anatomia /anato’mia/ s. f. [dal latino tardo anatomĭa, derivato dal greco ανατομή, anatomḗ “dissezione”, formato da ανά, anà “attraverso”, e τέμνω, tèmno “tagliare”].
1. (med.) a. [complesso e distribuzione degli elementi di un organismo] ≈ forma, struttura. b. [arte e tecnica di dissezionare un cadavere] ≈ autopsia, dissezione, necroscopia.
2. (fig.) [valutazione approfondita e minuta di qualcosa, con la prep. di: a. di un testo] ≈ analisi, esame, indagine, scomposizione.

Padova
Bologna
Ferrara
Modena
Pavia
Lucca
Pistoia.

Solo sette in tutta Italia. Di cosa stiamo parlando? Della riscoperta dei teatri anatomici.

«Spesso la gente non sa che cos’è un teatro anatomico, non c’è questa attenzione», racconta Milka Panayotova, ideatrice di “Live Cracks”, performance site-specific per teatri anatomici. «Questi luoghi sono stati in uso per un centinaio di anni. In fondo, ora, sono delle sale che ogni tanto ospitano qualcosa, ma pochi sanno per cosa venivano utilizzati un tempo».

L’anfiteatro di anatomia, o teatro anatomico, era il luogo adibito alle dimostrazioni anatomiche in cui, al centro della stanza, era posizionato un tavolo sul quale avveniva la dissezione di cadaveri. Il luogo era circondato poi da gradini disposti in modo circolare, ellittico o ottagonale e provvisti di parapetto. Da questa zona rialzata gli studenti potevano osservare il procedere della dimostrazione da parte dei docenti di Medicina. Proprio a Ferrara è possibile visitare uno dei sette teatri anatomici rimasti in Italia, quello che ha dato vita al progetto di Milka Panayotova.

Il progetto Live Cracks nasce infatti come spettacolo che diventa strumento per la riscoperta e la valorizzazione dei rari teatri anatomici sopravvissuti fino ad oggi. Sviluppandosi insieme a un team di performer, artisti e ricercatori di medicina e di storia, la danza diventa un modo per ricordare l’importanza dei primi studi sul corpo umano avvenuti proprio in questi luoghi a partire dal Rinascimento, non soltanto per lo sviluppo della medicina, ma anche delle arti, della danza e della concezione stessa del corpo umano. «Quello che stiamo cercando di fare – spiega Milka – è di aprire questi spazi al pubblico. Quello di Ferrara è situato all’interno della biblioteca Ariostea, a Lucca invece è in un liceo, a Pistoia fa parte dell’ospedale e a Modena è in via di restauro ed è impossibile accedervi fino al 2018. Quello di Bologna è aperto al pubblico ma spesso ci passano solo i turisti. La gente in generale non li conosce».

Proprio nel teatro anatomico dell’Archiginnasio, a Bologna, è prevista la seconda tappa di Live Cracks, venerdì 10 ottobre. La prima è avvenuta a Ferrara lo scorso marzo, ma il percorso è nato anni fa, dall’incontro di Milka Panayotova (dopo l’esperienza di formazione al Wimbledon College of Art di Londra) e di Alessandra Fabbri (di ritorno dalla Palucca University of Dance di Dresda). «La prima volta che ho visitato il teatro anatomico di Ferrara – racconta Milka -, ormai tre anni fa, ero incinta. Ancora oggi ricordo solo una cosa: un odore sgradevolissimo, tanto da non tornarci più. Poi ho dovuto fare un progetto site-specific e mi è ritornato alla mente quel posto così particolare. Sono venuta così a conoscere la storia dei teatri anatomici. Proprio in Italia troviamo i primi e più antichi esemplari di teatri anatomici, e anche i più belli secondo me, perché è dove sono stati inventati». L’idea della coreografa è infatti di portare lo spettacolo in tutti e sette i teatri anatomici italiani, per poi spostarsi verso quelli europei nel 2015 e del nord America nel 2017.

