L’intuizione, miscelata a una dose di sana follia, conduce talvolta a solcare sentieri inesplorati. O a scoprire insospettabili connessioni fra la cose. E l’esperimento, promosso da Nicola Di Cristoforo, editore ferrarese di ‘Agendae Res’, sembra nascere in bilico fra la serietà del progetto e lo spirito del gioco. L’idea di fondo da cui parte è quella di far tradurre in Latino e adattare i brani dell’album ‘The dark side of the moon’ dei Pink Floyd. Un percorso in salita, che per avvicinarsi alla vetta deve giovarsi del supporto di alcune collaborazioni. Trovare qualcuno in grado di compiere traduzione e adattamento in metrica, affidare la parte musicale a un gruppo che suoni i pezzi, ottenere il lasciapassare dagli storici componenti della band britannica. L’alchimia, a quanto pare, raccoglie i suoi primi frutti. ‘Occulta lunae pars’ è il titolo evocativo apposto sulla confezione. Per assaggiarne il contenuto, occorrerà attendere il concerto della tribute band Flesh Floyd, in Sala Estense, il prossimo 29 novembre. Dell’iniziativa abbiamo discusso proprio con l’editore Nicola Di Cristoforo.

Come è nata l’idea di sviluppare questo progetto?

«Nasce dall’amore per il Latino e da un nuovo modo di proporlo come lingua ‘viva’».

Che cosa accomuna la lingua latina e il linguaggio dei Pink Floyd?

«Di per sé nulla, ma volendo far sì che il Latino avesse una ‘scossa’ per dimostrare che questa lingua è tutt’altro che morta, si è deciso di tradurre nell’idioma di Cicerone un progetto già grande come questo disco. Si è poi partiti da ‘Pink Floyd at Pompei’, dove il gruppo ha fatto un film-concerto dentro un sito archeologico. La conseguenza è stata naturale».

Quanto tempo è stato necessario per rendere concreto il progetto?

«Dal momento della presentazione agli autori fino all’ultimo permesso, quasi due anni».

Foto di Giulia Paratelli

Quale è stata la reazione dei Pink Floyd all’iniziativa?

«Vorremmo saperlo anche noi! Scherzo, ma nemmeno tanto. Dopo l’approvazione abbiamo scritto alcune mail per un loro intervento sul perché lo avessero approvato, ma ancora non abbiamo avuto risposta. Dico ‘ancora’ perché, per un sì o per un no, la risposta arriva comunque. Questo è quello che la segretaria, più di una volta, ci ha confermato. Speriamo di sentirli presto, ma con tutti gli impegni che hanno… Siamo comunque fiduciosi».

Come mai è stato scelto l’album ‘The dark side of the moon’?

«Come dicevo, per dare una ‘scossa’ al Latino ci voleva qualcosa che facesse parlare di questo. Nel 2012, quando il progetto è partito, pensavamo di uscire con il disco l’anno dopo, che sarebbe stato il quarantennale di ‘The dark side of the moon’. I tempi per i permessi sono stati più lunghi del previsto, ma questo ha giocato a nostro favore dato che in ottobre esce il nuovo album dei Pink Floyd, e dopo la presentazione di settembre ci accodiamo alla loro ‘cometa’. A Milano doveva esserci una manifestazione sui Pink Floyd che sarebbe durata quattro mesi, da settembre a gennaio, ma è stata posticipata a nuova data. Questo fa sì che noi siamo l’unico progetto dopo il disco dei Pink Floyd a essere attivo su questo gruppo. Peraltro, per il quarantennale dell’album sono stati presentati otto progetti, e noi siamo l’unico a essere approvato».

A chi è stata affidata la traduzione in lingua latina dei testi?

«La professoressa Valeria Casadio, che è nata a Ferrara ma vive a Firenze, ha tradotto i testi direttamente dall’Inglese al Latino, in metrica, perché fossero cantati sulle musiche dei Pink Floyd. In meno di un mese ha completato la traduzione, senza conoscere il disco».

Cosa mostra il video destinato a essere proiettato nel corso della presentazione del progetto in Biblioteca Ariostea?

