“Intanto si dice Mac”. I ragazzi del Mc Donald’s mi correggono subito. I miei trent’anni cominciano già a pesare in un mondo fatto di Converse e pantaloni a vita bassa. L’adolescenza la ricordavo diversa: un mondo fatto di calzini sporchi e brufoli schiacciati davanti allo specchio. Ma i nuovi adolescenti hanno visi puliti, capelli con messa in piega perfetta e nessuna traccia di occhiaie o acne. E’ il penultimo giorno di scuola e un gruppetto di ragazzi tra i quattordici e i diciassette anni si srotola sul pavimento della galleria Matteotti come lumache al sole. A volte stanno lì per ore. In apparenza sembrano non fare proprio niente.

Non fanno niente. Eppure sono finiti sul giornale. I ragazzi del Mac sono visti come “bande di adolescenti che bivaccano per terra e insultano passanti e negozianti che li rimproverano, oltre a prendere di mira i loro coetanei” (Resto del Carlino, domenica 8 giugno 2014). Pare che i commercianti della galleria abbiano perfino chiamato i vigili “esasperati dai bivacchi dei ragazzi che urlano, bestemmiano, sporcano e sputano a terra”. I ragazzi preferiscono non commentare. Ma gli occhi riversi al cielo rispondono da soli.

Chi sono quindi i ragazzi del Mac? Hanno quindici anni e le Converse ma sanno già tutto. Indossano tutti le stesse scarpe. E al polso hanno almeno un orologio Casio. Alcuni portano pantaloni larghi, con piega alle caviglie e i calzini bianchi che fa molto Michael Jackson. C’è chi ha rifatto la seconda media già due volte. A scuola non ci vanno molto, dicono. Ma è anche una posa per impressionare le ragazzine. “A me studiare piace” dice una di loro con i jeans aderenti e i capelli lunghi. “E voglio andare all’università a studiare lingue”. Arriva Batman, cappello nero tirato sulla faccia e auricolari intorno al collo. “Eccomi” dice “se volete un’immagine decente io sono qui. Fatemi una foto, diventerò famoso”.

“Batman, tu ci vai a scuola?”

“No, ho smesso”.

A proposito di scuola. Pare che ogni scuola a Ferrara abbia il suo punto di aggregazione. Se sei uno studente della Città del Ragazzo, del De Pisis o del Marco Polo è facile che ti diano appuntamento sotto la galleria Matteotti. Se studi al Roiti o all’Ariosto, il rendez-vous sarà alla Mel. Almeno così racconta un gruppo di studenti che incrociamo in via Mazzini. Sono tutti del terzo anno del Roiti. “Noi al Mac non ci troviamo mai. Al massimo ci capita di beccarci lì ma poi andiamo subito da un’altra parte, non stiamo lì ore a bivaccare”.

“Cosa succederà con l’arrivo dell’estate” chiedo “abbandonerete la galleria del Mac?”. A rispondere è un ragazzino abbronzato come un pensionato di Rimini. Urla come se fossimo allo stadio ma è molto simpatico. Scopriamo che il nome del taglio di capelli rasati ai lati con ciuffo sulla fronte è Palma. Lo chiameremo così.

“Certo! Veniamo qui tutti i giorni “dice Palma” anche se non c’è scuola. Anche d’estate”.

“Perché non vi trasferite al parco?”

“A volte lo facciamo, andiamo all’Ario”. Piazza Ariostea per chi ha più di ventitré anni.

Foto di Lucia Ligniti

Come mai il Mac è diventato un punto di aggregazione?”

“Boh. Se hai fame vieni qui, costa poco. Vengono tutti qui. Quasi tutti. E’ così da almeno quattro anni. Prima non c’era la gente che c’è adesso. Prima non andava di moda”.

“E cosa andava di moda prima?”

“Boh”.

In realtà pare che tutto cominciò quando il Mac Donald’s allestì i tavolini fuori quattro, cinque anni fa. Prima vennero i pensionati e poi i ragazzi. I tavolini vennero tolti, i ragazzi rimasero.

Ma non vi annoiate mai? Cosa fate tutto il giorno?”

“No. C’è sempre qualcosa da fare”, risponde una ragazza con il piercing. “Parliamo, ascoltiamo la musica”. Tira fuori gli auricolari per spiegarsi meglio: “Tupac, Chris Brown, house, hip hop”.

“Oppure ci facciamo le sopracciglia” aggiunge una biondina.

“E bevete?”

“Solo coca cola”. Palma distoglie lo sguardo.

E’ il momento della domanda più indigesta. Quella che ti fanno ancora i genitori puntandoti il dito contro e scrollando la testa. E’ la tipica domanda dei professori, con il sopracciglio rialzato.

“Cosa volete fare da grandi?”

All’inizio ottengo una sfilza di boh. Meglio cambiare domanda.

“Cosa non volete fare da grandi?”

“L’insegnante! Mai e poi mai” dice una ragazza senza distogliere le ciglia appesantite dal mascara dal cellulare. Il mai e il per sempre dei sedici anni sono più potenti di una bomba al napalm. Per fortuna poi la vita decide per conto suo.

“Io lo so cosa vorrei fare” dice Palma. “Ma non lo dico. Sennò quelle mi prendono in giro”. Gli allungo un foglio di bloc notes piegato in due. “Scrivilo qui” gli propongo. Anche gli altri si fanno coraggio e i boh evolvono in desideri piccoli e grandi. C’è chi vuole fare l’elettricista e chi il commesso da Foot Locker. Ma anche il medico o la stilista. Ci interrompe una ragazzina dai jeans stretti e con il cellulare rosa tra le mani. E’ in pieno dramma. Non sa che scusa rifilare a sua madre che aspetta dall’altro capo del telefono. Ha appena scoperto che non è andata a scuola. Cerchiamo di darle una mano. In fondo abbiamo tutti fatto fuoco almeno una volta.

“Dille che c’era sciopero degli insegnanti” proponiamo.

“Oggi. Ma ieri?”

“Neanche ieri sei andata a scuola?”

“Ma no!”

La ragazza fila via con il cellulare bollente sull’orecchio. Ho un’ultima domanda per i ragazzi del Mac.