Per Alessandra Fabbri, che nello spettacolo è una delle due danzatrici, era il 2003 quando per la prima volta visitò il teatro anatomico di Ferrara. «Poi un paio d’anni fa – racconta – ci sono ritornata con un amico anatomopatologo che vive in Francia. Lui è rimasto impressionato perché un teatro anatomico è il chiaro segnale di come si è evoluta la storia dell’uomo, del percorso che abbiamo dovuto fare. È grazie a questa libertà, ovvero vedere il corpo di un morto come realmente è, che si è evoluta non solo la scienza, ma anche la nostra concezione dell’arte e della cultura. Per la dissezione venivano usati criminali e prostitute; insomma, gente di basso profilo. Il docente impartiva le lezioni, ma ad aprire i corpi erano macellai e barbieri. Eh sì, stati loro i primi chirurghi della storia! C’è anche da dire che i cadaveri arrivavano a fare una gran puzza. I corpi erano preziosi, non è che se ne trovava uno al giorno. Lo stesso cadavere veniva usato anche per due settimane di fila, solo d’inverno, perché si conservava di più».

Foto di Claudio Furin

A Milka Panayotova, però, interessa la celebrazione del corpo vivo. «Con Live Cracks non voglio di certo fare un inno alla morte. In questi luoghi il corpo morto è già stato studiato, vorrei tornarci ora con un corpo in movimento, con uno studio dell’anatomia “in vita”, uno studio sull’uomo e la sua corporalità». «Il bello è che – aggiunge Alessandra – quando noi facciamo danza studiamo continuamente l’anatomia umana. Dobbiamo sapere appoggiare bene il malleolo, dobbiamo imparare a ruotare il femore. Per sapere come mettere bene il nostro corpo è necessario prima di tutto conoscerne le sue componenti, la sua struttura. Quando la studiamo a scuola non ce ne frega nulla dell’anatomia, mentre quando essa si lega alla danza è tutta un’altra cosa. Conoscere l’anatomia ci aiuta a capire meglio chi siamo e cosa vogliamo diventare. In un certo senso, io credo, ci aiuta anche a vivere, perché diventa parte del tuo pensare. È essenziale capire l’anatomia delle diverse articolazioni, dei muscoli, considerare le ossa che ci compongono. Tutto questo determina la qualità dei nostri movimenti». Inoltre, per Alessandra Fabbri, l’anatomia è utile per abbattere i tabù. «Nel mondo in cui viviamo ci sono donne nude, ovunque. Eppure, in mezzo a tutta questa nudità del corpo non sappiamo dire dove si trovi la cresta iliaca. Capisci? Questo vuol dire che non si ha neppure il coraggio di mettere le mani sull’osso sacro del proprio vicino. Oltre alla funzione sessuale, il corpo umano ha ben altre funzioni e la conoscenza dell’anatomia porta con sé anche la capacità di liberarci da tutte le sovrastrutture sociali che ci condizionano da secoli. Studiare anatomia ci porta ad essere più liberi di utilizzare il corpo e la danza qui diventa la celebrazione del corpo umano».

Live Cracks è un progetto, per ora, autofinanziato e autogestito, che si basa sul concetto di crowdfunding. «Fare uno spettacolo all’interno di un teatro anatomico – spiega Milka – è molto particolare, ma anche molto difficile da sostenere economicamente. Ho pensato che il crowdfunding sia un ottimo modo, se non l’unico ora, per sostenere questo tipo di progetti». Il crowdfunding consiste nel raccogliere fondi online, dove ogni persona interessata al progetto mette una quota in base alle proprie capacità e al proprio interesse a collaborare per la riuscita di un evento. «Qui in Italia viene spesso confuso – concludono Milka e Alessandra -. Si pensa che a mettere dei soldi debbano essere sempre e solo gli amici e i parenti di chi è coinvolto nel progetto da finanziare. Invece il bello di questo metodo è che ogni cittadino può contribuire, anche con piccole cifre di partenza, alla riapertura di un luogo affascinante in cui normalmente è difficile entrare. Noi con questo progetto vogliamo richiamare l’attenzione su certi posti, e far vedere come è ricco il patrimonio che abbiamo sotto casa e che non conosciamo. Ma per poter continuare, serve l’aiuto di chi pensa sia giusto farlo perché fa bene alla società vedere uno spettacolo. Ci piacerebbe che a sostenerci fossero i cittadini interessati».

Lascia un commento

Prima di lasciare il tuo commento, ricordati di respirare. Non saranno ospitati negli spazi di discussione termini che non seguano le norme di rispetto e buona educazione. Post con contenuti violenti, scurrili o aggressivi non verranno pubblicati: in fondo, basta un pizzico di buon senso. Grazie.