Non solo musica al Ferrara Buskers Festival, con i colori di Sofia Sita

«Che cos’è? Un’oca?»

«No, è un alieno».

«Ma dai, si vede, è un cigno».

La notte cala su Ferrara. E’ tempo di Buskers e via San Romano sembra un formicaio. Rasta con la chitarra al collo, giovani francesi con il trolley, bambini con il gelato e signore con il vestito a fiori si fermano a guardare una ragazza, seduta di fronte ad una saracinesca, un pennello blu in mano. Ai suoi piedi pennelli, acrilici, bacinelle, secchielli e stracci. Sofia Sita ha 24 anni. E l’espressione gentile della compagna di banco che ti passa il compito di matematica.

Dopo muri e porte è la saracinesca la nuova frontiera degli street artist. Una macchia di colore al posto di saracinesche arrugginite, come l’uomo di latta di OZ. Non c’è niente di più triste di una serranda abbassata. Sofia lo sa bene.

«Sono andata in giro per la città a cercare serrande. L’obiettivo è rivalutare e rivalorizzare alcuni angoli e muri della città di Ferrara. Troppo spesso, camminando, ci si imbatte in saracinesche piene di tag, rovinate da vandali e lo stesso vale per i muri. Una saracinesca vuota e arrugginita è un invito a nozze. Ma se è dipinta, questo non succede».

«Come mai hai scelto il numero 119 di via San Romano?»

«Inizialmente le serrande dovevano essere due. Una era quella del Ciao Bar in via Bersaglieri ma i gestori sono in affitto. Devo dire che ne ho fatti di giri prima di finire qui. Appena i negozianti sentivano la parola buskers (il live painting di Sofia è inserito nel programma dei Buskers, ndr) storcevano il naso. Anche molti miei amici ferraresi la pensano così. A loro i Buskers non piacciono. E dicono sempre che a Ferrara non c’è niente. Ma io che ho vissuto a Lecco vi assicuro che il niente è un’altra cosa».

«Perché secondo te i ferraresi odiano i buskers? Io, che ferrarese non sono, faccio fatica a capirlo».

«Non lo capisco neanch’io. Si lamentano che la città è sporca, che c’è folla in giro e musica fino a notte fonda. Tutte lamentele infondate, dato che la città non mi sembra affatto più sporca e che la musica si interrompe a mezzanotte. La proprietaria del “Mamma & Bimbi” è bolognese. Sarà per questo che ha accettato il mio invito?»

Sofia nasce a Ferrara ma la lascia presto. Segue i genitori in giro per l’Italia e la Svizzera: Locarno, Trentino, Mesola e Lecco. Studia al Dosso Dossi, si laurea alla Nuova Accademia di Belle Arti di Milano e continua gli studi all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove si specializza in illustrazione. Vive con il nonno, uno scrittore ferrarese. Sabato sera è in prima fila a osservare la nipote. «E lei come si trova a Ferrara?» mi chiede. «Bene» dico io. «Mah, non è che ci sia tutto ‘sto che da fare qui» mi risponde.

Sofia è alla sua prima saracinesca ma un muro l’ha già dipinto. Alla stazione di Milano Greco Pirelli per il progetto “Così mi piace” dell’Associazione “Esco di scuola”.

A cosa associamo al concetto di street art? A Bansky magari, e alla sua bambina con il palloncino rosso. L’arte urbana o l’arte di strada discende direttamente dalla Pop Art e dal mondo dei graffiti, si è affacciata nelle città di tutta Europa ormai da un paio di decenni, intercettando la nostra attenzione e dandoci spesso uno schiaffo salutare. L’Italia si è ritagliata il suo palcoscenico. Basta citare Blu, il writer italiano che dipinge messaggi sociali attraverso murales mozzafiato a Berlino e a Lisbona, come il famoso uomo incatenato dai suoi stessi orologi d’oro a Kreuzberg. Ci sono due modi di intendere l’arte urbana: come arte pubblica, veicolo di un contenuto sociale, o come mezzo per la rivalutazione dei luoghi morti di una città.