Quando passo di qui, penso sempre Ma sono tutti vestiti uguali. Come mai?”

Si guardano intorno. Ci sono fasi della vita in cui non si riesce a dare spiegazioni. L’adolescenza è una di quelle.

“E’ la moda. Se non hai le converse sei uno sfigato” dice la ragazza del Marco Polo.

“Comunque le converse possono essere solo di tre colori: bianco, nero e rosso” la corregge Palma.

“Io ne ho un paio azzurre” dico “vanno bene lo stesso?” Palma fa una smorfia con la bocca.

“E’ tipico di Ferrara” dicono in coro. “E’ così e basta”.

“E pensate che altrove sia diverso?”

“Boh. Forse a Bologna c’è più varietà, più stile. Qui se uno è diverso viene giudicato. Ti becchi un’etichetta che non ti levi più”.

“Nemmeno dopo la scuola?”

“No. Tanto a Ferrara t’incontri di nuovo per forza. C’è sempre la stessa gente”.

54 Commenti

  1. Roberta scrive:

    Reportage molto piacevole, sento il dovere di aggiungere un dettaglio:
    Ascoltano musica, urlano, sputano, minacciano e RUBANO! E i negozianti del centro non ne possono più di “ladri impuniti” perché sono ragazzini o perché alle spalle hanno situazioni difficili o famiglie troppo per bene… E le forze dell’ordine, sempre più ridotte a livello numerico e dedite a situazioni più gravi da risolvere, non possono molto, quasi nulla…

    • Matilde scrive:

      Questa è mentalità chiusa e tanta ignoranza! Non sono di certo le persone che girano lì sotto che rubano, ne tantomeno hanno situazioni familiari difficili anzi! Non è che se c’è gente di colore o perché siamo giovani vuol dire che siamo noi a rubare! Pensi che i più ‘fighettini’ non rubino? Ma smettiamola dai! Minacciano? Quando? E posso assicurare che le guardie dell’ordine passano svariate volte davanti al Mc Donald’s senza dirci niente proprio perché, quando siamo lì, non ci comportiamo da selvaggi o persone con una malavita solo per le vostre stupide etichette!

  2. Matilde scrive:

    Io quel pomeriggio c’ero, e queste non sono minimamente le cose che hanno detto le persone lì sotto, avete ingigantito e soprattutto modificato le parole dei miei coetanei!

    • anonimo scrive:

      Matilde, riesci a dirmi precisamente su cosa l’autrice del reportage ha ingigantito e modificato?
      A mio parere dopo aver letto questo articolo, sei corsa subito ai ripari, contestando ciò che viene scritto qua (mettendo in dubbio la professionalità dell’ autrice), e cercando di proteggere i tuoi coetanei. Ma sopratutto cosa ha modificato? Il fatto che una ragazza abbia risposto che non era andata a scuola il giorno prima?

      • Matilde scrive:

        Non mi ha certo dato fastidio il fatto della mia compagna che ha marinato la scuola, forse è l’unica cosa vera detta nell’articolo! Certo che mi son messa sulla difensiva, se un genitore legge delle cose così cosa può pensare? Voi ci avete descritto come selvaggi generalizzando la situazione! Lei c’era quel pomeriggio? No, non credo proprio! Metto in dubbio la professionalità dell’autrice perché si è inventata buona parte dell’ articolo! Inoltre non cerco di ‘proteggere i miei coetanei’ cerco solo di mettere in chiaro le cose! Ma d’altronde siete ‘giornalisti’ non si può aspettare altro che enormi frottole solo per dare nell’occhio!

  3. stefano scrive:

    Conosco l’autrice e se c’è una dote che possiede è quella di riportare fedelmente il pensiero dell’intervistato. Giustamente, come dice Anonimo, se per qualcuno ha deformato o ingigantito, che almeno riferisca quali frasi o concetti non ha riportato fedelmente. Altrimenti la crtitica è solo fuffa.

  4. francesca scrive:

    E aggiungo che ce anche il famoso profilo
    frara frara
    dove ce questa “dolce” ragazzo/a che prende in giro tutti quelli di ferrara.. se sei fidanzato..con chi…
    mi hanno detto che uso foto shop… e hanno preso le mie foto ( e per questo potrei denunciare sinceramente) e danno della troia o nel suo linguaggio “puttanella” o “zoccola” a tutta ferrara , un giorno entro su facebook e trovo un post di frara frara con scritto tipo ” a ferrara sono tutte troie this is ferrara”
    Allora io vado a scuola a bologna e vivo anche a bologna e cose del genere mai sentite! Ci sono le critiche… ma cpse cosi no..
    poi a bologna ci sono le atesse mode di ferrara … la moda non l avete inventata voi ragazzi!
    E sul fatto delle scuole e se sei figo ….
    bha.. vergogna..serio haha sono senza parole… a si …andate a scuola … si dice “mec” non “mac”

    • Matilde scrive:

      Non sei di ferrara, resta a Bologna e sta nel tuo, che a quanto pare non la conosci ferrara!

      • francesca scrive:

        Lo so che non sono di ferrara cosa….
        em.. vorrei solo capire perche allora quella vacca di frara frara mi ha preso per il culo
        Ps
        Fatti i cavoli detta tua vita amore…
        Non sai proprio nulla di me.

  5. Enrico scrive:

    Quanto perbenismo nei commenti…a partire dal fatto che, a mio parere, è un’articolo che non scalfisce minimamente la superficie dell’età così difficile e sfaccettata che è l’adolescenza. Ma poi, chi di noi, da adolescente, non si trovava i pomeriggi senza fare nulla, sempre nello stesso posto, per ore, solo per ammazzare il tempo. Ovvio che in un gruppo ampio, scatta anche la teoria del branco, per cui, comportamenti come, sputare, insultare, la moda nel vestire tutti uguali pensando di essere diversi, sono tutte caratteristiche imputabili all’omologazione. L’abbiamo vissuto tutti! Nessuno escluso, chi dice il contrario è un’ipocrita. Il problema del saltare la scuola è da sempre un problema, ma non imputabile solo a questa generazione!! Per cui, prima di sputare sentenze sugli adolescenti, tacciandoli di essere delinquenti o peggio, inviterei a ripensare alla propria adolescenza e soprattutto ai ben pochi progetti che il Comune di Ferrara ha da offrire a questi ragazzi ( senza nulla togliere all’ottimo lavoro che fanno già realtà come AreaGiovani e l’Urlo…).

