

Porta degli Angeli

2 Commenti

  1. matteo scrive:

    Articolo, come sempre nel caso di Sara, capace di centrare il bersaglio con poche pennellate (grande!) – le foto di Giacomo ormai hanno il sapore della “certezza artistica” – la mostra è da visitare senza alcun dubbio: Stefano, Virginia, Fabio, Eugenio, Emiliano e Matteo sono dotati di talento e intelligenza. Bravi tutti! I miei più sentiti complimenti!

  2. Giorgio scrive:

    La mostra merita soltanto per la presenza di Virginia Mori.

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