Ad ogni edizione la tre giorni di Internazionale coinvolge e impegna a vario titolo un numero sempre maggiore di ferraresi. Per capire come vivono il Festival abbiamo posto ad alcuni di loro una serie di semplici domande. Il campione non è assolutamente rappresentativo. Gli intervistati sono stati: un giornalista (PRESS), una persona che anche questo weekend lavorava (WORK), chi era impegnato nella logistica della manifestazione (STAFF), l’organizzatore di un evento collaterale (OFF), qualcuno che frequenta il festival come un turista, saltando da un incontro all’altro (TOUR).

Le risposte sono riportate fedelmente e nonostante una domanda sulla Svezia – per la quale ci siamo ispirati alla clip dei ragazzi del liceo Roiti, presentata alla conferenza “Cara Italia, ti scrivo” – il quadro che ne esce ci pare onesto e interessante.

Partiamo forte, le tre cose che non ti sono piaciute del Festival?
PRESS: Quelli che si atteggiano con il pass. La gente che sembra interessatissima ad eventi e questioni che durante l’anno non segue per nulla. L’eccessiva retorica di molti interventi.
WORK: Il fatto che spesso si rinuncia ad andare a certi incontri perché convinti ci sia il pienone, mentre non sempre è così, ma lo si scopre troppo tardi. La cattiva organizzazione, all’Imbarcadero non andava nessuna proiezione e la mostra alla Porta degli Angeli non era ancora allestita, gli artisti si son trovati senza corrente e con gli ambienti ancora da pulire. Ultimo: Canei deve smetterla di mettere playlist da Zuni, è un non-evento.
STAFF: Troppi incontri sull’immigrazione, quasi monotematico. Hanno cambiato le mele con le pere. Troppe cose in troppo poco tempo, vorrei fossero spalmate su più giorni per non perderne così tante.
OFF: Manca a Ferrara una capacità ricettiva alternativa a quella alberghiera in grado di accogliere sempre più visitatori. L’ansia da prestazione che avverto ancora prima che il Festival cominci, ti senti un escluso quando tutti gli altri arrivano con i programmi già spulciati e gli incontri selezionati, pianificati e magicamente incastrati. La settimana prima del Festival l’edicola sotto casa finisce subito la rivista.
TOUR: Ho percepito un aumento della commercializzazione del Festival con più stand privati. La mancanza di una “destra” che generi nei dibattiti un confronto dialettico più interessante. Lo scarso eco mediatico del Festival, sembra incredibile ma molti miei amici che leggono la rivista non lo conoscono.

Tre cose belle di Internazionale a Ferrara?
PRESS: La gran quantità di persone in giro, il vedere così tanti amici e conoscenti che vi si impegnano a vario titolo. Le pere distribuite gratuitamente. Il fatto che ci si senta al posto giusto, proprio dove stanno succedendo le cose.
WORK: La città è invasa da persone, che parlano. La presenza di così tanti eventi dislocati in tantissimi punti diversi, si può girare il Festival anche a caso. Le pere.
STAFF: L’atmosfera che si respira in città è fantastica. La varietà delle conferenze. La presenza di figure rappresentative del giornalismo internazionale.
OFF: Si percepisce in città una massa critica maggiore. Mi diverte l’idea di provare a capire chi è “internazionalino” (cioè chi è qui per il Festival, ndr) e chi no. La capillarità e il coinvolgimento attivo che la città è riuscita a dimostrare quest’anno.
TOUR: L’accoglienza e la serenità che la città riesce a trasmettere. L’atmosfera di kermesse, l’informalità e il flusso delle persone che ti può portare ad eventi e luoghi che non immaginavi. La capacità di riuscire a creare con pochissimi soldi eventi come questo.

Cosa mi sai dire sulla Svezia?
PRESS: Ci sono tantissimi suicidi.
WORK: Mi sbaglio sempre confondendola con la Scozia.
OFF: Ho un amico che ci vive, ma sua sorella non ha nessunissima intenzione di andarci.
STAFF: Tutti ci mettono i soldi dell’evasione fiscale… ah no, quella è la Svizzera.
TOUR: Ai Mondiali di calcio fa sempre una figura dignitosa, ma esce di sicuro agli ottavi.

Quali sono le tre questioni internazionali che stai seguendo maggiormente?
PRESS: Ucraina/Russia, ISIS, Palestina/Israele.
WORK: Gaz(z)a, qualcosa a Pechino, e poi i media italiani non parlano molto di questioni internazionali.
OFF: Ebola, guerre civili in nord Africa, immigrazione.
STAFF: Crisi spagnola, Gaza, Giappone.
TOUR: Immigrazione, Pakistan, battaglia per le materie prime africane.

Quale evento locale hai apprezzato maggiormente durante la tre giorni di Festival?
PRESS: La mostra fotografica “Casa torre, il grattacielo di Ferrara” alla Galleria del Carbone.
WORK: La mostra internazionale di illustratori contemporanei “Eden” alla Porta degli Angeli.
OFF: Sono veramente tantissimi, e lo dico in senso positivo.
STAFF: La Fiera internazionale del commercio equo e solidale “Tuttaunaltracosa” in piazza Ariostea.
TOUR: La commemorazione della strage di Lampedusa del 3 ottobre 2013, “Memorie migranti” presso il Circolo Bolognesi.

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