    • axer scrive:

      “L’abbiamo vissuto tutti! Nessuno escluso, chi dice il contrario è un’ipocrita.”
      Un corno, io sono sempre andato a scuola. E mai mi sono sentito uno sfigato per questo: ora studio ciò che mi piace, mentre chi faceva lo stupido allora ne paga le conseguenze. Non ci sono solo questi giovani: la maggioranza (per fortuna) non perde le giornate a bivaccare in piazza perché “è di moda”.
      Riguardo alla frase “l problema del saltare la scuola è da sempre un problema, ma non imputabile solo a questa generazione” concordo invece pienamente con te, ma non mi sembra che offrire più progetti ai ragazzi che fanno fuoco sia il modo di risolvere la questione!

    • Matilde scrive:

      Condivido il tuo pensiero! Troppo perbenismo e ipocrisia! Mi piacerebbe vederli tutti questi ‘santi’ com’era nell’età adolescenziale!

    • Anon scrive:

      Personalmente, non ricordo di essere stato ore giorni settimane e mesi a NON FARE NULLA. Il NON FARE NULLA 10 anni fa era un insulto, appena tornato da scuola si usciva a calcetto fino la sera tardi che quasi non si vedeva più il pallone. Tornavamo a casa, tutti sporchi, sudati e col pallone in mano. Una volta arrivato a casa, in massimo un’ora facevo i compiti di cui non me ne importava più di tanto, per poi andare a letto. Oggi, purtroppo, la cultura e società mediterranea (italiani e spagnoli) è molto povera di educazione. Esempio: vedo studenti Erasmus in piazza Duomo, a non sentirli che parlano spagnolo dici che sono la povera generazione bimbominkiese italiana; gli studenti Erasmus nord-europei (tedeschi), invece, gli vedi completamente diversi, vestiti in maniera decente che non sputano e buttano nel pattume il sacchetto McDonald’s dopo che hanno mangiato. Questo vorrà pur dire qualcosa, secondo me è EDUCAZIONE. Saluto il solito bimbominkia mediterraneo che molto probabilmente risponderà tutto furioso a questo commento, cercando di offendermi e di proteggere la sua razza di INDECENTI.

      • Matilde scrive:

        Tu stai parlando della gente mediterranea in generale, cosa che francamente, non c’entra nulla con quest’articolo. I tedeschi come gli Australiani amano il loro paese e cercano di rispettarlo anche perché vengono puniti con una multa se inquinano, il ‘mediterraneo non è stato ‘educato’ così e non ha amore per il proprio paese, e qui non parliamo solo di giovani !

  6. Matteo scrive:

    Articolo molto interessante capace di stuzzicare quella parte del mio animo legata alla sociologia ed alla ricerca s

  7. b0h scrive:

    Tutta apparenza e niente sostanza.
    Avevamo giusto bisogno di piu’ ignoranti.
    Non ce n’erano gia’ abbastanza… XD

    • Matilde scrive:

      Mah io penso che l’ignorante sei tu, non noi, vedremo tra 20 anni se ci sarà ancora crisi, magari noi ‘cazzeggiamo’ adesso ma un domani quando sarà la nostra ora ci alzeremo le maniche cosa che non avete fatto voi, visto la situazione economica Italiana! Vedremo poi chi saranno gli ignoranti! Sempre a puntare il dito sugli altri senza mai pensare a se stessi!

  8. Enrico scrive:

    @axer
    Infatti ho scritto “alcuni di questi comportamenti “, anch’io andavo a scuola tutti i giorni e non ho mai fatto fuoco E non intendevo di proporre attività ai giovani nelle mattine di fuoco, ma al pomeriggio, magari in collaborazione con le scuole.

  9. Ape scrive:

    Anche quando andavo a scuola io, vent’anni fa, c’era chi faceva fuoco e chi no.. c’era lo sciopero fuffa del sabato a cui aderivi se non avevi voglia di entrare.. se c’erano i soldi in casa seguivi la moda altrimenti amen.. Il ritrovo per molti era il Parco Massari o il bar in via Garibaldi (non ricordo il nome, ne ha cambiati tanti) quasi all’angolo con S. Stefano. La sostanziale differenza tra noi ed i giovani attuali è solo il rispetto. Sputare per terra è una squallida abitudine tornata di moda recentemente (lo facevano all’epoca dei miei bisnonni) e come tanti altri atteggiamenti giovanili denota una certa strafottenza verso il resto del mondo. Rispondere ad un rimprovero di una persona più adulta o un negoziante era visto malissimo, ora sembra all’ordine del giorno. Cos’è cambiato per arrivare a questo? Se uno all’epoca faceva il somaro, si beccava il rimprovero a scuola o in giro e sperava di non prenderselo anche a casa; ora arrivano a casa e si ritrovano genitori che corrono in loro difesa anche se han fatto una stupidaggine. C’è un termine fastidioso che riassume tutto il problema: “viziati”; pensano di avere solo diritti e nessun dovere. Detto questo. Non si possono colpevolizzare quei giovani se vengono viziati, ma la cosa peggiore da fare, in questo caso, è giustificarne l’atteggiamento.

    • Matilde scrive:

      Ma non mi sembra che nessuno abbia giustificato nessun comportamento! Posso assicurare che sono parecchi i genitori che non viziano, fate tanto i perbenisti e i moralisti, e poi magari siete i primi a comprare la Barbie del nuovo modello al proprio figlio pur di non fargli fare i capricci! Parliamo di altri tempi, una volta a scuola ti beccavi anche due bacchettate sulle mani ora, grazie al cielo, non è così e i rimproveri di certo non li risparmiano!

  10. samantha scrive:

    Fatevi una vita invece di rompere le palle a noi giovani. Io sono spesso al mec. ma vado bene a scuola e si, qualche volta fuoco lo faccio. Ma il mio dovere lo faccio. Chi si comporta male lo fa e basta e non siete nessuno per giudicarli. Prenderanno le loro conseguenze ma di certo non saranno i vostri stupidi scoop a fargli cambiare idea.

