Lo squalo lilla aspetta a fauci spalancate qualche euro ferrarese. Mats armeggia con le corde della chitarra, è un po’ nervoso, è la terza corda che si spezza. “Ieri a Lugo si è spezzata, mi sono ferito un dito e ho coperto di sangue la chitarra”. Molto rock’n’roll.  Jesper tira fuori il violino dal carrello della spesa, il trolley dei buskers per eccellenza. Dentro ci trovi di tutto: un banjo, una chitarra, un mandolino, un flauto, una ghironda e tre lattine di birra. Se lo trascinano dietro per tutta la città sollevandolo a forza di braccia danesi sui ciottoli medievali. Mads osserva il cielo scuro. La location non è sempre scenografica. Via Garibaldi è un flusso continuo di biciclette e passeggini, alle spalle un negozio di materassi e a lato del palco una decina di bicicletta parcheggiate. Un fulmine squarcia il cielo. E’ un agosto poco italiano e molto anomalo. Ma è proprio lì, in quel parcheggio di biciclette, che il trio danese riscuote un successo unico, forse il migliore della settimana.

I Moster&Haj sono un trio celtico imperdibile. Primo, perché non si fermano a suonare ballate scandinave, in cui gli elementi irlandesi si fondono a meraviglia con i valzer e le melodie danesi, norvegesi, svedesi, ma anche canadesi. I Moster fanno anche spettacolo: danno lezioni di danese- free danish lessons here, grida Mads sventolando la bandierina danese- insegnando ritornelli come le canzoni di buon compleanno. Jesper recita favole come quella della ragazza che baciò una rana nella speranza di cavarci fuori un principe ma che, ahimé, si trovò rana ella stessa. Secondo, perché fanno anche storia: Mads racconta la genesi della ghironda,strumento medievale intrigante, introduce le ballate e ne racconta il luogo di nascita, che sia un’isola al largo della Svezia o il Quebec. Il tutto in inglese ma anche in un italiano non troppo zoppicante dato che Jesper, dai capelli biondo Copenhagen, è un mostro delle lingue: ha scaricato una app dal telefono due settimane prima di partire per l’Italia. A chiudere lo spettacolo c’è GHERAUS ( traduzione tutti fuori!) una ballata frenetica, veloce e incalzante che nelle feste danesi chiude ufficialmente la nottata, con lo stordimento finale e completo dei ballerini in pista.

Hanno voglia di divertirsi, i Moster&Hai. Mats Holm Pettersson è l’anima folk del gruppo, polistrumentista, fin da bambino ha respirato latte misto a musica folk. Jesper Tage Wiingaard ha studi classici di violino alle spalle. Ha studiato in Norvegia il famoso violino norvegese Hardenger fiddle e il suo solo è impressionante. Mads Kjoller-Henningsen è l’addetto al flauto, al mandolino, alle percussioni e accompagna la musica battendo i piedi. Dopo un’ora e mezzo di concerto la gente è ancora lì, non se ne va e urla con le mani in aria: Ancora ancora! “ Ragazzi, tra due ore suoniamo di nuovo” sorride Jesper” fateci andare a mangiare”.  Un’occhiata allo squalo e sì, bene, la cena anche stavolta è assicurata. Percorriamo via delle Volte con carrello al seguito, lo squalo sobbalza a ogni ciottolo di ogni medioevo. L’atmosfera accogliente del Mandolino strappa loro qualche ooooh di approvazione.I danesi si fiondano sul menù. Tagliatelle, cappellacci e vino rosso. Very fantastico. Il relax ha inizio col primo bicchiere di rosso. “All’inizio facevamo solo musica irlandese” racconta Mads “ Poi siamo finiti al Folk Camp in Danimarca, una settimana di musica e tende e lì ci siamo conosciuti”. Com’è vivere da buskers? “Guarda, sarò sincero: per noi è davvero solo divertimento. Non lo facciamo per guadagnarci da vivere. E’ pura passione. Abbiamo suonato in Danimarca e in Svezia: nei pub, nei bar, ai matrimoni. Siamo ambiziosi per quanto riguarda la musica, ma di fare carriera non ce ne può importare di meno”. Jesper ordina altro vino “Lo sapevo che era troppo poco”.