Foto di Elena Leonelli

«Chi ti ha ispirato nei tuoi lavori?»

«Ho conosciuto di persona la milanese Nais (http://www.missnais.com/) e ho una grande ammirazione per Dado (http://www.imdado.com/), uno dei writerspiù famosi del panorama italiano.Ora sto collaborando con Mr Save the Wall (http://www.savethewall.it/murisalvati.php). E’ uno street artist che realizza i propri lavori su cartone che attacca in modo non permanente sui muri con nastro adesivo personalizzato. Faremo mostra itinerante a Bollate quest’autunno. Più che le mostre chiuse in una galleria preferisco quelle all’aperto. O una saracinesca».

«Come definiresti il tuo stile?»

«A metà strada tra il neopop e la psichedelica. Questo almeno è quello che voglio fare».

Sofia ha le valigie pronte. A metà novembre si trasferirà a Dundee, in Scozia. Non è difficile immaginare il perché. «All’estero l’arte è una professione. Se dico che faccio l’illustratrice non rispondono sì, ma come lavoro dico».

«Scozia? Quindi chiudi con l’Italia. Non ti vedremo più in giro».

«No, assolutamente, mai chiudere le porte, sono appena agli inizi. C’è un progetto per la rivalutazione dei muri pubblici di Ferrara, ma è ancora solo un’idea. Vedremo».

La saracinesca è in via S.Romano 119.

Partecipa al concorso di Sofia Sita Take a Smile. Per maggiori informazioni: takeasmilesofiasita.blogspot.it


Timelapse realizzato da Andrea Bighi

5 Commenti

  1. luca scrive:

    ma io sono ferrarese. Adoro il periodo “buskers” a Ferrara. Anche le persone con cui parlo. Ferrara è piena di vità, ci sentiamo bene, ci sentiamo anche noi più liberi, meno soli. Perchè dite che non ci piace? Ferrara non è mai così pulita come adesso. Così civile.

  2. luca scrive:

    Sono sempre io. La cosa più triste è stato tornare adesso dai Buskers e vedere i vigili, da poco prima di mezzanotte, fare le multe. Mentre la gente che ha affollato la nostra piazza e stanca adesso se ne torna alle macchine… ma perchè? perchè rovinare la serata a chi a Ferrara ha portato perchè no, denaro, ha pagato i parcheggi salati, ha dato tanto alla nostra città, perchè?

  3. Sara scrive:

    Perché una parte dei ferraresi non ama i Buskers? Bisognerebbe chiederglielo.

  4. Feliciano C. scrive:

    Perchè il vigile che non multa l’auto in divieto di sosta, se non sta occupandosi ( e di fronte a un superiore lo deve dimostrare) di altre questioni prioritarie, incorre nel reato di omissione di atti d’ufficio .
    Vede ,sig.Luca ,al mondo succede di frequente che mentre alcune persone scelgono il divertimento per la serata ,ve ne sono altre che lavorano,alcune per necessità, altre …pure !
    Saluti

  5. luca scrive:

    Sig. Feliciano, nulla nei riguardi di un vigile che esegue ordini e fa il suo dovere.
    E l’input che è triste. Il parcheggio Kennedy era al completo, penso anche altri, via Darsena era una ressa nelle due direzioni di marcia, era una serata molto particolare. Tante belle parole vengono spese su come siano stati bravi a fare arrivare tanti turisti. Ma a pochi minuti dalla mezzanotte “punire” così chi “viene invitato al divertimento”, ecco, non mi sembrava il caso.
    Anzi, sarebbe piacevole vedere vigili aggirarsi per le vie del centro verso mezzanotte, anche a fare multe, tutte le altre sere normali, per chi “sceglie” il divertimento spesso ignorando le regole del rispetto.

Lascia un commento

Prima di lasciare il tuo commento, ricordati di respirare. Non saranno ospitati negli spazi di discussione termini che non seguano le norme di rispetto e buona educazione. Post con contenuti violenti, scurrili o aggressivi non verranno pubblicati: in fondo, basta un pizzico di buon senso. Grazie.