    • Ape scrive:

      Scusami Samantha, non voglio sollevare un flame ma ti rendi conto di quello che scrivi? Io la mia vita ce l’ho.. e in questa vita giro in centro e devo sorbirmi ragazzi che urlano, bestemmiano e sputano. Se vengo a casa tua e faccio uguale con i miei amici, perchè mi diverte, ti sta bene? Il fatto che tu faccia il tuo dovere a scuola, ti rende migliore e infatti non si sta parlando di tutta la gioventù ferrarese. Ma non dire che non siamo nessuno e non possiamo giudicare: puoi non condividere il mio giudizio ma di sicuro non puoi vietarmi di avere delle opinioni negative su certi comportamenti.

      • Matilde scrive:

        Silvia tu vieni da Verona, sta a Verona e non giudicare noi! Scusa se i miei genitori, come la maggior parte d’altronde, lasciano uscire i propri figli! Vogliamo i jeans strappati? chi vuole se li mette, tu non vuoi? ottimo, va a scuola con i tuoi felponi e i pantaloni normali, chissene frega, non c’entra niente la famiglia con l’abbigliamento, ma come al solito parliamo ancora di mente chiusa e ignoranza. Vuoi passare la tua vita in casa con le tue amiche? Passati la tua vita in casa con le tue amiche ma non giudicare chi esce e interagisce col mondo esterno!
        Vero : assicuro che ingigantiscono molto e, non è solo il mio parere ma il parere di svariate persone, ci dipingono per ciò che, grazie a dio, non siamo! Non bestemmiamo non ‘bivacchiamo’ ne importuniamo i commercianti! Ribadisco una cosa, se lei fosse un genitore, e vedesse un articolo del genere come reagirebbe?

        • Franco scrive:

          Ma che voi bestemmiate e bivaccate e importunate i commercianti l’ha scritto il Carlino, NON il Listone! Prendetevela con quel giornale allora!

          • Matilde scrive:

            All’epoca (quando è uscito l’articolo) siamo andate anche al Carlino, tranquillo, non siamo all’asilo a puntare il dito verso l’altro! Col Carlino ci siamo già fatti sentire, ora lo facciamo anche col Listone!

  11. Eugenio Ciccone scrive:

    Cara Samantha, non si tratta in realtà di uno scoop: non c’è niente di “nuovo” o di strano in quello che abbiamo raccontato. La nostra volontà di fare due chiacchiere con alcuni ragazzi che si ritrovano sotto il portico del McDonald’s era dovuta al progetto che stiamo facendo chiamato “Backup di una piazza”. L’obiettivo è stato quello di raccontare la piazza attraverso foto storiche, testimonianze, ricordi ma anche fare un’analisi del presente, per capire chi vive la piazza oggi rispetto a ieri, inclusi studenti, anziani, biciclette, cani, eccetera. Nessun intento polemico o di fare scoop, nessun desiderio di puntare il dito accusando questa o quella generazione, soltanto la voglia di raccontare uno spaccato della nostra città per un’indagine di più ampio respiro sulla piazza e il listone.

  12. matteo pazzi scrive:

    Articolo molto interessante capace di stuzzicare il “sociologo” che in parte vive ancora in me. L’articolo mi sembra equilibrato e sereno. Intellettualmente onesto. Desidero rivolgermi direttamente a quei ragazzi e a quelle ragazze. Prima di tutto non abbiate paura d’essere ciò che VOI desiderate essere. Io vi capisco, capisco il mascara, capisco quelle cacchio di scarpe rosse e nere, capisco l’odio che provate per la scuola, capisco il vostro smarrimento verso il futuro, capisco il tanto temuto concetto di “sfigato”. Io vi capisco e vi comprendo. Capisco la paura di vivere. Capisco la paura di invecchiare. Capisco l’orrore da voi provato nei confronti del mondo degli adulti. Tutto ciò che state sentendo è vero e normale. Il mondo degli adulti è stupido e fa schifo (parola di adulto). L’economia è una religione demenziale – tutti lo sanno ma fanno finta di niente. Invecchiare significa morire, perdere, essere sconfitti sempre e comunque al di là del potere e dei soldi accumulati o dei riconoscimenti pubblici ottenuti. La scuola… In 13 anni di scuola (elementari, medie e superiori al Roiti) nessun professore, nemmeno per sbaglio o di sfuggita, mi ha mai posto l ‘unico vero quesito capace di creare un briciolo di comunicazione fra me e “loro” ossia… “oggi come stai? come ti senti?”. Un caso? No! Nell’attuale ordinamento scolastico un simile quesito è inconcepibile…tutto è in soldoni valutazioni di performance, interrogazioni (un termine da Gestapo) e pagelle (simili alla sentenza di un tribunale). Gli adulti dicono che un simile ordinamento serve per abituarvi a competere in un mercato globale. Balle, dico io. Questi sono solo delle visioni del mondo e della vita, non il Mondo e la Vita. La scuola, i tagli di capelli, i casio, i pantaloni sono solo degli strumenti di programmazione e di controllo. Vi stanno abituando ad essere dei bravi “uomini ad una dimensione” (Marcuse) omologati nel vestiario, nel pensiero e nel sentire. Tanti bravi soldatini yesman pronti a fare fuoco contro il “diverso” (o presunto tale) di turno. Anche stare al mac è un modo per controllarvi e ridurvi ad uno stereotipo culturale. La verità è che voi fate paura a tutti ma proprio a tutti, persino a voi stessi… Perché? Ma perché non vi rendete conto d’avere il mondo ai vostri piedi. Voi potete cambiare il mondo perché in voi scorre il futuro. Merda, rendete meraviglioso il vostro futuro… Volete davvero che fra 20 anni i vostri figli abbiano come unica prospettiva fare sega a scuola e bivaccare in un posto merdoso come il mac? Vi meritate qualcosa di più e di meglio del Mac. Aprite la vostra mente! Aprite il vostro cuore! Guardate con occhi nuovi ciò che vi circonda e chiedetevi che cosa state guardando. Di fronte al mac c’è una chiesona…vi siete mai chiesti che cosa sia o come sia fatta? Siete mai saliti sul campanile del duomo anche solo per capire che cosa si vede da lassù? Ripensate e ripensiamo il mondo perché il mondo vuole e ha bisogno d’essere ripensato (parola di Albert Craraco). Le gioie ed i dolori da voi provati sono identici ai miei e ai nostri…cambia solo l’intensità dei colori ma i colori sono sempre gli stessi… Non fatevi illusioni: crescere è difficile, faticoso, complicato e nessuno sa cosa farà nella vita. La vita è scommessa, incertezza, fallimento, morte, gioia, dolore, amore, fantasia, amicizia, fiducia, viaggio… La mia parola preferita è “coraggio”. La vita vi ha dato uno splendido paio di ali, io vi sfido ad essere tanto coraggiosi da iniziare a volare! Un paio di pantaloni alla moda rende mediocre la vostra strepitosa bellezza, svegliatevi! Un suggerimento da “vecchio quale sono”: utilizzate i vostri IPhone o Samsung per scaricare “1984” di un certo George Orwell, vi piacerà…grazie a quel file scoprirete l’amore e il mondo. E se qualche pomeriggio non sapete cosa fare, così anche solo per scommessa passate dalla biblioteca Ariostea perchè una volta o due al mese verso le ore 17 in sala Agnelli (la sala vicina all’ingresso) un gruppo di persone con 10 o 15 o 20 anni più di voi parla di libri…sì, parla di libri ma non come si fa a scuola, anzi… L’entrata è gratis. Venite, ci sarà da ridere. Il mondo supera sempre la nostra immaginazione, vi prego di credermi.

