Un tempo neanche troppo lontano, tra gli anni ’80 e ‘90, quando il calcio non era un fenomeno esclusivamente televisivo come oggi e andare allo stadio non era un complicato slalom tra tornelli, biglietti nominativi e tessere del tifoso, in provincia di Ferrara varie squadre di dilettanti hanno vissuto il loro momento di gloria. Come, per esempio, l’Argentana che, grazie al legame privilegiato con la Spal, che le prestava molti giovani del vivaio, era salita fino alla vecchia serie Interregionale, restandoci stabilmente per diversi anni; oppure il Casumaro di mister Zuccatelli, guru ferrarese della zona alla Sacchi (Arrigo), che arrivò a giocarsi la serie D in un “drammatico” spareggio al Paolo Mazza contro il Boca S.Lazzaro, perdendo immeritatamente. Per non parlare della Centese, arrampicatasi fino alla serie C1, lo stesso campionato della grande Spal.

In questo variegato panorama, una squadra più di altre ha vissuto un legame particolarmente forte con la piccola comunità di cui era espressione, raggiungendo “vette” fino allora impensabili e, forse, irripetibili per un paesino di neanche duemila abitanti, privo di particolari risorse economiche: l’Unione Sportiva Ostellato.

Fino a metà degli anni ’80 i “Gialli” (così chiamati dal colore “canarino” delle maglie) avevano navigato, senza troppa gloria, nei bassifondi della Terza Categoria, dove le partite più sentite erano i derby con le squadre delle frazioni vicine. Poi, grazie alla fortunata combinazione tra una buona nidiata di giovani del paese, un presidente appassionato e ambizioso come Giancarlo Frabetti e Gilberto Marchini, allenatore-giocatore che, anche se ormai a fine carriera, dopo aver militato in categorie superiori, ancora era in grado di fare la differenza, ci fu la rapida scalata alle serie maggiori del calcio dilettantistico.

Parallelamente al successo della squadra, si accompagnava la crescente passione della gente. In quegli anni, per un ostellatese andare a vedere i gialli era come per un ferrarese andare alla Spal. Ogni domenica, al piccolo campo sportivo comunale “Gulinelli-Poletti” si radunavano non meno di trecento persone a fare un tifo indiavolato, la torcida era in gran parte composta da agguerriti settanta-ottantenni che, avendo fatto la guerra, avrebbero messo in fuga qualunque hooligan. Una domenica (campionato d’Eccellenza 1991-92) scese a Ostellato il Cattolica, squadra che solo un paio d’anni prima giocava in C2, famosa per la sua tifoseria particolarmente calda. Infatti, arrivarono dalla Romagna un centinaio di supporters, armati di fumogeni e megafoni, in testa portavano elmetti gialli.

Per l’occasione, erano state rafforzate le misure di sicurezza. Di solito, alle partite dei gialli veniva solo il Maresciallo dei carabinieri; in quella circostanza, si aggiunse un appuntato. Ma non fu necessario alcun intervento della forza pubblica: bastò che, ai primi cori lanciati dagli hooligans romagnoli, uno dei nostri “giovanotti” rispondesse, senza scomporsi «Mo stev zitt, imbezìl!», perché questi, sorpresi da tanto disarmante buon senso, si ammutolissero. A sorpresa, i gialli vinsero quella partita per uno a zero e l’eroe della giornata fu il portiere Pirazzoli, che parò addirittura due rigori.

Foto di Enrico Frabetti

Il clou, però, erano le partite fuori casa. Nei campionati d’Eccellenza e Promozione, infatti, l’Ostellato era sempre inserito nel girone romagnolo, con trasferte anche piuttosto lunghe. Società e tifosi, allora, organizzavano un pullman, che partiva dalla piazza del paese la domenica mattina. Arrivati a destinazione, mentre la squadra consumava un pasto frugale e poi se ne andava allo stadio per l’ultima sgambata prima della partita, tifosi, genitori, mogli e fidanzate dei calciatori si stabilivano in trattoria per mangiate memorabili. Alla partita, poi, eravamo sempre noi la maggioranza e, a volte, i ragazzi ci regalavano delle belle soddisfazioni, come quella vittoria a Cesenatico (la prima storica vittoria nel campionato di Promozione 1989-90), in uno stadio da diecimila posti occupato solo da un centinaio di ostellatesi, dove i gialli trionfarono 2-0, con un Eurogol di Sandro Tosi da fuori area.

Ricordiamo quei momenti con Roberto Bolognesi, che ha vissuto da protagonista la storica cavalcata dell’Ostellato dalla Terza all’Eccellenza. «La stagione della svolta è stata il 1986-87- ricorda Bolognesi, ex difensore centrale che, nel linguaggio tipico del giornalismo sportivo, si sarebbe definito “arcigno”. Noi eravamo una squadra formata da promettenti ragazzi del paese: oltre a me c’erano Massimo Barattoni, Luca Frabetti, Piero Battaglia, Paolo Calafà e Paolo Tabacchi, a cui si aggiunsero, l’anno dopo, il più esperto Sandro Tosi e Tiziano Benetti, il nucleo storico che avviò la squadra all’Eccellenza. Avevamo alle spalle qualche buon campionato, ma ci mancava il salto di qualità, che abbiamo fatto con l’arrivo di Marchini in panchina. Lui era anche un ottimo attaccante, veniva dall’Argentana, e negli anni in cui ricoprì il doppio ruolo di allenatore- giocatore, in Terza e Seconda categoria, vincemmo i campionati a mani basse».

