Il motivetto narrava di rose chiuse che sbocciano di colpo, di flotte di bambini festosi che si mettono a suonare, di uomini seri che lanciano il cappello per aria. Chissà se Leonardo, il più giovane musicista della Banda filarmonica comunale ‘Ludovico Ariosto’, conosce le parole del brano portato al successo da Mina nel 1967. Di quel viaggio contagioso fra la tristezza e la speranza celato appunto dietro il titolo, ‘La banda’. Un pezzo scritto da Antonio Amurri su un tappeto di note disegnate dal compositore brasiliano Chico Buarque de Hollanda. Quello che è certo è che di quel microcosmo itinerante, popolare serbatoio di aggregazione e talento, fa parte anche lui. Perché fra le percussioni, gli strumenti a fiato e quelli a corda, c’è posto per musicisti di ogni età, siano essi dilettanti o professionisti.

Tradizione e modernità si intersecano nella storia della Banda filarmonica comunale ‘Ludovico Ariosto’. Una tappa cruciale è quella del 2014. Anno nel corso del quale viene registrato un nuovo atto costitutivo e il nome dell’organico passa da quello del maestro Francesco Musi, che ne fu direttore nel secondo dopoguerra, a quello dell’autore del poema ‘Orlando furioso’. L’associazione, attiva da circa un ventennio, pone così le basi per una nuova programmazione di attività. Attività che procedono di pari passo con la scuola della musica, dove Anna Paola de Biasi insegna il sax ed Emmanuela Susca il flauto traverso, Fabio Bonora dà lezioni di clarinetto e Stefano Caleffi di tromba e trombone. Un’area di formazione didattica promossa da docenti diplomati in conservatori nazionali, con la finalità di inserire nuovi elementi all’interno della Banda, oltre ad arricchire il bagaglio culturale della formazione, sul solco di un continuo dialogo fra generazioni.

Dalla piazza al teatro, dal concerto alla parata, dalla cerimonia pubblica a quella religiosa, la Banda pone l’accento sul suo carattere comunitario. Senza nascondere l’intento di salvaguardia del proprio multiforme patrimonio di musica e canto.

La più recente occasione per incontrare i musicisti in divisa arriva nel giorno dedicato alla Liberazione. Lo scorso 25 aprile, infatti, una successione di sedie è la platea collocata in un angolo di piazza Municipale. Il cielo del pomeriggio non è azzurro come il colore delle uniformi dei componenti. Eppure il pubblico si dispone composto, davanti alla formazione diretta dal maestro Stefano Caleffi, in attesa che il suono si diffonda nell’aria. L’inno di Mameli è il pezzo che rompe gli indugi. Le diverse età di coloro che eseguono il brano ricalcano quelle dei passanti che si fermano ad ascoltare. C’è la signora anziana che non esita a intonare le strofe, c’è la bambina che ne fa la colonna sonora del suo personale balletto improvvisato. L’applauso che segue spiana la strada all’esibizione di ‘Bella ciao’. Il repertorio muta ancora e le note sono quelle del ‘Valzer n. 2’ di Dmitrij Sostakovic. Le atmosfere del brano, reso famoso dal film ‘Eyes wide shut’, avvolgono in lungo e in largo quel perimetro di piazza. Una coppia ne approfitta per dare vita a un lesto e furtivo passo a due. Poi è il momento di un omaggio al cantautore e musicista Lucio Dalla. Si volteggia da ‘4/3/1943’ a ‘Caruso’, da ‘Piazza Grande’ ad ‘Attenti al lupo’, passando per ‘L’anno che verrà’.

Foto di Giacomo Brini

La scia delle note traccia pertanto un repertorio che abbraccia i generi più vari. Lo conferma il maestro Caleffi. «C’è spazio – sottolinea – per il jazz, il blues, lo swing, senza tralasciare i brani tipici bandistici. Anche l’età dei musicisti, professionisti e dilettanti, spazia parecchio. Si va dai quattordici anni del più giovane che suona la batteria agli ottanta del più anziano che suona il flicorno baritono. Siamo circa una quarantina di elementi, provenienti per lo più dal territorio di Ferrara, oltre a qualcuno di Bologna. Per fare le prove ci incontriamo ogni mercoledì sera, dalle 21 alle 23, nella nostra sede in via Traversagno 29. Per quanto riguarda le prossime singole attività, abbiamo tanta carne al fuoco».

Il riferimento è intanto alla collaborazione con un gruppo di majorette. Il proposito è arrivare a un’integrazione fra le due forme espressive, nell’ambito di spettacoli dove le coerografie si sposino con l’esecuzione musicale dei pezzi. Lo scorso dicembre, peraltro, la Banda si è esibita in concerto insieme al corpo di ballo ferrarese ‘Twirl art majorette’. Poi c’è lo sguardo rivolto alla formazione di una ‘street band’, con circa quindici elementi interni o esterni, alle prese con momenti di ballo e musica rock e funky. Poi c’è l’intento di dare vita a frequenti scambi culturali fra bande musicali, senza infine dimenticare la sostituzione delle vecchie divise.

Nelle pause prima di suonare si trova il tempo per ascoltare aneddoti legati alla storia della Banda. «Suono la tromba – afferma Aldo Gessi – da trentacinque anni. Nella Banda, quando ancora si chiamava ‘Francesco Musi’, ho visto passare fra le ottanta e le novanta persone. La passione che c’è per la musica è legata anche alle amicizie che nascono qui. Fra i concerti più apprezzati dal pubblico che mi sono rimasti in mente, ne ricordo un paio. Erano gli anni Ottanta. Ricordo che eravamo circa una sessantina di musicisti al Lido delle Nazioni per un’iniziativa estiva. Si fermarono tantissimi turisti a sentirci, fu un’esperienza molto bella. Poi ricordo un’altra volta, nello stesso periodo, in piazza Trento e Trieste. Ci fu un assolo di tromba dal balconcino del Teatro Nuovo».

Ad aggiungersi alla testimonianza del collega, c’è Werter Montanari. «Io – continua – suono il clarinetto da una ventina d’anni. Adesso sono in pensione e suono con mia figlia. Mi piace l’entusiasmo che si respira nella Banda».

Permane lo strumento, ma cambia l’età del musicista. «Ho ventisei anni – spiega Fabio Bonora – e suono il clarinetto. Lo suono da quando avevo undici anni. Ho cominciato studiando educazione musicale alle scuole medie. Adesso insegno musica nella scuola che abbiamo alla Banda».

1 Commento

  1. Grazie per questo bellissimo articolo e per le foto suggestive. Non potevano esserci parole migliori per descrivere la nostra realtá musicale! ♫

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