«I Pink Floyd nel video del brano ‘Time’ utilizzano degli orologi che ‘danzano’ nello spazio. Nel video che ci è stato regalato per il progetto da una scuola d’arte di Lucerna, c’è invece un enorme ingranaggio che è una città, dove due persone, un lui e una lei, si rincorrono in una storia inquietante, come inquietante è il testo ‘Time’, ma alla fine… Con il permesso degli autori, abbiamo cambiato il titolo del video che ci hanno offerto, che sarà ‘Tempus’, rielaborato da una nostra giovane collaboratrice dell’Aquila, Iolanda Di Bonaventura, alla quale è stata affidata anche la realizzazione della copertina».

E come si è arrivati a individuare la band in grado di dare una veste musicale all’album?

«Ho conosciuto la cover-band durante il ‘Certamen Ciceronianum’ di Arpino, nel 2012. Tre musicisti del gruppo conoscono il Latino, e quella sera è partito il progetto».

Il 29 novembre, in Sala Estense, i Flesh Floyd presenteranno integralmente l’album ai cittadini ferraresi. Si aspetta un interesse maggiore da un pubblico di giovani o di adulti?

«In questi giorni mi sono trovato a presentare il progetto in varie rievocazioni storiche, e non ho individuato un paticolare tipo di pubblico… È il più vario».

Dove sarà ancora possibile ascoltare ‘Occulta lunae pars’?

«Stiamo lavorando per l’anno prossimo, dato che i permessi sono arrivati a giugno. Abbiamo dei contatti con Valencia, Basilea, Teutoburgo, oltre alle rievocazioni storiche romane in Italia. Il top sarebbe Pompei…».

 

Se l’esibizione dei Flesh Floyd è prevista alla fine di novembre, la presentazione al pubblico del progetto è invece un pomeriggio in Biblioteca Ariostea, a Ferrara. Un momento per dar voce a diverse realtà che collaborano con l’iniziativa, dalla docente ferrarese Valeria Casadio, alle prese con la traduzione di termini come ‘aeroplano’ o ‘squadra di calcio’, risolti mediante l’uso di perifrasi, al Gruppo danza antica di Villadose, le cui ballerine realizzano una coreografia per l’occasione.

 

«Qualcuno si è chiesto: ma era necessario? È necessario il Latino?», ricorda Eleonora Potronieri, del Gruppo archeologico ferrarese, nel corso del dibattito moderato dal giornalista Davide Bonesi, davanti a un pubblico di adulti e di studenti. «È necessario – risponde Giancarlo Rossi, della ‘Sodalitas Latina Mediolanensis’ – tutto ciò che non è utile. Ci hanno insegnato che tutto ciò che è utile può essere comprato. A restare fuori da questo recinto, ci sono le cose necessarie, ma non utili. Fra queste c’è il Latino. Il Latino ci fornisce gli strumenti per scoprire gli inganni delle parole della cattiva retorica. Di quella retorica che usa neologismi in lingua inglese, che non comprenderebbe neppure un cittadino inglese».

Il video di Pecunia, la versione latina di Money, dei Pink Floyd, eseguita dai Flesh Floyd

3 Commenti

  1. Kim Il Sung scrive:

    Un branco di nerds ha deciso di dimostrare come l’essere andati bene a scuola al liceo dia un senso alla vita.

    A parte che Malaspina scrive da quando era in fasce, per cui c’è sicuramente da fare affidamento.

  2. monica scrive:

    Io e altri componenti dell’ormai ex gruppo “Fint Floyd”….sciolto ormai da più di cinque mesi, ci dissociamo da tutto ciò che è stato pubblicato in quanto ad oggi non eravmo a conoscenza del boom mediatico che sta avvenendo in questi giorni.

  3. Redazione scrive:

    Nicola Di Cristofaro ci ha comunicato di aver erroneamente citato i Fint Floyd come nome del gruppo, ma in realtà saranno i Flesh Floyd a esibirsi. Abbiamo corretto l’articolo, ci scusiamo per l’errore.

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