La notte del 29 agosto al Ferrara Music Park si pogava. Sul palco un batterista col berretto calato sulla fronte, un violoncellista che più biondo non si può e un violinista. Com’è possibile? Ascoltare per credere. Gli Stilbruch sono un gruppo rock senza basso né chitarra. Il violino in un gruppo si è già visto ma non certo al posto della chitarra. Così come un violoncello che sostituisce il basso. La voce pungente del cantante fa il resto. Per chi avesse ancora qualche dubbio, è sufficiente osservare Sebastian alle prese con le corde del suo violoncello durante l’esecuzione di My name is life. Piegato su sé stesso, scuote la testa su è giù come un posseduto. Durante le sue esibizioni sembra consumarsi. A diciassette anni suonava il basso in un gruppo rock, nessuna sorpresa quindi. Il nome Stilbruch significa proprio questo: uno stile unico, un punto di rottura (Stil: stile, Bruch: rottura), musica rock ma con strumenti classici. I tre tedeschi, due di Lipsia e uno di Dresda, hanno una lunga esperienza di buskers alle spalle: hanno calpestato mattonelle, marciapiedi e fili d’erba di gran parte d’Europa. Berlino, Dresda, Parigi, Torino, Vienna, Bruxelles, solo per citare alcune città.

Li incontriamo in un tardo pomeriggio di luce. Sebastian è accompagnato dalla moglie, entrambi ordinano un cappuccino. Si sa, per i tedeschi è sempre l’ora del cappuccino. Sono curiosi, le domande, infatti, le fanno loro. Vogliono sapere della mafia in Italia, del perché le tazzine di caffè sono così piccole, della crisi economica. “ Ma non è che adesso, in tempi di crisi,  agli italiani i tedeschi stanno sulle scatole vero?” Sebastian è preoccupato davvero. Sul palco del Ferrara Music Park quella notte è ancora in dubbio : “Vi piace la Germania? Sì? Sicuri?”. Per tutta risposta ottiene un coro di Onemoresongonemoresong.

L’esperienza ferrarese li ha lasciati sbalorditi. “ Verrücktes Italien! ”ride Gunnar “Pazzi italiani! Le calli brulicano di gente, ieri abbiamo festeggiato fino alle prime luci dell’alba”. Tanto calore non se l’aspettavano proprio. “So che può sembrare  retorico ma il pubblico italiano è davvero quello più caldo”. C’è da dire che gli Stilbruch sono entrati nel cuore del pubblico fin da subito. Piacciono proprio a tutti, i bambini li fissano con meraviglia, un gruppo di ragazzi italiani conosce perfino i testi a memoria, le ragazze fanno l’occhiolino e tutti chiamano Pascoal a gran voce. Chi è Pascoal? Non si può non includerlo nella band. E’ il sosia di Lenny Kravitz che accompagna il gruppo in tournée e si posiziona a lato della band, col braccio alzato e i CD della band stretti tra le dita, a piedi nudi. Ma va sempre in giro a piedi nudi, chiedo a Sebastian. Oh no, solo d’estate.

Foto di Claudio Furin

Come vi è sembrata l’organizzazione del Busker Festival? “Sarò sincero” racconta Sebastian” siamo partiti un po’ prevenuti”. Friedemann fa un cenno di assenso. “Sì, pensavamo chissà che caos l’organizzazione italiana! Invece… siamo rimasti stupiti! Arrivati a Venezia eravamo tutti al punto di incontro e all’orario convenuto, una barca ci ha portato i bagagli. Ci hanno accompagnato al campo e ci sono pure venuti a riprendere!” Insomma tutto ha funzionato alla grande. “Oh sì, non abbiamo dovuto preoccuparci di niente”. E l’esperienza buskers? “ Qui a Ferrara ci sentiamo valorizzati. Pensa che in Germania suonare di notte è proibito”. Il batterista spinge il ponte degli occhiali con un dito e racconta: “In Dresda avevano pure provato a rendere la musica in strada proibita per legge, per fortuna non ci sono riusciti. In Germania c’è l’idea che i musicisti di strada siano dei mendicanti, qui a Ferrara ci trattano da artisti”.

E’ l’apparenza che conta. Il busker è sinonimo di disordine, non si lascia inquadrare facilmente. Ma non solo in Germania. A Parigi sono stati allontanati da Notre dame e a Venezia, anni fa, sono stati avvicinati dalla polizia che gli ha intimato di levare le tende. Altro che mendicanti! Sebastian Maul , autore di quasi tutte le canzoni, ha preso in mano il violoncello a cinque anni e ha studiato musica a Lipsia e a Dresda, suonando in molte orchestre. Friedemann Hasse è un violinista virtuoso, compositore di musica classica mentre il batterista, Gunnar  Nilsson, è quello dagli influssi rock più evidenti, cresciuto con i Genesis e i Pink Floyd. “Non dimenticherò mai quella volta a Milano” sorride Friedemann “ Un milanese ha comprato dei nostri CD con una banconota da cinquanta euro dicendo tenete pure il resto”. Non stupisce troppo: Pascoal riscuote non poco successo, sono in parecchi ad avvicinarsi e a  portarsi a casa uno dei CD. I testi degli Stilbruch sono struggenti, la voce del violino afferra le orecchie e la voce rock di Sebastian si incastra alla perfezione. Le  canzoni sono orecchiabili e classiche allo stesso tempo. Il nuovo album sarà in vendita a partire da ottobre, per maggiori informazioni c’è sempre internet http://www.stilbruch.tv/. Lasciamo la Leffe e i cappuccini sul tavolo, c’è ancora tempo prima del concerto delle 21 30 e c’è da salutare Pascoal. Anche lui si esibisce nelle strade, cantando cover con la sua chitarra a tracolla. Non è niente male, la sua è una voce calda e potente che non ha nessun bisogno di amplificatore. Ma è come venditore di CD che da’ il meglio di sé, la sua posa- piedi nudi e braccio alzato-è ormai una presenza fissa e riconoscibile nelle strade di Ferrara.

E’ ormai l’ora dell’esibizione. Quando gli Stilbruch suonano, ci mettono l’anima. Non ho idea delle calorie che devono consumare durante gli spettacoli ma la collezione di bottigliette d’acqua vuote ai piedi del gruppo da’ l’idea della cascata di sudore che bagna le magliette. Durante la pausa, sigaretta e cioccolata, si parla di tutto, di gatti e di DDR. Sopra di noi lo sguardo severo di Savonarola.

Non perdetevi l’ultimo spettacolo: domenica 1 Settembre alle 17 in via dei Contrari 14.

1 Commento

  1. matteo scrive:

    Bravi davvero! Complimenti!

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