    • reale banda bamba negri united scrive:

      Caro Matteo il tuo commento sembra un misto tra una apologia e un inno alla gioventù, tuttavia non credo che i soggetti in questione si meritino tutta questa attenzione. Mi spiego meglio: per prima cosa dubito che anche uno di loro possa imbattersi nel tuo commento e se anche così fosse dubito che lo leggerebbe; in secondo luogo poichè si tratta di miei coetanei posso dire con certezza che proporre la visione di un film come “1984” o incitare a “un incontro in biblioteca” equivale a chiedere a un pesce di portarci con la bocca il bastoncino che gli avevamo lanciato; infine in modo molto semplice penso che ci siano momenti adatti per comunicare un certo tipo di messaggi, in questo caso ritengo che il tuo sia legittimo, ma fuori luogo dal momento che probabilmente la mia e la loro preoccupazione per domani sarà semplicemente come saltare un altro giorno di scuola senza destare alcun sospetto… nella migliore delle ipotesi… !

      • Matteo pazzi scrive:

        Ciao… tu hai risposto. Tu hai letto il messaggio. Tu hai colto nel segno. Il mio era un grido nel deserto, un grido senza speranza. Eppure qualcuno ha risposto al mio grido. Il deserto non è così deserto. Tu esisti. Tu scrivi bene. Il film 1984 ha la colonna sonora firmata da un famoso gruppo degli anni ’80. Consiglierei di scaricare il libro 1984, lo puoi leggere nello smartphone quindi nessun problema (potrai far finta di leggere qualche post su FB). Domani il problema sarà non andare a scuola e trovare una buona scusa da rifilare ai genitori. Domani il mio problema sarà cercare di dare il meglio di me al lavoro in modo tale da riuscire a portare a casa un po’ di denaro. Tutti noi siamo pesciolini con un bastoncino in bocca (ottimo approccio poetico!!! Hai stile! Mai letto Lorca? O emily Dickinson?), prima o poi anche “loro” se ne accorgeranno. Grazie di tutto! Ci vedremo presto in ambito letterario. 🙂

  13. Adebisi scrive:

    1) ma c’era davvero bisogno di un articolo su “i ragazzi del mac”?
    2) poi cosa vuol dire: inanzitutto si dice mac? (lo chiamano per mac letteralmente o come tutti dicono mec)
    3) bevete? solo cocacola……….ma vaffancul, come quando ti chiedono fumi? e tu solo sigarette
    4) la moda del calzino in bella mostra con il jeans arrotolato è la vera minaccia per i giovani d’oggi, combattiamo quella invece di discutere del nulla su scuola, criminalità, adolescienza, ecc…

    • Matilde scrive:

      Partendo dal fatto che sono ‘una ragazza del Mc’ io voglio solo dire, che non ci vergognamo di ciò che siamo, Matteo, semplicemente ci scoccia (e parlo in plurale proprio perché oggi abbiamo parlato a lungo proprio di questo articolo) essere etichettati come ‘bulli’ ‘bestie’ ‘selvaggi’ o ‘disadattati’ ciò che questo articolo fa credere. Non siamo cattive persone, abbiamo ambizioni, chi più e chi meno, ovviamente! Andiamo in giro, a Bologna, nei paesini e nei posti che ci sembrano più interessanti, il Mc è solo un punto di ritrovo principale, non stiamo di certo lì a ‘bivaccare’ tutto il giorno se non in straordinarie eccezioni. A me personalmente piace molto leggere, vado spesso alla biblioteca Ariostea e divoro libri, so usare i verbi e utilizzo un buon linguaggio, mi piace la scuola e mi piace studiare (chiaramente non tutte le materie) e premetto di non essere l’unica a cui piace studiare leggere o avere passioni. Dico questo per far capire che non siamo bulli o piccoli selvaggi semplicemente veniamo giudicati in un modo sbagliato!

