L’uomo sogna di volare dalla notte dei tempi, sogna di poter scavalcare muri e recinzioni librandosi leggero inseguendo il vento, mirando al sole, come solo gli uccelli possono fare, contemplando il mondo da un punto di vista nuovo e suggestivo. Sogna di volare senza il ronzio di un motore ad assordarlo, senza l’oblò di un finestrino sull’aereo a separarlo dalle nuvole, per poter toccare finalmente con mano il cielo assaporando il piacere di starci proprio nel mezzo, sì, proprio in mezzo a tutto quell’azzurro infinito, guardando tutti dall’alto, quegli uomini piccini che si affannano nel traffico a girare per strade che conosciamo a memoria e segnate da secoli di storia.

La mongolfiera è un po’ questo, la bicicletta dell’aria, un mezzo lento per eccellenza privo di ogni rumore, di ogni direzione precisa, ottima per bighellonare nel cielo lasciandoti portare dal vento e dai pensieri. Sei solo tu, l’aria calda nel pallone e la brezza che lo spinge, il paesaggio intorno silenzioso, ovattato. Il caos della città è distante eppure ai tuoi piedi, lo puoi guardare con distacco lasciandoti emozionare da una distesa di tetti, monumenti, palazzi, chiese. Verde soprattutto, tanto verde.

Ferrara vista dall’alto è un enorme polmone verde anche se da lontano riesci a scorgere i fumi del petrolchimico. E meno male che ci sia il verde. È un polmone che bilancia l’aria stagnante, l’umidità o la nebbia che entra nelle ossa d’inverno, lo smog e le polveri sottili. Ferrara vista dall’alto cela giardini incredibili dietro le mura di cinta di una casa che spesso non possiamo notare semplicemente passando in bicicletta o a piedi. È un patrimonio della natura in forma privata, un insieme di micromondi fatti di gazebo, panchine, sdraio e giochi per bambini, abbandonati tra il verde domestico fatto di siepi, prati all’inglese, aiuole di fiori. Peccato non poterli frequentare uno ad uno, non poter godere della loro sfavillante e curatissima bellezza. Che peccato non poter suonare il campanello di Mario e dirgli semplicemente “Ciao! Vorrei fare un riposino sul tuo bel prato!” Oppure andare da Franco che ha una panchina sotto un salice e chiedergli di poterci leggere un buon libro. Quanti parchi ci sarebbero a Ferrara!

Allora bisogna volare leggeri per rubare scampoli di vita altrui, spiando quello che c’è oltre i muri e le case attraverso una mongolfiera, che al posto dei pedali ha l’aria calda, quella che nella notte dei tempi qualcuno ha scoperto insieme all’acqua riscaldata ed è utile per tante cose. Vola bassa e silenziosa, non disturba ed anzi colora il cielo per la curiosità e la gioia di molti. Ci puoi vedere pure i cantieri delle cose non ancora aperte al pubblico, puoi ammirare la maestosa perfezione di palazzi che sono in quel posto da secoli, capire com’è il Teatro Verdi dall’alto, quanto precise le tombe disposte in file nella Certosa, come sono fatti il Parco Bassani e piazza Ariostea. Non è proprio come le mappe in 3D al computer: qui gli uomini si muovono, le persone vivono, gli alberi son mossi dal vento. Piccoli dettagli che rendono vivo il volo, che ci fanno ancora sognare di poter un giorno guardare in alto, fare un piccolo balzo e oplà, andare a toccare una nuvola con la punta di un dito.

Foto di Giacomo Brini

1 Commento

  1. Francesca scrive:

    Foto meravigliose, complimenti.

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