Nella memoria degli sportivi ostellatesi, una partita più di ogni altra è rimasta impressa: campionato di Prima categoria 1988-89, mancano poche giornate alla fine e Ostellato e Castel Guelfo si stanno giocando il secondo posto in classifica, che da diritto al passaggio alla categoria superiore, la Promozione. All’andata i gialli avevano subìto una sonora batosta dai bolognesi: un 4-1 che aveva segnato la fine della carriera di Marchini come giocatore. «Quell’anno eravamo partiti senza ambizioni particolari – continua “Bolo” – ed eravamo convinti di poter competere per i primi posti solo all’inizio del girone di ritorno, quando andammo a vincere sul campo della Copparese capolista».

Era un caldo pomeriggio di primavera e le cose al campo sportivo di Ostellato non stavano andando troppo bene: al novantesimo la partita era bloccata sul 2-2, risultato che favoriva il Castel Guelfo, che, con un punto di vantaggio in classifica, poteva agevolmente amministrare nelle ultime giornate. All’improvviso l’arbitro, forse stanco di farsi dare del «’gnorante» dal tifoso Luigi Schincaglia, fischia un rigore per i gialli. Sul dischetto si presenta Pino Vecchiattini, giocatore straordinario, di quelli che vedevi anni fa tra i dilettanti e ti chiedevi che cosa ci facessero li, perché gente con quel talento si trovasse a calcare quei campetti periferici. «Pino era un gran calciatore: giocava quando aveva voglia, ma quando era nella giornata giusta, faceva la differenza». Inevitabile che fosse lui, con quella sua aria indolente, a prendersi una simile responsabilità. Ricordo che io manco sono riuscito a guardare, nascosto dietro le spalle larghe di mio nonno a pregare gli dei del calcio, che, evidentemente in buona, mi hanno ascoltato. Sento il piede di Pino che colpisce la palla e la gente che esplode in un urlo di gioia: è il 3-2, è il gol promozione!

Negli anni successivi arrivarono altre soddisfazioni: i campionati di Promozione ed Eccellenza, le trasferte in Romagna che sembravano gite scolastiche e che, agli occhi di noi paesani, parevano interminabili. «Quello è stato un periodo bellissimo. Tutto il paese era coinvolto. Al Bar Sport, dal lunedì al mercoledì si parlava della partita della domenica prima; dal giovedì s’iniziava a parlare di quella della domenica dopo. I giornali locali davano molto spazio al calcio dilettanti, in particolare la Nuova e la Gazzetta di Ferrara, cosa che contribuiva ad esaltare ulteriormente l’ambiente. Ricordo, in particolare, un derby col Migliarino: giocavamo in casa e la tribunetta del campo sportivo era gremita, tutt’intorno era un mare di gente aggrappata alla rete di recinzione. Ci saranno state mille persone! Ancora oggi, a ripensarci mi emoziono e, quando ne parlo ad amici o colleghi, mi chiedono in quale campionato professionistico giocassi. Non riescono a credere che fossero solo dilettanti».

La favola dei gialli durò altri tre anni, al campetto di via del Mezzano scesero e, a volte, tornarono a casa con le pive nel sacco, squadroni che, anni dopo, avrebbero incrociato la Spal in serie C: San Marino, Santarcangiolese, Bellaria, Castel San Pietro, Imolese, solo per citarne alcuni. Un giovanissimo Nicola Rizzoli, arbitro della finale dell’ultimo mondiale in Brasile, si fece le ossa dirigendo un Ostellato-Sanmaurese del campionato di Promozione 1990-91. In panchina, a Marchini succedette Ubaldo Malossi e a Ostellato arrivò anche qualche bidone, come un certo Ferro, che doveva essere un bomber implacabile, ma che si segnalò, nell’anno che vestì in giallo, più per i palloni scagliati nell’attiguo canale di scolo che per i gol. «Dopo il secondo anno di Promozione, io fui acquistato dall’Argentana – conclude Bolognesi. I gialli fecero un campionato di Eccellenza in cui si salvarono, ma, con la morte del presidente Giancarlo Frabetti, la vera anima di quei successi, l’entusiasmo iniziò a calare e, al termine del campionato 1992-93, la squadra retrocesse in Promozione».

Dopo alterne vicende, oggi i gialli sono ripartiti dalla Terza categoria. Di quegli anni in cui tutto il paese si è divertito insieme alla propria squadra di calcio, resta il piacevole ricordo di chi li ha vissuti. «Mi piacerebbe scrivere un libro su quell’Ostellato – confessa Bolognesi al termine del nostro colloquio. Avrei tanti aneddoti da raccontare, ma mi manca il tempo. Chissà, forse un giorno ci riuscirò».

1 Commento

  1. Giancarlo Mucchi scrive:

    Bei ricordi, anche se visti dalla sponda migliarinese! Tra Ostellato e Migliarino c’è sempre stata un’accesa rivalità e i momenti felici di una delle due squadre erano vissuti con una certa frustrazione dai tifosi dell’altra. Ricordo un aneddoto probabilmente risalente al 1989, l’anno citato anche dall’estensore dell’articolo, quando l’Ostellato salì in promozione. Io ero insegnante di matematica di ruolo alle medie di Ostellato e nel contempo presidente della squadra di calcio di Migliarino, che in quei momenti non se la passava troppo bene. Era uno degli ultimi giorni di scuola, un lunedì mattina, e, appena entrato in classe, uno dei miei alunni mi apostrofò così: Prof ha visto che l’Ostellato è andato in Promozione? A quel punto ha prevalso in me lo spirito del tifoso e mi è scappata una risposta, di cui poi mi sono pentito: pensa alla tua promozione, che non è così certa! Naturalmente non era vero!

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