      • matteo pazzi scrive:

        Cara Matilde (mi riferisco ad un tuo commento precedente)

        Vi capisco. La mia generazione 20 anni fa venne definita “generazione X”. Lo trovai infamante. “Generazione X”, espressione massima dell’incapacità di cogliere i tratti distintivi di quel “nuovo emergente” in noi presente. Nessuno crede che siate dei “selvaggi” o “disadattati” o, nel caso, lo siete al pari di noi, di me. L’articolo rappresentava da un lato un modo per darvi voce (un’occasione di dialogo come sta accadendo fra me e te) e dall’altro un frammento di un più ampio progetto avente ad oggetto “il recupero della storia di una piazza ferrarese” (voi, volenti o nolenti, fate parte di suddetta storia – per fortuna, aggiungo). Sapere che ti piace leggere mi rende felicissimo. Scrivi bene. Sei brava. Mi permetto di svelarti un piccolo segreto. A Ferrara, ignorati dai più, un insieme di persone un po’ più vecchie di voi sta cercando di dare vita ad un cammino letterario-artistico-culturale-creativo nuovo e diverso simile un po’ a Filò dell’osteria Croce Verde (roba degli anni ’50 – guarda, se hai un po’ di tempo, su wikipedia). È bello occuparsi di letteratura (leggasi fotografia, pittura, scultura, giornalismo, danza, musica ecc…) ma è bello anche “farla”. Il Listone è un attore rilevante del nuovo cammino a cui faccio riferimento. Il nuovo percorso creativo è aperto in particolar modo a voi. Se cercherete qualcosa di “diverso dalla solita minestra riscaldata”, bussate alla nostra porta e vi verrà aperto. Ci troverete, presso l’ Ariostea, da Feltrinelli, da IBS…e, in sostanza, ovunque grazie ai social networks….e oltre l’ovunque ovviamente…Ti abbraccio.

    • stefano scrive:

      In che senso “c’era bisogno”? Fa parte dello stile del listone. Hanno anche fatto un pezzo sui fattorini che portano le pizze a domicilio. E’ una prospettiva diversa, più leggera, non un’inchiesta giornalistica o il ritratto di una generazione.

  14. Alessandra scrive:

    A me questo articolo non è piaciuto per niente! Non ha descritto nulla di nuovo ed interessante..Sono una studentessa universitaria di 24 anni, da quando andavo alle medie dicevamo “mec” e sotto alla galleria c’erano quelli che allora si facevano chiamare “Gabber” oppure trovavi gruppetti di breaker che ballavano. Sotto alla Mel (che da un bel pò si chiama Ibs) c’erano i “fighettini”.. Tutti gli adolescenti (di tutte le generazioni) hanno passato la fase del “vestiamoci tutti uguali”, i miei genitori ad esempio avevano il bomber, i jeans con il risvolto e i mocassini! Per quel che vedo oggi in giro si trovano ragazzini tranquilli, 10 anni fa in centro era popolato da spacciatori, e ragazzi che creavano risse..

  15. silvia scrive:

    noi siamo la generazione dopo la vostra, posso assicurare che (almeno da me) a Verona non siamo tutti uguali e comunque i genitori potrebbero anche svegliarsi e smetterla di mandare i figli a scuola con jeans talmente tanto strappati che averceli o meno non fa differenza, quando vedo a scuola gente cosi mi chiedo se vengono da una famiglia o una discarica…
    e ripeto, io non sono una di quelle che passano la vita fuori e posso assicurare che conosco molta gente “out” (se cosi si puo considerare) che trova piu divertente passare un pomeriggio a casa della migliore amica che fare i barboni in strada

  16. vero scrive:

    Matilde:
    ho visto che dici che ha ingigantito molte cose… molto probabilmente lo ha fatto, è il lavoro dei giornalisti, ma sinceramente a me non sembra che vi abbia fatti uscire male dall’articolo, anzi. Leggendo fra le righe ho riflettuto sul fatto che alla fine anche le “bande di ragazzini” che fanno paura sono composte da persone, come tutti, che hanno i loro problemi e che stanno cercando di superare delle cose, non mi sembra vi abbia dipinti come mostri ma anzi ha tirato fuori il vostro lato più umano.

    Il vero problema è che alle nostre generazioni (ho 23 anni) è stata tolta ogni speranza, vediamo che non c’è lavoro, che si pagano sempre più tasse, che la pensione è inarrivabile, che succedono mille schifi… e allora, perché dovremmo fare qualcosa? Ne vale davvero la pena?
    Forse meglio stare con gli amici all’angolo di qualche strada e far passare un po’ il tempo…

    • Matilde scrive:

      Alla mia età (io ho 15 anni) per ora il mondo del lavoro lo trovo un po’ lontano quindi (per fortuna ma anche per ‘sfiga’) per questo mondo non posso fare nulla, noi ovviamente facciamo passare il tempo oltretutto in quest’intervista si parla di giugno ciò chiusure delle scuole. Noi facciamo ‘paura’ per il semplice fatto che siamo in tanti. Secondo e non è un articolo che, quando lo leggi pensi ‘wow! Che belle persone!’ anzi!

  17. lemargheritine scrive:

    Al di là dell’impossibilità di verificare se i fatti raccontati dall’autrice siano veri – e io do per scontato che lo siano perché altrimenti non dovrei leggere più niente di niente e mi annoierei – credo che la questione sia un’altra.
    Il taglio dell’articolo è realmente neutro, di questo sono sicura perché l’ho letto tutto: non c’è neanche giudizio di valore. Per chi si fosse appena sintonizzato, un giudizio di valore suona tipo “questi giovani sono vestiti tutti uguali, oh che sciocchini/questi giovani non vanno a scuola, oh che mascalzoni”. Se vi riferite a “bande di adolescenti che bivaccano per terra e insultano passanti e negozianti”, in effetti suona un po’ come un giudizio di valore (banda, bivaccare, insultare, non sono parole propriamente prive di connotazione nè scelte a caso) ma queste sono parole del Carlino, non dell’autrice.
    Insomma, a me pare che si racconti semplicemente un fatto, senza esprimere valutazioni e soprattutto senza creare alcun sensazionalismo su una cosa che (infatti) sensazionale non è: dei ragazzi si incontrano in uno stesso posto…e allora? Non c’è la notizia: c’è un racconto, e quello che leggo è un racconto, infatti.
    E’ ironico, questo è vero. E’ anche leggero, certo. Ma dobbiamo rinunciare anche a queste cose, noi anzianotte che ci incontravamo nei vari mac nel 1996, quando avevamo tutti i jeans a vita alta (bassa solo dal 1998) e le dr. martens ai piedi?
    cicciapastina

    • Matilde scrive:

