Da giorni una farfalla gialla e nera si è trasferita al Ferrara Off dispiegando ali di polvere sopra le teste degli attori. Sul palco si respira quell’aria da smells like teen spirit, come spesso succede negli spazi industriali riconvertiti in teatri e palcoscenici.

Solo un gradino separa la platea dagli attori in scena che possono così fissare il loro pubblico nel bianco degli occhi. Ma a colpire sono le sedie: non ce n’è una uguale all’altra, proprio come gli spettatori. La regista Roberta Pazi, una delle fondatrici del Ferrara Off e regista della Compagnia dei Piccoli Tocchi di Teatro, ci spiega il perché: “E’un’idea della nostra scenografa, Elisabetta Gabbioneta. Siamo tutti diversi ed è giusto che ognuno possa scegliere la sedia che preferisce”. Blu, gialla, di legno, di plastica, a trono o con tre cuscini. Chiunque abbia una sedia in più può portarla al teatro, un piccolo contributo a un teatro speciale come pochi.

“E’ una scelta estetica, ispirata al riciclo e al coinvolgimento del pubblico o una reale necessità?”

“Beh, un po’ tutte e tre. Scoperto qual era il budget per 99 sedie abbiamo pensato ad un’alternativa. E da qui è nata l’idea di coinvolgere gli spettatori. La raccolta sedie sta andando alla grande, quella dove sono seduta adesso viene dall’America, ce l’ha mandata un nostro amico attore, quella in legno dietro di me l’ha fatta un falegname, un nostro grande fan.“

Il Teatro Off è stato inaugurato appena lo scorso luglio ma Roberta e la Compagnia dei Piccoli Tocchi lavorano insieme da almeno cinque anni. Ma chi sono questi Tocchi? Sono otto e non sono più tanto piccoli ormai: Flavio, a Ferrara da dieci anni, faccia da cinema e tocco da sempre, ci racconta: “Tutto è partito dal gruppo di teatro universitario di giurisprudenza nel 2008. Da gruppo di dilettanti siamo diventati una compagnia di teatro vero e propria”.

Foto di Lucia Ligniti

Quindi il nome deriva dal tocco, dal cappello accademico?”Flavio sorride:“ La verità e’ un’altra. E’ che noi siamo un po’ tocchi, un po’ matti”. Si sa, il confine tra arte e pazzia è molto labile. Roberta ricorda la scena del film L’oro di Roma quando la pazza della città mise in guardia dal tranello, da quell’oro richiesto a tradimento, ma nessuno l’ascoltò. I pazzi e i poeti sono tutti un po’ Cassandre che con le loro antenne avvertono prima degli altri i cambiamenti e i pericoli. E l’attore è l’artista pazzo per eccellenza: si infila ogni sera nei panni di un altro, di un altro-da-lui, si traveste e inforca occhiali diversi restando sempre sé stesso. Alessandra, Elena, Laura, Marco, Maria Elena, Nicola e Vittoria sono gli altri tocchi che sabato sera, in rosso e nero, hanno colpito gli spettatori direttamente nella pancia, insieme a Danilo, il chitarrista che ha composto la musica apposta per lo spettacolo, e a Francesca e la sua viola.

Lo spettacolo “Ti chiedo solo questo” è un omaggio alla Giornata della Memoria del 27 gennaio anche se non parla di Shoah. Roberta si toglie gli occhiali e sposta il peso del corpo sull’altra gamba: “Il punto è che non abbiamo mai lavorato ad uno spettacolo con una tematica diversa, che non trattasse la violenza della dittatura e il suo sconvolgimento nella vita degli uomini”. La storia si svolge in Sudamerica, che di regimi ne ha visti non pochi, ed è la vicenda dell’incontro-scontro tra una donna e il suo carnefice. E le donne sono dee della rabbia quando hanno ragione. Il carnefice è seduto al mio fianco, Flavio, ex studente d’informatica. Tra un po’si cambia registro, pare che il prossimo copione di Roberta sarà una storia d’amore, o meglio, una storia di coppia. Ma che Flavio non si rilassi troppo, probabile che gli tocchi comunque il ruolo del marito violento.

Hanno i piedi per terra i Tocchi e, anche se, come dice Roberta, con un sorriso dolce e possessivo“I miei Tocchi sono richiestissimi, li vogliono tutti, anche al Comunale” non stanno certo con le mani in mano. “Quei pannelli di polistirolo nero li hanno dipinti e montati loro” dice indicando in alto con il dito. Qui non c’è alta e bassa manovalanza, ci si rimbocca le mani e si passa dal copione in mano al mocio vileda.

Ferrara Off è uno spazio eccitante e quello di sabato 25 è stato appena l’inizio: spettacoli come “Io e Julia”, una bella storia di sorellanza e di amicizia tra donne sullo sfondo di una Berlino da brivido, i corsi di teatro tenuti da Roberta e, grande novità, gli short labs, curiosi laboratori a tema come il mini corso sul comico, tenuto da Gianni Fantoni, quello di Massimo Navone sulla regia e il laboratorio di dizione poetica di Luciano Mastellari.

La farfalla gialla e nera vi aspetta a Teatro. Tanto, come disse il regista Jerzy Grotoski, il teatro non è indispensabile, serve solo ad attraversare le frontiere tra me e te.

Ferrara Off è in Viale Alfonso I d’Este 13. Occhio alla sedia-mucca, pare che vada via subito, affrettatevi!

Per informazioni sui corsi e gli spettacoli: http://www.ferraraoff.it/

2 Commenti

  1. Grazie! Hai “ricordato” tutto quanto detto nella ns chiacchierata! Grazie a te Sara per il bello e “toccante” articolo e grazie alle foto della scenografa Luciana Vi aspettiamo! A presto! 🙂

  2. Sara scrive:

    Complimenti a tutti i Tocchi e in bocca al lupo al Ferrara Off!

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