L’alone luminoso delle locandine dei film è un bagliore acceso ai piedi del multisala. Il tempo di una sigaretta e il freddo dell’inverno è chiuso fuori dalle porte automatiche. Al piano superiore va in scena l’ultimo capitolo della saga di Thor. Il flusso di persone è trascinato su dal ritmo ordinato delle scale mobili. Aggiriamo la rampa e prendiamo posto al tavolino del bar. Un caffè diventa il pretesto per chiacchierare di giornalismo, di biciclette, di Nelson Mandela. Con noi c’è Michelle Francine Ngonmo, sorriso disarmante, un fiume di progetti, telefonino che squilla in continuazione. Arriva a Ferrara dal Camerun per studiare scienze della comunicazione. Mentre si laurea aderisce alle iniziative dell’Ascaf. Ne diventa presidente dopo qualche anno. «La prima presidente donna», precisa con un pizzico d’orgoglio. Nel frattempo c’è l’esperienza di mediatrice culturale e, oggi, la collaborazione con All-Tv, la televisione online di recente fondazione, ideata da Jean Claude Mbede Fouda, giornalista camerunense e rifugiato politico. Un progetto innovativo, legato all’integrazione che parte dal rispetto delle regole, che proprio lo scorso 29 novembre, a Bologna, riceve il premio Teletopi 2013, come migliore web tv ‘da community’. Una web tv nata con un finanziamento di 15 mila euro messi a disposizione dal Fondo europeo per i rifugiati, e grazie all’impegno di un gruppo di volontari. E proprio l’aggregazione e l’attenzione rivolta all’attualità è uno dei fili conduttori fra Ascaf e All-Tv.

Come è nata la tua collaborazione con l’Ascaf?
Il mio contatto con l’Ascaf è legato al mio arrivo nella città di Ferrara come studentessa universitaria.
Ci racconti di cosa si occupa questa associazione?
L’Ascaf nasce nel 1992 come ‘Associazione degli studenti camerunensi a Ferrara’. Con il trascorrere degli anni diventa ‘Associazione degli studenti del continente africano’. Un’occasione per gli studenti provenienti da paesi dello stesso continente, di ritrovarsi e di conoscere la realtà dell’ateneo e della città.
Quali sono le attività dell’associazione?
Le iniziative promosse dall’Ascaf sono diverse. Oltre alle giornate di accoglienza per le matricole straniere di Ferrara, che nel prossimo anno si rivolgeranno a quelle dell’Emilia Romagna, c’è spazio anche per ‘Le settimane dello studente’.
Quando si svolgono?
Sono un appuntamento annuale, che solitamente si articola in un periodo a ridosso di Pasqua, per favorire integrazione culturale e solidarietà.
Quest’anno avevate novità in programma?
Quest’anno la novità è stata la manifestazione ‘Cycling for Mandela’. Un giro lungo le vie del centro storico di Ferrara per rendere omaggio a un personaggio storico della lotta contro l’ingiustizia e l’apartheid. Eravamo circa una cinquantina di persone con le magliette dell’evento per un percorso che è durato poco più di un’ora.
Quando ha avuto luogo l’evento?
Il 18 luglio, data di nascita di Mandela. L’idea è nata al fondatore della nostra associazione. La sera dello stesso giorno si è svolta una cena con un dibattito legato all’espressione ‘Ubuntu’. Una parola che per Mandela racchiude il senso della vità in comunità e del rispetto per il prossimo.
Ci sono iniziative dell’Ascaf che vanno oltre la vita universitaria?
Le tematiche di cui ci occupiamo non riguardano solo gli studenti. Per esempio, in passato ci siamo attivati con una raccolta fondi per consentire il trasporto, nel suo Paese d’origine, della salma di un ragazzo ghanese, arrivato come profugo e poi morto in Italia.
Ci sono vostre proposte che hanno ottenuto dei risultati?
Siamo soddisfatti di una nostra richiesta espressa al ministro per l’integrazione e per le politiche giovanili Cécile Kyenge in materia di permessi di soggiorno per studenti stranieri. Richiesta di cui lei si è fatta portavoce a livello governativo. Con l’approvazione di un recente decreto legge, d’ora in poi i permessi non saranno più rinnovabili di anno in anno, ma per l’intera durata del corso di studio.

Foto di Lucia Ligniti

Come sei arrivata a collaborare con All-Tv?
In occasione della manifestazione a Ferrara dedicata a Nelson Mandela ho conosciuto il fondatore e direttore Jean Claude Mbede Fouda, che mi ha illustrato il progetto.
Ci racconti nel dettaglio questo progetto?
L’idea di All-tv è di promuovere la cittadinanza comune e il dialogo fra i popoli. A volte i media danno un taglio non corretto delle questioni relative all’immigrazione. All-tv intende raccontare le storie di immigrazione lontane dalla cronaca nera.
Chi sono i giornalisti che compongono il vostro staff?
La nostra redazione è composta sia da giornalisti italiani che da giornalisti stranieri provenienti da tutti i continenti.
Come funziona il laboratorio di ‘recupero’?
Si rivolge a quei giornalisti che si trovano in una situazione di esilio dal loro Paese, L’obiettivo è di dare loro una formazione in modo che, insieme ad altri giovani italiani e stranieri, possano essere inseriti all’interno di All-tv.
A che punto siete del progetto?
Come web tv siamo in una prima fase. Siamo attivi ormai da circa quattro mesi, ma la partenza ufficiale è prevista a gennaio.
Quali sono gli argomenti che trattate?
Abbiamo realizzato interviste a ministri di Affari esteri o ambasciatori stranieri in Italia, oltre a numerosi servizi su argomenti di cultura e attualità.
Dove vengono realizzati i servizi?
All-tv è una televisione nazionale. La nostra sede centrale è a Milano, dove si svolgono le riunioni di redazione. Ma abbiamo già una serie di corrispondenti da diverse città italiane dove vengono realizzati gli altri servizi.
Chi è il pubblico al quale si rivolge All-Tv?
Il pubblico a cui si rivolge è rappresentato dai cittadini italiani. La stessa scelta di usare la lingua italiana nei servizi e negli articoli è indicativa.
Come scegliete gli argomenti da affrontare in un servizio?
Se, per esempio, dobbiamo seguire un evento fra tanti in programma, è la nostra caporedattrice a valutare e poi a effettuare la selezione.
Un’ultima domanda. Quanto ha inciso, nel tuo attuale lavoro nel campo della comunicazione, l’esperienza di mediatrice culturale?
Lavorare come mediatrice culturale, così come nel campo del volontariato, è stato importante perché mi ha aiutata a rapportarmi meglio con gli altri. Un aspetto importante per chi vuole lavorare nel settore della comunicazione.

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