SCOUT: persona in bermuda di velluto e camicia in ogni stagione, con una spiccata avversione per comfort quali un materasso o un bagno, a cui piace camminare tanto e quando non cammina si raduna in cerchio con i suoi simili a ballare e cantare.

Ecco la mia personalissima definizione di scout, che avevo in testa quel giovedì sera mentre mi dirigevo verso la loro sede in via della Resistenza per assistere ad una loro riunione. Ordine del giorno: definizione degli ultimi dettagli per il pomeriggio di animazione cittadina del 19 aprile in piazza Ariostea.

Ad aprirmi vengono alcuni ragazzi in felpa e jeans (intanto) e ci sediamo su comode sedie (ma dai) tutti in cerchio (lo sapevo!). Iniziano con le presentazioni, sono l’Enogastroclan Anduril, gruppo scout FE3, un clan, in gergo scout, di una ventina di ragazzi tra i 17 e 21 anni. Poi passano a raccontarmi dell’iniziativa. L’idea nasce durante la route nazionale dell’estate scorsa. Tanto per capirci, la route è un campo durante il quale gli scout intraprendono un cammino sia in senso spirituale che fisico, che in genere si conclude con un impegno da portare a casa.

Conclusa la route estiva gli scout ferraresi tornano quindi a casa con una missione di stampo ambientale-ecologista rivolta alla nostra città. Ad aspettarli trovano l’Urban Center che subito si interessa all’idea. Ne nasce una collaborazione che si inserisce nel più ampio progetto di Ferrara Mia, insieme per la cura della città, con la responsabile Anna Rosa Fava; i principi a cui tende e si ispira Ferrara Mia sono solidarietà, partecipazione e collaborazione, cura e fiducia. Il dialogo con gli scout è venuto naturale e il loro progetto si è inserito perfetto come un pezzo di puzzle. Così i ragazzi hanno tirato a lucido l’uniforme e si sono ritrovati seduti al tavolo di cristallo delle sale del Comune per ragionare attraverso il coordinamento dell’architetto Giuseppe Camillo Santangelo sui luoghi che più sentivano propri e sul sentimento di appartenenza alla città.

Da questa riflessione nasce Niente fumo tanto Ariosto che vede come scenario/protagonista piazza Ariostea.

Dicono i ragazzi: “La decisione di questo luogo non è stata casuale, deriva da una riflessione dalla quale abbiamo capito quanto fosse importante piazza Ariostea per noi e per la città stessa, e di come non volessimo vederla trascurata e maltrattata. Questa volontà di miglioramento ci ha portato alla realizzazione di questo progetto in cui ci impegniamo a sensibilizzare la cittadinanza, attraverso l’uso di una pagina Facebook e di questa giornata”.

 

Foto di Eugenio Ciccone

Finita la loro spiegazione mi chiedono se sono soddisfatta, perché loro dovrebbero procedere con l’organizzazione del pomeriggio. Però vedono che sto pensando qualcosa e mi invitano a fare domande. In effetti mentre mi spiegavano le loro intenzioni io non potevo fare a meno di chiedermi se quei ragazzi sarebbero gli stessi senza pantaloncini di velluto e fazzoletto al collo. Riuscirebbero a sostenere gli stessi ideali da soli con amici lontani dal loro mondo scout? La risposta arriva veloce e decisa, loro credono in quello che fanno, loro sono scout sempre, con o senza divisa, la loro è una scelta di vita. Una risposta d’impeto fulminea e fulminante data da dei poco più che maggiorenni. Quasi quasi mi convincono.

La riunione prosegue, io non c’entro più niente e loro possono passare ad organizzare le attività.

“Qui ci sono le 500 locandine da portare in giro”
“Chi viene sabato a costruire il muro per il gioco?”
“Io ci sono” “Io ho la partita, poi arrivo”
“Ricordatevi i pali da portare!”
“A spalla in 3 o 4 ce la facciamo”

Sono pratici, entusiasti, hanno voglia di fare, di fare fatica, hanno un obiettivo e ci credono. E sono ragazzi. Non sono concetti inconciliabili. La riunione si conclude con i festeggiamenti per i 600 like sulla pagina Facebook dove è stato indetto anche un concorso fotografico con tema la Ferrara pulita. Ci diamo appuntamento per domenica.

Piazza Ariostea è gremita come al solito in queste prime domeniche di caldo e li vedo in uno spicchio del prato. E vedo tutto quello di cui avevo sentito parlare: un muro di cartone da colorare, staffette tra scatoloni per la raccolta differenziata, pali di due metri a cui sono appese le foto di Ferrara pubblicate sulla pagina Facebook. E poi ci sono i bambini, che costruiscono strumenti musicali con le vecchie bottiglie di plastica, che indovinano dove va buttato un contenitore del latte. Ci sono i genitori che giocano con i figli e si mettono alla prova con quiz sulla raccolta differenziata; e ci sono i giovani non scout, qualcuno non si accorge neanche cosa sta succedendo e continua a prendere il sole e a chiacchierare sull’anello, qualcuno preferisce guardare da lontano e altri si avvicinano, magari salutano un amico scout e ne approfittano per dare un’occhiata alle foto appese, qualche temerario chiede informazioni.

La domenica si conclude in cerchio (non ne dubitavo) per la premiazione delle foto più apprezzate su Facebook, l’ultima raccomandazione per uno stile di vita green, ringraziamenti e saluti. Né balli né canti. Peccato.

C’è da dire che Ferrara Mia con l’intenzione di creare una forma di cittadinanza attiva non poteva trovare persone più attive degli scout. C’è da dire che quando ho saputo che avrei scritto di ecologia, raccolta differenziata, cura dell’ambiente, ho pensato che fossero temi ovvi, poco originali, già triti e ritriti. C’è da dire che pochi giorni dopo quella domenica ci sono passata da Piazza Ariostea e qualche traccia di fumo l’ho vista e un po’ meno di Ariosto che da là in alto preferiva non guardare.

Ho pensato allora che i temi di quella giornata sarebbe bello che fossero ovvi e scontati, che non ci fosse niente di sensazionale nel buttare una lattina nel cestino (quello giusto), ma per ora non è così.

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