      Lemargheritine : si è liberi di credere ciò che si vuole. Ribadisco per l’ennesima volte, se lei fosse un genitore e leggesse un articolo di questo genere sapendo che il proprio figlio frequenta il McDonld’s e si comporta in questo modo, come reagirebbe? Mia mamma, detta come va detta, si incazzerebbe come una bestia, per questo lo trovo non tanto offensivo besnsì ‘fastidioso’

  18. stefano scrive:

    A parte il fatto che non è ancora chiaro quali parti l’autrice avrebbe ingigantito (ma ho il sospetto che pochi di quelli che contestano il pezzo l’abbiano davvero letto) dato che non c’è stata nemmeno una frase incriminata. Sono d’accordo con Vero: nell’articolo i ragazzi non sono assolutamente dipinti come dei selvaggi o degli idioti, l’articolo riporta anche una testimonianza di una ragazza che dice che le piace studiare e che all’università vuole fare lingue (sicuri allora di averlo davvero letto l’articolo?). MA IL PUNTO PRINCIPALE E’ UN ALTRO: perché non ve la siete presa con “il Carlino” che a giugno vi definì (lui si) dei delinquenti. L’autrice ha solo riportato l’articolo e ne ha preso le distanze, scrivendo “non fanno niente eppure sono finiti sul giornale”. Ultima cosa. In alcuni commenti, si che leggo molto odio e mancanza di rispetto verso voi ragazzi, ma nell’articolo non ce ne è traccia. NON E’ CHE, PER CASO, INVECE DI LEGGERE L’ARTICOLO, vi siete limitati a leggere i commenti?

    • Matilde scrive:

      Stefano, io l’articolo l’ho letto tutto e più di una volta, e vorrei vedere se in un articolo del genere ci fosse suo figlio lei come reagirebbe. Quando il carlino ha fatto gli articoli su ‘noi ragazzi del mac’ io e altre mie coetanee diamo andate DIRETTAMENTE alla sede del Carlino (che, come penso lei sappia, si trova in galleria Matteotti) a contestare e dare la nostra versione dei fatti, chiaramente non hanno pubblicato ciò che noi siamo andati a dire per il semplice fatto che si sarebbero dimostrati incoerenti, detto ciò se non è informato eviti di arrivare a conclusioni tirate.

  19. rossella scrive:

    a me quello che sconvolge è l’incapacità dialettica. il 90% delle conversazioni di adolescenti che sento al bar* sono:
    ‘oh merda’
    ‘cazzo vuoi’
    ‘oh’
    ‘mnfp'(suono indistinto)
    ‘kk kk kk’ (suoni di milioni di sigarette che si accendono)**

    ora. non che a 15 anni facessi discorsi particolarmente intelligenti o maturi, ma di sicuro avrei potuto, linguisticamente, conversare con un adulto; e così i miei amici.

    gggiovani. emancipatevi dall’educazione che state ricevendo, che la realtà sarà un brutto risveglio.

    *che poi, dove li trovate i soldi per andare al bar/aperitivo
    **gente vi viene il tumore a fumare, e lo ate venire a me perché, dio solo sa per quale motivo l’uomo si è convinto che sia un diritto farlo in presenza di altri e santo cielo piantatela di sputare per terra che è rivoltante

  20. Franco scrive:

    Sono assolutamente d’accordo con i commenti precedenti, di Stefano e lemargheritine. In questo articolo non c’è nessuna traccia di odio o disprezzo nei confronti di questi ragazzi! L’ho letto tutto, può piacere o no, ma non c’è scritto da nessuna parte che voi siete dei selvaggi. Anzi, siete simpatici, siete adolescenti, magari un po’ annoiati, ma avete tanti desideri e sogni per il futuro. E’ questo che trapela da questo articolo. Quello che invece ha riportato il Carlino è tutta un’altra faccenda!

  21. marco scrive:

    scusate io sono un ragazzo di bologna anche noi andiamo al mac, anche noi ci vestiamo tutti uguali e cose del genere. voi non potete capire quanto e difficile per noi essere integrati se non fai certe cose sei uno sfigato o cose del genere quindi io dico soltanto capiteli fate girare due o tre pattuglie per di la e i furti le bestemmie e l’altra roba scompariranno o cambieranno luogo.

  22. Simone scrive:

    Allora prima cosa…tutto ciò che state riportando in questo articolo e in questi commenti non è del tutto vero,io sono di Verona,sono nato qua è ci abito tutt’ora,beh stando ai commenti di alcuni e alle frasi citate nell’articolo posso dirvi che non avete capito proprio niente degli adolescenti di Verona,primo scrivendo in questo modo non si capirà mai niente,vi do qualche consiglio,sono sicuro che in mezzo alla conversazione ci saranno state parole come cazzo,vaffanculo porca troia,ecco..io credo che se volete fare un vero sondaggio o un vero articolo o mini documentario che sia..dovete mettervi a confronto con noi,primo nel modo di vestire,nel modo di parlare o di atteggiarsi..perchè sembra una cavolata,ma andare vestito fuori moda in centro e andarci vestito indossando vestiti del minimarket o del moove o della Wooden ,è tutta un’altra cosa,poi ricollegandomi al discorso di prima,se volete documentarci diciamo,primo fatelo in modo che si capisca come ragioniamo,perchè scritto come sta scritto nell’articolo si capiscono molte cose sbagliate in confronto a ciò che pensiamo realmente,poi avrei ancora moltissime cose da dire,ma mi sembra di essermi dilungato troppo,cito l’ultima cosa..la moda..uno di Ferrara non può parlar di moda,io avevo la fidanzata da Ferrara,ed era una ‘Vip’ in città,ma credetemi,non sapeva vestirsi..sono stato lì a Ferrara almeno 10 o 15 volte,e non c’è stata una volta che mi sono fermato a guardare una persona perchè era vestita bene,in realtà dovete capire che la moda non l’ha creata una persona..o un gruppo di amici,la moda è nata a Verona e l’hanno creata le persone che già 3 anni fa o quattro che siano,si trovavano a loro agio vestendosi in quel modo,poi pian piano è cresciuta l’importanza della moda nella città,e così si è formata questa società,si perchè lo è,alla fine noi di Verona siamo una società staccata in confronto a quella del resto d’Italia,l’unica città che si avvicina a noi è appunto bologna,ma in fin dei conti noi siamo schiavi di questa società,che in realtà è una società molto più avanzata in confronto agli altri modi di vivere che si possono trovare in qualsiasi altra città,il fatto della moda in primis,perchè io come tutti gli altri coetanei credo che scendere in centro e vedersi tutte persone vestite bene è curate,sia molto più bello che guardarsi intorno e vedere aborti del sistema che vanno a fare compere negli store dei cinesi,se c’è ne qualcuno ancora lo rispetto solo se non dovesse avere le possibilità,ma se le ha e se ne sbatte o semplicemente si sente estraneo a questo modo di vivere dovrebbe farsi un’esame di coscenza e cercare di ragionare prima di rovinare quello che ormai è diventato un progetto..

