Era l’estate del 2011 quando ci sono stati per l’ultima volta gli Emergency Days a Ferrara. Poi, tra mancanza di sponsor e terremoto, l’arresto si è protratto per anni. Oggi, e fino al 5 luglio, i giorni dell’Emergency ferrarese ritornano. Ne abbiamo parlato con due volontari, Maria Sole Perrone e Mattia Vallieri, che proprio grazie a quell’ultimo festival avevano deciso di diventare parte attiva di Emergency. Insieme, ci hanno spiegato le novità, i contenuti e gli appuntamenti di questa nuova edizione.

Dopo cinque edizioni e un consenso crescente, torna a Ferrara Emergency Days, organizzato dalla sede ferrarese dell’associazione, che avevamo incontrato e raccontato qui. Perché siete mancati tutti questi anni?

“Purtroppo non avevamo abbastanza fondi per poter continuare. Quest’anno, invece, il festival di Emergency è stato reso possibile grazie al contributo di alcuni sponsor e al fatto che ci appoggiamo al Reload festival. In questo modo possiamo dividere i costi e le attrezzature. Loro iniziano la settimana successiva (dall’8 al 26 luglio) alla nostra, così riusciamo a dividere le spese”.

Quali sono le novità di quest’anno? È cambiato qualcosa rispetto a prima?

“Il luogo, appunto. Prima gli Emergency days si tenevano in piazza Municipale, mentre quest’anno saranno dove c’è ogni anno il Reload, in viale Alfonso I d’Este. E poi ovviamente cambiano i temi di attualità, che vogliamo affrontare durante il festival”.

Come saranno suddivisi i giorni di festival?

“Ogni giorno avrà una diversa tematica. Dalle ore 18;30 inizieranno gli incontri con i nostri ospiti e poi ogni sera suoneranno due gruppi, il primo alle ore 21 e il secondo alle 22;30. Ci sarà inoltre uno spazio dedicato ai bambini, dalle ore 16;30, con laboratori sul riuso a cura della Bottega di Copparo e con incontri di musica da tutto il mondo, di canti e filastrocche, e di narrazioni a cura della Piccola compagnia dell’airone. Infine, ci sarà il ristorante nel quale si susseguiranno alcuni ristoratori del territorio partner dell’iniziativa, con menu pensati appositamente per il festival, e una mostra fotografica dal titolo La nostra Africa. Non mancheranno poi i libri”.

Qual è la programmazione, giorno per giorno?

“La programmazione è abbastanza ampia. Partiamo con oggi?”

Sì, partiamo da oggi. Oggi mercoledì primo luglio cosa proponete?

“Inizieremo con il tema Resistenze. Alle 18;30 ci sarà l’incontro pubblico con Adelmo Cervi, figlio di Aldo Cervi, ucciso coi suoi sei fratelli dalle truppe fasciste. Adelmo ha scritto con Giovanni Zucca Io che conosco il tuo cuore, la storia di un padre partigiano raccontata da un figlio; con il giornalista del Quotidiano nazionale a Firenze Lorenzo Guadagnucci, fra i promotori del Comitato verità e giustizia per Genova e del gruppo Giornalisti contro il razzismo, e infine Ezio Bertok, una delle voci del movimento No Tav dalla nascita e animatore culturale del Controsservatorio Valsusa. La discussione sarà moderata dal giornalista e studioso di sociologia Checchino Antonini.

Alle ore 21 inizia il concerto di Alice Pisano, cantautrice, chitarrista e pianista, ex voce della band Down the rabbit hole. Alle 22;30 sarà invece il momento di Underground railroad, gruppo ferrarese rock blues che presenterà il loro ultimo lavoro discografico Growing three”.

Foto di Fabio Zecchi

E giovedì 2 luglio?

“Giovedì è dedicato al tema delle Mafie. Alle 18;30 con l’incontro pubblico La mafia esiste, dove dialogheranno il giornalista de Il fatto quotidiano e direttore di Omicron (l’Osservatorio milanese sulla criminalità organizzata al Nord) Gianni Barbacetto; Marco Maroni (per Il fatto quotidiano si occupa di economia e in passato ha lavorato a Il mondo, Corriere della sera, Il sole 24 ore); Gaetano Alessi, che da anni si occupa di antimafia e antifascismo (curatore degli ultimi dossier sulle mafie in Emilia Romagna e autore di Periferie: terre forti) e Elia Minari, coordinatore di Cortocircuito, l’associazione culturale antimafia di Reggio Emilia e regista della video-inchiesta La ‘ndrangheta di casa nostra. A moderare l’incontro sarà Federica Pezzoli, del settore informazione di Libera Ferrara. Alle ore 21 il gruppo indie rock ferrarese Macròlle e alle 22;30 Nicolò Carnesi, musicista emergente e cantautore siciliano che l’anno scorso fu a Ferrara sotto le stelle, la cui musica è influenzata dalla tradizione musicale italiana e dal british pop degli anni ’80”.

