L’Osteria degli Adelardi dal primo settembre si è trasformata in galleria per giovani talenti, ed è grazie al progetto Art In-Side Adelardi che incontro Francesco Mancin, il primo tra gli artisti che esporranno le proprie opere negli spazi dell’osteria ferrarese.

Un’opportunità questa che Adelardi vuole dare ai giovani artisti che sono in cerca di uno spazio in cui esporre le proprie opere, in un’atmosfera suggestiva di fianco alle imponenti mura del duomo di Ferrara, per valorizzare il loro talento. Con Francesco ci incontriamo in una sera d’inizio settembre, il giorno dopo l’allestimento. Veneto d’origine, faentino d’adozione e ferrarese per amore questo poliedrico artista ha deciso di esporre “Memphis Series”, una serie di poster ispirati al Gruppo Memphis.

Francesco si diploma all’ISIA di Faenza, uno dei più famosi istituiti di ricerca e sperimentazione nel settore del design, con un progetto ceramico di urna cineraria e corredo funebre per Miagalleria di Faenza. Da questo progetto, mi racconta, nasce il suo interesse e la sua vera passione per Ettore Sottsass e il Gruppo Memphis.

Il Gruppo Memphis nasce nel 1981 da un’operazione culturale avviata da Ettore Sottsass, e da un gruppo di giovani architetti e designer della città meneghina, dopo alcuni anni dalla sua fondazione vi hanno aderito alcuni tra i più importanti designer e artisti della scena internazionale. Questo fenomeno riflette il clima e le idee che in quegli anni stavano fermentando nel nostro paese; gli artisti cercavano di conciliare un assetto più razionalista-funzionalista con intrusioni di bizzarrie lineari e di cromatismi decorativi, sconvolgendo tutti i presupposti riguardanti design e architettura esistenti fino ad allora. Il design ha ottenuto grazie a Memphis e alla cultura formatasi in quel momento storico una concezione espressiva mai avuta prima: legata a nuove forme, nuovi materiali e nuovi pattern. Proprio a questa filosofia rendono omaggio le opere di Francesco, la serie nasce dalla ridefinizione in 2D delle opere di design del gruppo milanese che ha origine proprio in quella decade.

Foto di Lucia Ligniti

Il contenuto delle composizioni riprendono dei motivi tribali e li replicano digitalmente, passato e futuro si fondono in opere nuove e inedite, stampate su supporti sperimentali come la tela di una bandiera, l’idea di provare a stampare su questo materiale Francesco l’ha avuta dopo aver scoperto le opere di un gruppo di grafici tedeschi. Il fondo dipinto in acrilico si mescola con le composizioni digitali riprodotte con computer graphic; i rossi risaltano su uno sfondo semitrasparente, l’etereo si unisce all’esotico dei colori e delle forme.
Anche lui come Sottsass, diventato quasi un idolo, che aveva abbandonato l’architettura per il design, ha abbandonato la prima strada intrapresa verso la ceramica ed è approdato alla grafica digitale e al video.

Le opere esposte, oltre che da Sottsass, traggono ispirazione in particolare da alcuni lavori di Nathalie Du Pasquier e Michele De Lucchi anche loro esponenti del gruppo milanese. Francesco si diverte a rendergli omaggio attuando lo stesso cortocircuito che ha animato la loro ideazione: mescolare il passato attualizzandolo con il presente, combinando stili e generi, con colori falsi e sfumature, replicando moduli grazie alla combinazione grafica e alla vettorializzazione degli elementi.
Le immagini acquistano così una nuova vita e una nuova identità, mantenendo il loro spirito postmoderno. Nelle sue opere regna sempre un equilibrio tra i colori e le forme utilizzate, in modo da uniformare il potente pattern visivo che scaturisce dall’accostamento dei forti colori che utilizza.

Memphis Series” è stata progettata nella primavera dell’anno passato ed è stata oggetto d’interesse, oltre che di una galleria di Carpi anche di un blog focalizzato sulla cultura degli anni ottanta e sulle opere che oggi vi fanno riferimento.

Proseguendo la nostra chiacchierata, Francesco mi svela che il punto di partenza di tutti i suoi progetti sono arte, cinema, moda e musica spesso combinati tra loro e contaminati da una continua ricerca visiva e da un proficuo scambio creativo: il gioco di rimandi e citazioni è il fil rouge che contraddistingue le sue opere grafiche e video. Mi suggerisce anche la colonna sonora per queste opere: la serie di brani più esotici di Brian Eno.

Intanto che ci salutiamo mi rivela che il suo nuovo progetto avrà come protagoniste le opere del periodo ferrarese di De Chirico, a cui applica lo stesso cortocircuito di citazioni e rimandi tra passato e futuro, lo definisce essere risultato un po’ “pazzerello” e forse un po’ “troppo forte” per essere ospitato dalle pareti di un ristorante, aspettiamo di vederlo esposto in galleria e pubblicato al più presto sul suo sito web.

Francesco è co-fondatore del nascente studio di comunicazione TAAG kommunikation, continua la sua ricerca artistica, espone in gallerie indipendenti.

2 Commenti

  1. Angus scrive:

    Complimenti Cesco! Un gran bel lavoro che riflette in pieno l’atmosfera di quegli anni e del Gruppo Memphis.

  2. Matteo scrive:

    Complimenti a listone magazine!

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