…è quello che mi sono sentito dire alla zona di volo, con il sole appena sorto e ancora circondato da una matassa di nubi.

Un prato vuoto e bagnato si è di lì a poco animato con l’arrivo del furgone dal quale, progressivamente, ha iniziato a prendere forma quello che sarebbe diventato il mio mezzo di locomozione : la mongolfiera.

Mi ero immaginato, che la mongolfiera fosse lì ad aspettarmi in un sonno ciclopico, in tutta la sua forma, magari solo un po’ da pungolare per il completo ergersi, oppure che sarebbe comparsa in tutta la sua enormità da un momento all’altro, all’improvviso, magari legata, come si tiene alla briglia un cavallo prima della partenza.

Niente di tutto questo.

La mongolfiera va svegliata con i suoi tempi, pezzo per pezzo, preparata in ogni sua parte, ogni giorno, anzi, ogni volo, dalle mani esperte dei suoi conducenti. Un risveglio che avviene mentre questi custodi parlano in amicizia intorno a questo gigante addormentato.

Il cesto viene assicurato alla lunghissima lingua colorata precedentemente stesa sul prato; poi viene srotolata mentre due enormi ventilatori vengono azionati ai lati del cesto: “servono per riempire l’involucro di aria fredda” mi spiegheranno successivamente.

L’involucro inizia a prendere forma e ad alzarsi lentamente da terra, mentre una persona tiene una fune fissata a quella che diventerà la sommità della mongolfiera.

In poco tempo si erge dinnanzi a me una mongolfiera blu bianca e rossa, alta 20 metri che comincia a ingerire fiammate di calore.

È il momento di salire a bordo.

Nel cesto, con me, una dozzina di persone spinta dalla curiosità per questa esperienza unica: coppie di ragazzi e di adulti, amiche di lunga data, lavoratori che hanno preso ferie per fare questa esperienza, studenti, un ragazzo sudafricano venuto per realizzare riprese video e fotografie, Alessandra Atti –project manager di Ferrara Balloons Festival, e Paolo Barbieri –pilota, proprietario della mongolfiera e Direttore Voli del Festival.

Il tempo di guardare in faccia i miei compagni di viaggio e già non tocchiamo più terra, sospinti verso l’alto dalle fiammate azionate da Paolo.

Foto di Giacomo Brini

In un attimo il punto di vista cambia e stravolge il nostro comune osservare Ferrara: abituati a guardarla da sopra un sellino, o dall’alto di un terzo piano, capaci di stupirci scorgendo le torri del Castello da sopra un cavalcavia, trovarci in alto a osservare le strade, le mura, i tetti, i giardini privati della nostra città ha un sapore di emozione e stupore unici. Ci si sente privilegiati a poter osservare Ferrara dall’alto e le nubi si sono diradate a lasciarci libera ogni visuale.

Paolo ha deciso di regalarci un volo radente sulla città, seguendo lo skyline di Ferrara, appena più alti dei tetti percorriamo Corso Ercole I° D’Este, ammirando il nostro Palazzo dei Diamanti, la corte vetrata della Ex Sala Borsa, il Castello Estense, Piazza Municipale, il Duomo, il Listone, Piazza Travaglio e Parcheggio Kennedy, il Po di Volano, l’Ippodromo fino ad arrivare all’aeroporto.

Paolo, con la sua esperienza, ha deciso di farci diventare spettacolo per la città ed è lui il primo a salutare tutti quelli sotto che, accorgendosi di noi, stanno con il naso all’insù: in un attimo tutta la città si accorge della nostra presenza e ci sono saluti urlati da dentro le abitazioni, persone ferme con la bici che agitano le braccia, finestre degli uffici che si aprono per scattarci fotografie, clacson festanti, inviti per il caffè se scendiamo nel giardino, bambini urlanti negli asili. Non siamo un puntino alto in cielo, siamo solo un po’ più in sù di tutti i ferraresi.

L’atterraggio è morbido, come del resto tutto il volo, senza applausi, ma con grandi sorrisi emozionati; ad aspettarci il resto dello staff del Festival, che in gran velocità inizia la procedura di sgonfiamento e chiusura della mongolfiera, questa volta si dà una mano tutti, come a ringraziare si aiuta a ripiegare l’involucro che poi deve essere caricato sul furgone nuovamente, insieme al cesto e riportato al Parco Giorgio Bassani pronto per essere riaperto verso nuovi voli.

Sulla strada del ritorno parlo con Alessandra del Festival, giunto alla nona edizione:
Quest’anno il Festival sta andando molto bene, ci sono circa 30 mongolfiere, alcune destinate al volo libero altre a quello vincolato, gli equipaggi sono sia italiani che stranieri e le attività che si svolgono in parallelo all’interno del Parco urbano consentono di conoscere ed effettuare numerose attività, oltre a rendere sempre più vivo il Festival.
I visitatori sono ferraresi  ma con percentuali elevate di turisti provenienti da tutta Italia, oltre ad un numero sempre maggiore di stranieri che facendo le ferie tra mare e città d’arte limitrofe approfitta del Festival per fermarsi qualche giorno in città e prova l’ebbrezza del volo su una mongolfiera. Abbiamo abbassato i prezzi dei voli e riusciamo a far volare in volo libero circa 65 persone al giorno.”

Il Ferrara Balloons Festival continua fino a domenica 15 settembre: vale la pena venire a fare un volo!

2 Commenti

  1. monica scrive:

    Complimenti per come è stato descritto il volo per un momento mi è sembrato di esserci, e per le foto davvero belle,chissà forse un giorno ci sarò pure io………..

  2. Zeno Govoni scrive:

    Complimenti per l’articolo e per le bellissime fotografie !!! devo dire che il taglio che date è veramente bello. Bravi.

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