Bene. Nel weekend cosa ci attende?

“Venerdì festeggeremo i 21 anni di Emergency, proprio da dove tutto è partito: il Ruanda. All’incontro pubblico delle 18;30 ci saranno Christiana Ruggeri, giornalista degli esteri del Tg2 e autrice di Dall’inferno si ritorna, la storia vera di Bibi, a cinque anni in fuga dal Ruanda, e Paolo Busoni esperto di storia militare e collaboratore di Emergency. A coordinare l’incontro sarà la collaboratrice giornalistica, autrice televisiva e videomaker Stefania Andreotti di Listone mag. Alle 21 terranno compagnia le ritmiche dei Pocoloco e alle 22;30 sarà il momento di Nico Royale, artista reggae italiano con uno stile che varia dal roots al dub, dalla dancehall all’hip hop.

Sabato 4 luglio, dalle 18;30, ci sarà un momento molto atteso, perché si parlerà di un tema attuale e scottante: Italia terra di accoglienza. Interverranno Enzo Gianmaria Napolillo, autore di Le tartarughe tornano sempre; Stefano Galieni, che si occupa di immigrazione dagli anni ’80 ed è tra gli estensori della Legge sui diritti dei cittadini migranti che vivono nella Regione Lazio; Andrea Freda, infermiere e coordinatore del poliambulatorio di Emergency a Marghera, e infine don Domenico Bedin, dell’associazione Viale K, impegnata sul territorio nell’accoglienza dei migranti. L’incontro sarà moderato da Licia Vignotto di Listone mag, coordinatrice del centro di partecipazione L’Urlo, operatrice di Area giovani, referente ferrarese del progetto regionale YoungER card e bibliotecaria presso la casa circondariale dell’Arginone. Alle 21, i sette elementi dei Carte 48 suoneranno il loro repertorio e alle 22;30 lasceranno il posto sul palco a Scarda, cantautore che presenta il suo primo album I piedi sul cruscotto.

Domenica 5 si parte già dalle 10;30 con Palio for Emergency, dove le contrade di Ferrara si sfideranno in alcuni giochi medioevali (con pranzo a tema aperto a tutti previa prenotazione al 333.9940136). Alle 18;30 il giornalista e autore televisivo Alessandro Robecchi (attualmente editorialista de Il fatto quotidiano) presenta il suo ultimo libro Dove sei stanotte, intervistato da Sergio Armanino de La Nuova Ferrara. Si conclude con il solito doppio concerto: alle 21 con Altre di b e alle 22;30 con il trio torinese Nadar solo”.

Questa manifestazione serve anche a raccogliere fondi per qualcosa che a Emergency preme particolarmente. Ce ne parlate?

“I soldi che raccoglieremo durante questo Emergency days andranno a sostenere il centro pediatrico di Goderich, in Sierra Leone. Costruito in uno dei paesi più poveri al mondo, dove oltre tre quarti della popolazione vive con meno di due dollari al giorno e il tasso di mortalità nei primi anni di vita è altissimo. L’ospedale in Sierra Leone di Emergency è stato l’unico rimasto operativo durante il disastro dell’ebola. In Africa servono ospedali non solo di pronto soccorso, ma anche in grado di poter svolgere un intervento cardochirurgico, mentre ora c’è chi muore anche per un semplice intervento. È giusto che per la stessa cosa qui siamo curabili e là no?”

Come mai siete diventati volontari di Emergency? Perché questa associazione e non un’altra?

“Per la completezza che ha. Il problema non è quello di dire ‘aiutiamo il senegalese, non l’italiano’, anche perché l’obiettivo non era quello inizialmente. Emergency è nato per soccorrere le vittime da mine in Ruanda, anche se ora lo scopo si sta trasformando, con il Progetto Italia.  Penso che mai, all’inizio, Gino Strada avrebbe pensato di dover operare anche nel nostro Paese, mentre ora nei nostri poliambulatori arrivano anche molti italiani. Aiutiamo chi ha più bisogno e portiamo non solo soccorsi socio-sanitari, ma ci battiamo anche per offrire all’interno degli ospedali di Emergency la possibilità di garantire i diritti sia dei credenti che dei non credenti, di professare il proprio dio, di garantire il diritto all’istruzione e così via. Sosteniamo che i diritti sono tali se sono di tutti e che la guerra non ha alcun senso.”.

Avete rispettivamente 25 (Maria Sole) e 27 anni (Mattia). Consigliereste di fare volontariato ai vostri coetanei?

“Sì. Crediamo che in questo momento aiutare sia importante e sarebbe bello che tanti ragazzi facessero volontariato. Basta prendere il caso degli immigrati di questi tempi: la società civile è più avanti della politica, con cittadini che a Lampedusa offrono loro cibo e accoglienza. Attraverso questa associazione, noi vogliamo divulgare una vita di pace”.

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