C’è una serata musicale da Zuni un po’ diversa dal solito: niente musica live con il gruppetto in fondo alla sala, niente microfoni e amplificatori. E’ un dj set un po’ speciale, un’idea che prova a mescolare la rete ai luoghi fisici. Ai piatti si alternano alcuni dj che mandano in streaming sulla rete quello che accade nel locale. All’interno di Zuni amici e conoscenti si godono il sottofondo musicale mixato con grande cura e bravura, mentre chi non si vuol muovere da casa può accendere il computer e avere pronta un po’ di buona musica per la propria serata. Coolander, un format creato da Dj Puz (al secolo Diego Amà) con altri amici, è di scena in via Ragno e lo avviciniamo per farci raccontare qualcosa di più sul progetto e sulla musica a Ferrara più in generale. Molti lo conoscono infatti sotto il nome di Pàogo Ameschi per le sue invettive e riflessioni musicali da vero intenditore sulle pagine di Estense.com.

Coolander: cos’è questo nome curioso, c’entra forse con il film Zoolander?
No non c’entra niente, in realtà è una presa in giro della boiler room, che è un progetto più noto di djset e streaming online diffuso a livello internazionale. In inglese colander significa scolapasta (presente nel logo) e quindi abbiamo un po’ distorto alla meno peggio il nome per essere cool. Proprio come si pronuncia in ferrarese, ci prendiamo un po’ per il cool!

Ah bene… Quando è nato il progetto? Siete partiti da poco?
Compie un anno proprio in questi giorni: nacque come idea l’estate scorsa, cui sono seguite prove tecniche del sottoscritto insieme a Lollo, coinvolgendo anche Karola Hoffer e Nex. Quest’ultimo è quello che ci ha dato l’aiuto più grosso concedendoci di utilizzare il suo studio in casa con un sacco di attrezzatura bella pronta. E’ un po’ l’anima del progetto, soprattutto a livello di comunicazione e di entusiasmo fa un lavoro importante…

Fondamentalmente voi trasmettete in streaming delle trasmissioni in cui vi alternate come dj in studio, alla pari di una serata in un locale… Siete i grillini della musica elettronica locale!
Esatto, siamo quasi tutti dj di Ferrara, ma abbiamo coinvolto anche alcuni dj delle zone limitrofe a collaborare. Invitiamo alcuni dj che a livello di scelta musicale ci piacciono, anche se ognuno ha il suo stile e mette quello che preferisce. Questa sera da Zuni metto su cose adatte al suo pubblico ma di volta in volta decidiamo cosa vogliamo fare.

Perché trasmettete anche il video se è un’inquadratura più o meno fissa su di voi?
Speriamo che il bacino di utenza sia equivalente tra chi è presente alle serate e chi è collegato online: vogliamo provare a cambiare posto in ogni serata che facciamo per coinvolgere persone diverse. Anche se non c’è molto da vedere ci sembra interessante mostrare il nostro lavoro e una webcam puntata in un locale ti permette di essere un po’ dentro l’evento non solo ascoltandolo.

Poi ci mettete su anche degli effetti video, avete un VJ che si diverte non poco con il 3d e filtri sofisticati per rendere più interessante la parte video. Ma di accessi ne fate?
Ancora non tantissimi, ma contiamo sul fatto che anche se non lo segui in streaming puoi scaricare la puntata tipo podcast e te la ascolti/guardi quando preferisci. L’esperimento con effetti visuali è una scimmiottatura della boiler room, ma questa sera da Zuni è la prima volta che la sperimentiamo.

Quindi la differenza con una serata normale qual è?
Vogliamo puntare sulla gente che viene alle nostre feste perché possa rivedersi online e rivivere una serata che è in realtà un format vero e proprio. L’importante è la musica: la maggior parte delle serate che ci sono nei locali hanno un genere fisso mentre noi siamo più sperimentali e ogni dj che si cimenta ai piatti mette davvero su quello che vuole con il suo stile e la sua tecnica… vi vogliamo stupire! Ogni mese ci piacerebbe proporre una serata a marchio Coolander da qualche parte a Ferrara.