    • Matilde scrive:

      Ma alla fine il soggetto principale dell’articolo non è la moda, certo, io conosco ragazzi di Bologna che hanno un sacco di stile, ma anche qui si sbaglia perché se una persona ha stile non serve comprare la roba da minimarket o J.Nicolas, se hai stile e ci sai fare con gli abbinamenti anche con dei vestiti del mercato si ha stile, ma ripeto il soggetto di quest’articolo non è la moda perché comunque, anche a Bologna, Verona, Padova, Milano ( nomino questi luoghi perché ci sono stata) si vestono tutti uguali a parte certi elementi che spiccano perché sono vestiti da alternativi..

  23. Artemisio scrive:

    Questo articolo veritá va nella direzione (apparentemente) opposta della media produzione di questo magazione basato sul più incontrollabile fabiofazzissimo bavoso del “Oddio venite a vedere quanto è bella qualsiasi cosa autodefinitasi culturale, concerto di chiunque sia, mostra fotografica di mai sentito, ecc. a Ferrara”. Mai un’analisi critica a nulla che sia organizzato: è tutto stupendo, meraviglioso, da vedere, da descrivere con parole toccanti.
    Qui come andiamo? I ragazzi culturali si ritrovano da Mel (libri) i ragazzi “interrotti” da Mac (America). I ragazzi del Mac sono aggressivi e cattivi, non vanno a scuola, e sputano. I ragazzi di Mac sono quei giovani che “Ah che tempi, ai miei tempi…”.
    Sintetizzando, l’unica volta che avete scritto qualcosa di negativo, vi siete scagliati contro dei ragazzini che, si vede e, soprattutto, si legge, non sono nemmeno in grado di scrivere in italiano e, quindi, di difendersi in modo sufficiente. Cazzi loro, direte voi; sarei anche d’accordo. Rimane il fatto che il vostro magazine è: “Vandals bad, Cultura good”. Clap clap. Se, invece di sparare sulla croce rossa, iniziaste ad analizzare i fantastici eventi di Ferrara e gli spazi comuni con un minimo minimo minimo di senso critico, risultereste più credibili, meno pallosi e, soprattutto, rendereste un servizio alla cittadinanza. Avete una vetrina unica, nel senso che è del tutto priva di contraltare: grava su voi una responsabilitá che sperperate mettendo tutto sullo stesso piano. E poi ve ne uscite con un articolo da vecchio al bar sul fatto che gli adolescenti sono ribelli. Andiamo.
    Non fate cartello tra voi, persone di cultura. Smettetela di darvi pacche sulle spalle. In questa generazione in cui sono tutti scrittori, giornalisti, fotografi in bianco e nero, dovreste aiutare a discernere tra il buono ed il cattivo, no? Perlomeno ad uso e consumo di noi poveri cinici che abbiamo deciso di vivere arte ed eventi non dalla parte di chi la produce, ma di chi la fruisce. Serviamo anche noi, sapete?

  24. Marika scrive:

    Queste baggianate esistono ovunque. Non si può dire che la giornalista abbia ingigantire la questione, perchè io stessa bestemmio ma se lo devo fare, non lo faccio davanti ai passanti per farmi fighettina. “Se non hai le Convers sei uno sfigato”?! Al massimo lo siete voi, pecoroni. Fate attenzione! In futuro, gente così verrà eclissata dalla popolazione.

    • Matilde scrive:

      Aparte il fatto che noi non bestemmiamo davanti alla gente anzi, se tu bestemmi buon per te, io non bestemmio nemmeno. In ogni caso la frase ‘se non hai le Converse a Ferrara sei uno sfigato’ non l’ha mai citata nessuno quindi ‘pecorona’ ci sei tu

  25. Anonimus scrive:

    Bella generazione di persone tutte uguali che asoltano la stessa musica, si vestono allo stesso modo e hanno la stessa voglia di fare. Una generazione che non si degna di sedersi su una panchina, ma si siede per terra ad ascoltare musica, come se luoghi più appartati non esistessero. Diversità? Divergenze? Differenze di opinioni? Mah, i giovani i Ferrara preferiscono essere tutti uguali…

    • Matilde scrive:

      Nella fase dell’adolescenza mi sembra una cosa comune, perché ( e non me lo invento io ma l’ho chiesto ai miei genitori anni ’70) anche anni fà era così, anni ’70 chi non ascoltava Davi Bowie o gli Spandau ballet? ( scusate l’ignoranza ma non so come si scrive) chi non aveva le vans? chi non aveva i pantaloni a vita alta con il giubbino jeans abbinato? Però se lo fanno le nuove generazioni non va bene..Perchè questo? Nostalgia dei vostri tempi?

  26. sono di origine marochino scrive:

    Ciao io al eta di 15 anni andavo a scuola e di pomeriggio lavoravo…sono 30 anni che abito a ferrara devo dare raggione ai giornalisti sono 5 anni che a ferrara ci sono ragazzi che salgono sul autobus si sentono parolacce e fanno i bulli verso gente adulta e rubano….io alla lora eta respetavo tutti per per fortuna ci sonovdei ragazzi che si comportano bene pero secondo me ci deve essere piu sicurezza nella nostra città….

  27. aleks scrive:

    questi ragazzi ormai sono tutti cresciuti chi sa che fine hanno fatto

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