Foto di Carmen Ciclamini

Come è avvenuta la selezione? Mats, il suonatore di banjo, solleva le sopracciglia: “Hai presente quando la fortuna ti bussa alla porta e ti da’ una botta in testa? Un nostro amico lavora all’ambasciata danese di Roma, gli avevamo dato un nostro biglietto da visita cinque anni fa, ma più per scherzo che per altro. Stefano Bottoni (il direttore artistico dei Buskers) lo contatta in un giorno di aprile: Mi serve un gruppo danese, non è che conosci qualcuno? E voilà. Ci hanno contattato: Are you still playing? Abbiamo chiesto una settimana per pensarci. Eravamo felici ma confusi, non sapevamo cosa fare, a fine agosto abbiamo l’università che ricomincia! Avete 24 ore, ci fanno. Bene,  dopo dieci minuti avevamo già deciso”. “Quando  è arrivata la convocazione ero in Norvegia per studio” racconta Jesper “ ho letto il messaggio infreddolito sotto una pioggia scrosciante vuoi partire per un viaggio tutto spesato in Italia? Ho dato un’occhiata al cielo nero e ho detto: JA!”. Sì, a Copenhagen l’università è già cominciata questa settimana. Mads studia alla Music Academy, al dipartimento di musica folk, Mats si è specializzato in storia e cultura danese e Jesper in Psicologia del linguaggio “Ma chi ci pensa? Siamo qui in questo favoloso medioevo!”

Cos’è per voi il Busker Festival? “Un sogno. Semplicemente l’ideale. Non veniamo qui per fare soldi, quelli sono un extra per le bevuta la sera, noi siamo qui per suonare la musica che piace a noi e per goderci l’italia. E Ferrara? “Amazing. In Danimarca abbiamo anche noi il nostro medioevo ma qui è tutto più grande e più antico. Da noi le case sono basse, qui avete delle cattedrali incredibili. L’atmosfera, i vicoli, i ciottoli, le luci di notte, siamo ammaliati. Certo che…” Mats sorride. “Sì, qui da mezzanotte in poi ci si gira i pollici”. Certo, Ferrara è tutto tranne che una metropoli. D’estate a Ferrara ci si siede ai gradini del duomo, è quello il nostro pub. Locali in centro non mancano, ma chiudono tutti all’una e mezzo. Troppo presto per dei vent’anni pieni di note che dopo gli spettacoli hanno ancora voglia di suonare  il violino e ballare. Lo spirito di gruppo dei Buskers è notevole. Gli artisti invitati alloggiano tutti all’Hotel Astra, pranzano insieme al Ristorante degli Archibugi e cenano alla Buskers House al chiostro di S.Paolo. Un po’ come tornare a scuola. Le gite a Comacchio e a Lugo evocano quelle trasferte del liceo quando si ascoltava la musica un auricolare ciascuno e si cantavano canzoncine oscene. L’autobus per Lugo è uno spettacolo vero e proprio: le ragazze californiane Rainbow girls siedono a fianco del chitarrista con giacca e baffi d’altri tempi del Dan Presencer Trio tra i sorrisi delle biondissime My Quartet e i capelli neri e i muscoli del percussionista dei Cornalusa.

Dopo cena ho l’onore di battezzarli con lo spritz. E’ il loro primo spritz. Si passano il bicchiere con aria seria e grave, come in un rito di iniziazione. Jesper urla che ne vuole subito altri dieci, Mads è più perplesso “ mi ricorda il sapore delle bibite che si danno ai bambini danesi… “. Bisogna correre, lo spettacolo comincia tra venti minuti, stavolta si suona di fronte al castello. La passione per la musica vale qualche scossone di carrello allo squalo. Sì, perché, parlare di passione non è una cosa detta tanto per dire. Dopo lo spettacolo i Moster&Haj non si fermano di certo. Nel bel mezzo della notte, poco prima dell’alba cosa si può fare se non uscire dall’albergo, sedersi ai suoi gradini e improvvisare un concerto celtico?

I prossimi appuntamenti con Moster&Haj:

Giovedì 29:  Via Canonica 10 alle 18, Via Adelardi 33 alle 21 30

Venerdì 30: Via Mazzini 94 alle 21:30

Sabato 31: Piazza Cattedrale alle 18, Via della Luna 26 alle 21:30

Domenica 1: Via Garibaldi 9A alle 18.

2 Commenti

  1. Matteo pazzi scrive:

    Lo, mi ripeto, sto diventando un vecchio borioso. Bellissimo articolo. Mi complimento con Sara. Un articolo divertente, ricco di emozioni e di spunti di riflessione. Una lettura piacevolissima.

  2. Gianluca Cariani scrive:

    Questo articolo spiega anche a me perchè li ho seguiti in quattro serate.Passando la prima volta non mi sono sentito coinvolto ,l’acustica del luogo non era buona e proprio ho proseguito.Mi interessavano però gli strumenti e il tipo di musica che era descitta nella guida,così mi sono promesso di tornare con calma.La sera sucessiva invece sono stato conquistato dalla musica , dal loro modo così allegro di proporla,dal suono degli strumenti,dalla voglia di spiegare.Per questo per altre tre volte ho avuto il privilegio che Moster & haj suonassero per me…

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