Simone Caleffi, ha 38 anni e vive a Fuerteventura, nelle Isole Canarie.

Quando sei emigrato? Cosa facevi prima?

Sono partito da Ferrara nel 2008 un po’ all’avventura, caricando la macchina con lo stretto necessario per una “lunga vacanza” di alcuni mesi… riflettere e surfare un po’… direzione Fuerteventura! Mi ero appena licenziato da un posto di assegnista di ricerca all’Università con futuro un po’ incerto. Una volta arrivato a Fuerte, ho cercato di trovare lavoro come ingegnere, e quando ormai avevo finito i risparmi e capito che il novanta per cento dell’isola vive di turismo ho accettato il primo lavoro disponibile: sparecchiare tavoli sporchi. Non era il massimo ma in un modo o nell’altro era il mio primo lavoro! Ero contento, sparecchiavo col sorriso sapendo che dopo otto ore sarei andato a surfare!

Cosa fai ora?

Ora dopo vari lavoretti precari e provvisori, ho avviato un’attività in proprio. Da una serata sul divano tra amici sei anni fa (grazie al mio amico Gianfra che mi ha ispirato e aiutato) è nata l’idea di creare magliettine semplici marchiate “I love FV ®” , banale ma ancora nessuno lo aveva realizzato! Adesso gestisco un negozietto ed una piccola distribuzione di magliette ed accessori “I love FV”… per ora funziona!


Cosa ti manca?

Mi mancano spesso i miei genitori e gli amici che vedo meno spesso adesso, ma anche il cinema, le mostre, i concerti e la musica e tutto ciò di cui ti riempie una città col suo bombardamento di informazioni costantemente in divenire. Inizio a sentire la mancanza di ciò da cui ero scappato.

Cos’hai trovato?

Ora vivo una vita tranquilla, a misura d’uomo, dove quotidianamente lavoro, ma riesco comunque a ritagliare un tempo per me stesso, senza esser sottoposto a ritmi sfrenati.
La routine di tutti i giorni sull’isola ti toglie un po’ la percezione del tempo che passa. Vivere il mare un po’ tutti i giorni è la mia maniera di godere del tempo libero!
Vivere all’estero implica rinunce, ma anche crescere. Si impara a conoscere e rispettare una cultura diversa dalla propria, soprattutto chi decide di trasferirsi in un posto piccolo come questo… ricordiamoci che si entra in casa altrui in punta di piedi!
I Majoreri (abitanti di Fuerteventura) sono persone amabili e gentili che però poco a poco hanno visto gli stranieri arrivare e comprare di attività, terreni e proprietà.
Ovviamente tutto ciò ha contribuito allo sviluppo dell’isola: negli anni ’80 tre quarti delle strade non erano neanche asfaltate, non c’era niente…ma ora c’è tutto!
Il banale sogno comune dei turisti con cui parlo mentre lavoro è aprire un baretto sulla spiaggia o un ristorantino tipico italiano a gestione familiare, per non parlare di gelaterie e aperitivi “all’italiana”. Ma qui siamo in Spagna! I turisti si aspettano di vedere qualcosa di tipico alle Canarie e non una Little Italy ricreata oltre Oceano.
Da circa due o tre anni si stanno trasferendo a Fuerteventura circa cento italiani al mese, molti con la stessa idea di aprire la suddetta attività (con professionalità improvvisata e senza neanche conoscere una parola di spagnolo) per poi ritrovarsi dopo sei mesi con in mano attività fallimentari, nessun lavoro e i risparmi finiti!
Abbiamo letteralmente invaso l’isola, tappezzando le strade principali di bar e ristoranti tricolori, siamo oltre il cinquanta per cento degli stranieri residenti, e per strada ormai e’ raro sentir parlar spagnolo. Il lavoro è molto difficile da trovare (fuori stagione direi impossibile), molta domanda e poca offerta portano a condizioni di lavoro al limite dell’accettabile e spesso senza contratti, mentre gli affitti scarseggiano con conseguente aumento dei prezzi…è vero che Fuerteventura è un’isola abbastanza economica ma anche i salari si sono adeguati! Per cui attenzione non è tutto oro quello che luccica!

Come trascorri la domenica? Cosa mangi?

Questa domenica mi sono alzato presto e ho surfato in spiaggia con gli amici. L’isola è bellissima, si riesce sempre a scoprire un angolino dove si è ancora in pochi.
Ora mi godo un piatto di spaghetti al tonno, pomodoro fresco, un peperoncino e viva la semplicità…sono proprio buoni… forse dovrei aprire un ristorante!

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