Ho passato l’estate per intero in città, non che sia una novità ma diciamo che ogni tanto gli anni scorsi una qualche scorribanda, anche solo di un paio di giorni la facevo, fuori dalle mura, fuori porta come a pasqua ecco.

Quest’anno, anche se ne ho avuto la possibilità, ho sempre declinato ogni tipo di invito, forse proprio per rimanere fedele a questa scelta, una scelta probabilmente insensata sotto molti punti di vista, ma vuoi che sia stato l’unico? È pieno di antivacanzieri in giro, ne sono sicuro, cacciatori di ufo e pescatori da macero compresi.

Tra l’altro dovevo fare una miriade di cose che alla fine non ho fatto.

E alla fine è successo davvero.

Nessuno se lo sarebbe aspettato, d’altronde “non ci sono più le mezze stagioni”, ma nemmeno le stagioni piene. E così siamo arrivati alla fine dell’estate, testimoni di questo cielo glauco a naso all’insù sferzati dal pungente vento che di solito anticipa la pioggia.

Ed è arrivato quel momento che la sera fanno sedici gradi e giri ancora in felpina che se era aprile con sedici gradi la sera eri ancora in paltò mentre adesso è imbustato pulito da lavasecco.

E allora mi è venuto in mente che, da bravo Werther quale sono, non ho mai avuto la possibilità di rendere pubblico omaggio a tutti quelle cose che rendono estiva l’estate.

E allora grazie alle piscine scoperte, dove se ti tuffi di testa dai una craniata sicuro perché sono alte come una pentola e son buone solo per fare la zumba acquatica o stare a mollo boccheggianti mentre i nuotatori fissati con lo slippino ti sfrecciano affianco nella loro bella corsia riservata che non gli bastano i corsi invernali con l’acqua a un grado che se va sotto zero poi si ghiaccia e mica ci si va per pattinare, con lo slippino.

Grazie panchine nei parchetti, che tutti gli anziani avevano la punta dalle otto e mezza di sera a fare la chiacchiere ma a settembre diventano già umidicce e allora forse è meglio tornare a passare la serata sulla poltrona guardando il tenente Colombo.

Grazie motorino, che sono davvero troppo freddoloso per usarti come mezzo di trasporto già dall’autunno e poi dovrei davvero vestirmi da eschimese per evitare il male alle ossa, la sensazione da febbre e il problemi allo stomaco.

Grazie canottiere, avete salvato dal sudore truppe di maniche di t-shirt e camice che per almeno un paio di mesi hanno potuto tirare un sospiro di sollievo.

Grazie coccodrillo gonfiabile, che immerso nell’acqua verde della riviera tenevi lontani i fissati del nuoto con lo slippino. Spero tu stia bene ora che hai messo su un bel castello gonfiabile e ci vivi con tua moglie delfino gonfiabile e i tuoi figli salvagente e i gemelli braccioli.

Grazie aria condizionata nelle macchine altrui, per quel simpatico starnuto che mi rubi ogni volta che esco dall’abitacolo e l’escursione termica fa il resto.

E a tutti i ventilatori, tenete duro, non vi estinguerete, siete troppo simpatici.

E ora, come ogni buon Settembre, si ripopolano le sale da bowling e le discoteche, con serate inaugurali a destra e a manca mentre l’aria si riempie di aroma di mistocchina e tamploni.

Ma non c’è da rattristarsi. Il mondo potrà anche essere folle, incomprensibilmente spietato a volte, ma, il sole d’estate torna sempre per strapparci qualche momento di felicità.

Basta solo aspettarlo.

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