Se una domenica d’inverno un bambino… si trova ad essere libero da feste di compleanno a tema con dress code, sessioni internazionali on-line di playstation, gare di nuoto, equitazione e slittino norvegese su erba, e che pure per caso ha uno o più genitori che non cedono alle lusinghe del divano nel primo pomeriggio domenicale, allora potrà fare una cosa che troppo spesso viene considerata di nicchia o proprio non viene considerata: ANDARE A TEATRO.

È il Teatro Comunale di Ferrara che ogni anno pensa ad una programmazione adatta ai più giovani, spettacoli rivolti a bambini dai quattro anni fino ai ragazzi delle medie. Questo programma che si svolge principalmente sul palco del Teatro Boldini è rivolto sia alle scuole con un numero maggiore di spettacoli alla mattina sia alle famiglie con la rassegna “Se una domenica d’inverno un bambino” e, neanche a dirlo, gli spettacoli vanno in scena la domenica nel primo pomeriggio.

Nella stagione 2014-15 i bambini che hanno trascorso qualche domenica al Teatro Boldini hanno avuto modo di incontrare Hansel e Gretel, il principe felice di Oscar Wilde, Cenerentola, il soldatino di piombo e altri. Ogni spettacolo utilizza linguaggi e strumenti propri: la narrazione, la musica, la danza, capaci di divertire, affascinare e lasciare messaggi ad ogni spettatore, grande e piccolo che sia.

Nella domenica d’inverno a cui ho deciso di partecipare ci sono sul palco due fratelli, due pasticceri che passano le notti nel loro laboratorio tra creme e glasse aspettando un’innamorata. Mentre io apprezzo la colonna sonora di Lou Reed, Talking Heads, Doors e Rolling Stones i bambini ridono dei goffi e strampalati balletti dei due cuochi; mentre io riconosco gli struggenti tormenti amorosi di Cyrano di Bergérac, i bambini si incantano ad ascoltare un cuoco pasticcione che si dispera per la sua bella e mentre noi adulti abbiamo già capito che lei è da qualche altra parte a prendersi un caffè con Godot, tanti piccoli occhioni la cercano pensando che possa comparire da un momento all’altro. Ma non è né per Godot né per Cyrano che i bambini sono lì. Portare i bambini a teatro significa educarli. In un periodo in cui ognuno di noi porta in tasca uno schermo e con un gesto può far comparire maialini parlanti, draghi e dinosauri e li usiamo come un dardo di sedativo in ogni occasione ( e diolibenedica, dico mio malgrado da mamma), bisogna far capire ai bambini che c’è dell’altro, che esiste qualcosa che non si comanda con un dito, che richiede attenzione, silenzio, ma non per questo è meno divertente e appagante. E questo è l’arte, è il teatro.

Nella mia domenica ho avuto un accompagnatore d’eccezione: mio figlio. La sua prima esperienza a teatro, un esperimento decisamente rischioso sia perchè si tratta di un esordio da spettatore sia perchè lo spettacolo è consigliato ad un pubblico un po’ più grande del mio duenne. Per questi motivi prendiamo i posti vicini all’uscita e subito studio la traiettoria per lanciare figlio fuori al primo urlo. Per fortuna non ho dovuto attuare nessun piano di evacuazione, anzi, con il buio in sala ho visto mio figlio incollarsi alla sedia e i suoi occhi non si sono più staccati dal palcoscenico e da tutto quello che ci succede sopra.

Ho pensato che il mio piccoletto, per quanto colpito dalla novità, non avesse capito molto, ma il lunedì, arrivati all’asilo ha iniziato a raccontare di quelle sedie che salgono se non stai seduto, del buio, dei fratelli che facevano le torte e mentre lui raccontava alla sua maniera, altri bambini un po’ più grandi e più esperti si uniscono al racconto e ci spiegano che «lì ci sono proprio le persone vere, mica come in televisione quando guardi i film o i cartoni», «alla fine gli puoi dire bravi, io l’ho urlato e quelli mi hanno detto grazie», «io mi sono messo la cravatta perchè a teatro si va eleganti».

Ecco cosa rimane ad un bambino di uno spettacolo a teatro, l’abitudine e l’educazione ad apprezzare un’arte fatta di tanti profumi, luci, suoni, bui, silenzi, riti, un’abitudine che forse no, ma forse sì da adulto lo porterà a fermarsi a guardare le locandine del Teatro Comunale, a comprarsi qualche biglietto di qualche spettacolo e magari se una domenica d’inverno vorrà passare un pomeriggio denso di qualità, saprà dove portare i suoi bambini.

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