Tu fai il DJ da anni… quando hai iniziato?
Dodici anni fa con il mio amico Teddy e il marchio Bedroom Boys. Ci conoscevamo da tempo, lui veniva da un background diverso dal mio ma con molti punti in comune: musica house con sperimentazioni di elettronica. Siamo diventati resident al Reset Bar di Via de Romei, te lo ricordi? Abbiamo iniziato a sperimentare quello che ci piaceva di più e così si è consolidato il nostro stile.

Serate ne fai ancora con il nome Bedroom Boys?
Teddy si è un po’ fatto da parte quindi il nome ha una parentesi che racchiude la S e il marchio è diventato Bedroom Boy(s). In realtà se vuole partecipare ad una serata è il benvenuto ma ognuno fa le sue scelte… io proseguo finché mi diverto!

La scena è cambiata rispetto allora? Sei ancora in grado di far divertire e seguire le mode?
Avevo 18 anni quando andavo in discoteca la domenica pomeriggio, ora ci si va più che altro il sabato notte e io ne ho 30, ma è cambiato molto nell’atteggiamento e nei gusti di chi frequenta i locali. Ora funzionano le serate “remember” che vogliono far rivivere dei periodi anche recenti, cose di 4 o 5 anni fa… perché allora non si è tenuto quello stile direttamente? Io poi se un genere non mi piace non lo metto su…

Foto di Eugenio Ciccone

Più passa il tempo e più il distacco tra te e le nuove generazioni aumenta…
Cerco di adattarmi al mio stile, metto i pezzi che la gente vuol sentire poi ogni tanto butto li un pezzo come si deve per tentare un’educazione all’ascolto di quelli che sono i “fondamentali”.

Non sei ancora stufo?
No, lavoro più che altro la stagione invernale che mi impegna due sere al mese, una rock e una con il Meat (ex Urban disorder). Poi una collaborazione in radio, scrivo qualcosina, qualche recensione… Se non avessi un lavoro diverso farei il dj molto più spesso.

Ma ci si campa a fare il dj?
No, bisogna avere le spalle coperte. Alcuni ci vivono abbastanza bene, facendo diverse serate in un mese, anche fuori da Ferrara. Alcuni locali pagano un giusto prezzo ma a volte ci sono posti che ti concedono un cachet ridicolo: meno di un tuo amico che ti chiama per un matrimonio. Abitudine diffusa, non è colpa strettamente di Ferrara, anche se qui è difficile farti una tua serata e creare un giro di collaborazioni. In due anni a Torino ho fatto quasi più cose che qui: dopo un paio di settimane avevo i contatti per fare qualche serata, in provincia la gavetta è più lunga…

Tra le cose che fai c’è la collaborazione con Estense.com: sotto lo pseudonimo di Paogo Ameschi parli della scena musicale locale e dei gruppi emergenti. Ma che razza di nome è Paogo Ameschi? E’ impronunciabile!
E’ vero è un po’ difficile… E’ il mix dei nomi miei e di Teddy: anche se lui non scrive su Estense, è un nome che esisteva da prima per un profilo Facebook condiviso tra noi due. Si pronuncia Pàogo Ameschi, con l’accento sulla A, ed è rimasto questo nome non tanto per copertura o per paura dei commentatori, ma perché pensavo fosse utile collegare gli articoli al profilo Facebook.

Conosci un po’ la realtà dei gruppi emergenti perché suoni anche in qualche gruppo?
Ho solo suonato il tamburo nel rione di Copparo! In realtà faccio basi e seconde voci in un gruppo, tutto qui…

Sei pessimista su Ferrara e quello che offre a chi fa musica?
La situazione non è diversa da altre piccole realtà di provincia. Ho un po’ paura della mentalità del ferrarese: spesso il problema è proprio il rapporto tra le band. Ne ho parlato in un articolo su Estense e ho trovato molto astio da parte dei lettori. Si vive male, è una sorta di invidia che ci porta a stare chiusi in piccoli nuclei rivali. Poca collaborazione, troppi pregiudizi e così ci rimettiamo tutti.

