Sara Ardizzoni, in arte Dagger Moth, tiene tra i denti un pezzetto di scotch: sta attaccando il manifesto del concerto alla vetrina dei Due Gobbi. Quando si dice che è una one-woman-band non è tanto per dire. Alfonso Santimone, compositore di musica sperimentale, elettronica e improvvisata, ci raggiunge subito dopo. Il primo giro lo offre Giorgio Canali: birra e spritz per noi e vodka per lui.

Domani sera il trio si dividerà il palco del teatro De Micheli di Copparo per un esperimento unico. Davide Pedriali ha pensato bene di unire tre stili antitetici solo in apparenza in uno spettacolo solo: il rock fuori classe di Giorgio Canali, cantautore che, senza retorica, ha scritto più di una pagina della storia della musica italiana, si mescolerà all’improvvisazione elettronica di Santimone e alla chitarra psichedelica di Dagger Moth. Tre stili differenti, tre traiettorie improbabili che trovano il modo di scontrarsi e di far musica. “L’idea mi è piaciuta subito” dice Santimone ”spesso i generi musicali non comunicano tra di loro. E non capita solo tra il pubblico ma anche tra i musicisti stessi: conosco veri esperti di elettronica che non hanno la minima idea di cosa stia succedendo nel mondo del jazz. Non dovrebbe essere così”. “L’ evento sarà ad offerta libera” dice Sara, architetto e chitarrista ferrarese “suoniamo per noi, per divertirci e per farvi divertire. Ognuno avrà un set personale di venti-venticinque minuti. Il quarto sarà un set collettivo.”.

“Ma io ti romperò le balle anche durante il tuo set, questo lo sai già” sorride Canali.

“Provaci”.

Cosa ne verrà fuori esattamente non lo sanno neanche loro.

“Abbiamo un canovaccio” alza le spalle Canali ”é sufficiente. Pensa che lei voleva provare un sacco!”

“Un sacco! Volevo provare una volta!” ride Sara.

Sara Dagger Moth scrive tutte le sue canzoni in inglese. E Giorgio scuote la testa. “E’ che l’italiano non riesco a gestirlo” spiega “scrivere e cantare in inglese è una scelta naturale, non studiata”. Canali lancia uno sbuffo di fumo di sigaretta prima di dire: “Non c’è lingua meno musicale dell’inglese. Certo, a meno che non si tratti dell’inglese di Bob Dylan, lì lo spessore è di un altro livello”. Il titolo dell’esperimento di sabato è in francese, faccio notare. “Sì, ho scritto il mio primo album in francese” risponde Canali. ”In Francia sì che c’è una cultura musicale come si deve”. Santimone annuisce: “Sì, a Parigi capita di fare un concerto e di trovare qualcuno tra il pubblico che si propone come tuo manager, che ti dice voglio lavorare per te. C’è una professionalità dieci volte maggiore che qui”. In Italia, invece, è più difficile che la musica ti procuri il pane. Sara deve ritagliarsi il tempo per le prove e i concerti dagli orari di lavoro. Avere come unica professione la musica non è facile. “Ci vuole culo” suggerisce Canali “basta che ti vada bene qualcosa, anche per sbaglio”.

Foto di Claudio Furin

Alfonso Santimone è un musicista cosmopolita, ha suonato spesso all’estero e ha un gruppo stabile a Berlino con cui gira i locali di Kreuzberg. Lui il tedesco l’ha studiato a scuola ma “Ich habe alles vergessen”. Ferrara, però, città natale, resta il campo base. “Io da Ferrara non mi muoverei per nulla al mondo. Ho vissuto per un po’ di tempo anche a Roma ma non ne potevo più, abitavo alla Garbatella e per arrivare a Roma città ci mettevo tre ore”. Forse il segreto di Ferrara è tutto qui, nel suo essere piccola ed accessibile. Scegliere di vivere a Ferrara significa fare una vita comoda, specie se si abita a pochi passi dal duomo. Apri la porta di casa e ti trovi già con un bicchiere di birra in mano. Canali, ferrarese dal ’99, riflette: “Ferrara è quello che è, la vita è cara, c’è poca scelta. Io suono solo da Zuni, è un posto intimo e raccolto, perfetto per ciò che io intendo per concerto. La Ferrara di una volta era tutta un’altra cosa, quella degli anni ’80 o ’90. Però non penso proprio di andarmene, ho una casetta che mi piace, da film dell’orrore, in pieno centro. E se fai le prove in casa nessuno si viene a lamentare”.

Santimone e Dagger Moth hanno frequentato entrambi la Scuola di Musica della città. Canali sorride: “Puoi frequentare anche cento accademie, è da soli che si impara a suonare. Al massimo ci vuole un maestro, un guru. Oppure i dischi: quelli sono i primi maestri”.  Santimone è cresciuto in una famiglia di musicisti respirando latte e tasti del pianoforte fin da piccolo. “A quindici anni era già tutto chiaro: volevo fare il musicista. Il mio guru fu Giulio Capiozzo, suonava al club Sonor in via Baluardi”. Dagger Moth, invece, era un’adolescente più scostante: “non avevo voglia di esercitarmi tutti i giorni. Poi a vent’anni iniziai a suonare nelle prime band. Il mio progetto di solista ha solo un anno e mezzo di vita”.

Cosa significa fare musica alternativa oggi? Abbiamo già detto che se Sara Ardizzoni è una one woman band non è tanto per dire: “faccio tutto io, altro che manager. Mi faccio l’ufficio stampa da sola, tutto all’insegna del fai da te. Anche il video Ghost (arrivato quarto alla selezione ufficiale dei videoclip al Festival di cinema e poesia di Modica ndr) è stato realizzato a costo zero in due pomeriggi in Marina di Romea”. E’ difficile relazionarsi con lo show business, sgomitare per un po’ di attenzione nel mondo del mercato della musica. Proprio per questo è importante distinguere tra indie per posa e indie veri e propri. Sara ne dà una definizione: “L’indie è quello che s’arrangia da solo, che si stampa i dischi e se li vende ai concerti, non l’alternativo in posa dietro agenzie discografiche e cachet stellari”.

E la scena musicale ferrarese oggi? “Il numero di musicisti che ruota intorno a Ferrara è alto. Le ultimissime leve, però, non le conosco“ ammette Giorgio Canali. “Comunque è bello che il Teatro De Micheli si presti a qualcosa di non canonico. Anche se in provincia c’è sempre poca gente ai concerti”.

I bicchieri sono vuoti ma il buio è ancora soffice. E’ ora di alzarsi. Canali dà un’occhiata ai miei appunti: “E ora devi tornare a casa a scrivere questa roba? Che du’ maron”.

Lascia un commento

Prima di lasciare il tuo commento, ricordati di respirare. Non saranno ospitati negli spazi di discussione termini che non seguano le norme di rispetto e buona educazione. Post con contenuti violenti, scurrili o aggressivi non verranno pubblicati: in fondo, basta un pizzico di buon senso. Grazie.