Quindi non è colpa che non ci sono locali per suonare o la politica non se ne occupa?
Ci sono piccole isole come il circuito di Sonika o dei ragazzi di BDC a Portomaggiore, locali come il Patchanka che ci crede e dà soddisfazioni. Però mancano occasioni per portare certa musica alla ribalta con pubblici più ampi: perché ad esempio non usiamo il palco di Ferrara sotto le stelle nelle serate dove non ci sono i concerti in programma? Si potrebbe organizzare alcune serate sfruttando l’evento principale volendo, ma nessuno ci ha mai provato, forse per non sentirsi subito dei secchi NO.

Perché pochi gruppi di Ferrara emergono a livello regionale o nazionale?
Ed anche a livello di dj è la stessa cosa… la qualità ci sarebbe ma la viviamo davvero male. Stiamo a guardare il capello tra di noi facendoci le scarpe a vicenda e non va bene. Uno come Vasco Brondi per esempio è uno tranquillo, che fa la sua musica e si diverte, non fa polemica e segue un suo stile portando avanti un bel progetto. Anche altri gruppi hanno attitudini simili: seguono la loro strada di ricerca musicale, senza pensare a cosa un altro gruppo ha detto su facebook, ai commenti a margine dei concerti, alle polemicucce da bar…

Non sarà che negli eventi principali cittadini invitano sempre gli stessi gruppi e così quelli nuovi meritevoli non vengono mai scoperti? Ogni anno il Music Park con la Coska ad esempio…
Sicuramente si, è anche colpa di organizzatori fedeli al meccanismo di fare pubblico senza rischiare con gruppi minori davanti a pubblici più ampi e consolidati. Che vuoi farci…

Secondo te da dove nasce tutto questo astio verso il PD durante l’estate? Di colpo ai gruppi importa tanto del lato politico delle feste estive che ci sono in città invece di cercare più posti possibili dove portare la propria musica?
No di solito non interessa molto l’aspetto politico… c’è stato senz’altro un abbassamento qualitativo di questo partito per le scelte che ha fatto in tempi recenti, e quella degli Impact è stata una presa di posizione abbastanza forte. Il PD offre però un sacco di spazi per suonare durante l’estate, bisogna darne atto. Non so se il partito opposto faccia feste e sia disposto a ospitare i gruppi locali che suonano dal vivo e se non ci fossero più questi spazi ne sentiremmo la mancanza. Peraltro non è che sono feste politiche così estreme, ci vanno le famiglie…

Tre gruppi locali da tenere d’occhio nei prossimi anni qui a Ferrara?
Dance with the bear, Bitter Coconut Dead Fire (cocomaro di focomorto ndr) e Go koala. Come dj senz’altro Lollo, ma mi piace l’attitudine dei Deep Noise e Peedo. Son capisaldi che possono insegnare molto alle nuove generazioni che si cimentano in quest’arte…

E in europa chi sono i tuoi riferimenti?
Uno che stimavo e non amo più è Fat Boy Slim, lo dico con il cuore in mano, ma ha preso una piega che non mi piace. Mentre i Chemical Brothers rimangono imprescindibili e sempre di grande livello dopo tanti anni.

Giorgio Canali o Vasco Brondi?
Nessuno dei due!

Daft Punk o Prodigy?
Tutti e due! No dai, meglio i Daft Punk.

Sonika o Contrarock?
Contrarock perché è nuovo.

Due gobbi o Settimo?
Due gobbi.

Classica: win o mac?
Windows! Contro tutte le cose che iniziano con la i tipica di Apple…

Ma no dai, davvero?
Eh si.

Mi spiace. Senti, prossimi progetti per Coolander quali sono? Quando vi rivediamo sulla scena?
Vogliamo fare cose un po’ più intime in studi e case in giro. Poi fare serate per il pubblico più accoglienti e grandi. Ospitate ne abbiamo in programma, si parla anche del mitico Poltro ma non diciamo niente di più per ora! Cerchiamo di mantenere una cadenza mensile e di annunciare per tempo sui social i futuri appuntamenti, poi tra poco ripartono le serate Simple e Meat che saranno al Sinatra visto che il Suono non riaprirà quest’anno.

E me lo dici così? Io ho fatto in tempo ad andarci due o tre volte soltanto diversi anni fa…
Pare lo vendano, chissà che qualcuno non lo riapra e lo faccia rivivere!

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