“Sono sicuro che il prossimo passo sarà l’immagine elettronica, e spero di essere ancora in vita per vedere. Confido che l’occhio creativo continuerà a funzionare, qualunque innovazione tecnologica si possa sviluppare”.

Ansel Adams (1902-1984, fotografo statunitense)

Incontro il creatore del progetto FEdetails.net nel suo studio en plein air, un bar in via Mazzini dove i colori della frutta in vetrina e la gentilezza dei baristi mette sempre il buonumore. Ordiniamo un caffè e una coca cola mentre cerco di scoprire cosa c’è dietro questo sito di foto. Dietro FEdetails scopro prima di tutto Franco Colla, 44 anni e molto emozionato perché è la prima intervista che rilascia.

Franco è nato nel gennaio del ’69 e ha vissuto in vari paesi della provincia ferrarese fino a quando, nel 1989, decide di trasferirsi a Ferrara. Dal 2008 abita a Copparo per via degli affitti più agevoli, ma la città estense rimane il suo pallino, il suo amore. Come attività, ha svolto un po’ di tutto, aprendo prima una società edile e in seguito un negozio di modellismo (altra sua grande passione), per poi tornare ancora nel mondo dell’edilizia. Attualmente è uno di quegli uomini che passano gran parte del loro tempo su immense gru. Ma tutte queste cose le scopro solo dopo, perché lui alla domanda “Ciao Franco, chi sei?”, risponde in modo molto più secco “Sono un autodidatta, un autodidatta di tutto”.

“E da buon autodidatta, fotografavo col cellulare ogni cosa mi passasse sotto gli occhi”. La sua passione per la fotografia nasce infatti nel 2012, con Instagram, l’applicazione gratuita che dal 2010 permette agli utenti di scattare foto, applicare filtri e condividere su numerosi social network le proprie immagini. La morte della fotografia come la conoscevamo prima, molti hanno presto sostenuto.

“Guarda in alto e scoprirai un’altra città”. All’inizio, in stile spot pubblicitario d’altri tempi, nel suo blog c’era scritta questa frase. FEdetails è nato infatti “come nascono spesso le cose, per ridere”, spiega Franco, che proprio grazie al suo lavoro di muratore ha la quotidiana possibilità di vedere la vita ferrarese da un’altra angolazione. “Dall’alto della gru mi rendo conto che la gente non si accorge più di niente, tutti passano sotto i cantieri senza neanche pensare al pericolo che possono avere appena sopra alla testa!”. E se le persone non guardano oltre il proprio naso, a loro pensa Franco Colla.

“Volevo solo mostrare le mie foto, il mio gusto”.  Il nome FEdetails deriva dalla sigla di Ferrara unita al termine inglese “details”, ovvero dettagli. “Ho voluto fare un misto tra italiano e inglese, perché – spiega Colla –  non pensavo che quel che facevo potesse interessare i ferraresi”. Franco inizia la sua attività su Instagram nel giugno del 2012. Ricorda che erano le 7 di mattina di un caldo luglio e si trovava in centro per lavoro quando ha scattato la sua prima foto dettaglio, “e da lì non mi sono mai più fermato. All’inizio facevo le foto col cellulare del tempo che faceva in quel momento, ma già allora le facevo strane, beccando oltre al cielo anche un monumento che si distinguesse”. Da qui a far conoscere la città, il passo fu breve.

“All’inizio non sapevo come si creasse un blog e non sapevo nemmeno nulla di macchine fotografiche. E anche storicamente di mio sapevo poco: avevo un’infarinata di chi era Lucrezia Borgia… della storia del palazzo dei Diamanti”. Il blog creato da Franco – www.fedetails.net – è dunque nato un anno fa, a fine giugno 2012. FEdetails si presentava allora solo con una foto al giorno ed un breve commento sottostante che in realtà era più una descrizione emozionale e che poco o nulla serviva a spiegare l’immagine scelta. La prima foto comparsa sul web, ricorda Franco, immortalava un fregio sopra un tipico portone ferrarese che l’aveva colpito, ma al tempo non aveva la minima idea del perché si mettessero simili simboli nelle entrate delle case.

“Volevo inizialmente mostrare solo le mie foto, poi la gente mi ha iniziato a chiedere il perché avessi pubblicato quel determinato scatto, così ho cominciato a mettere oltre alle immagini delle scritte che le spiegassero”. Ora Franco mette in media tre foto con le rispettive descrizioni e le pubblica sempre di mattina, pescando dal suo archivio fotografico con cui ha riempito ogni spazio libero del suo computer. “Faccio foto a tutto ciò che capita. Ho iniziato a comprare qualche guida turistica, a fare delle ricerche su Wikipedia e a leggermi i libri sulla storia di qualche palazzo. Da qui ho iniziato a valorizzare le cose artistiche di Ferrara. Mi capita spesso di leggere qualcosa di interessante e subito vado a fotografarlo. Giro spesso per le biblioteche a fare le mie ricerche e ora, spesso, è la gente stessa che mi segnala cose da descrivere… Mi piacerebbe anche fare qualcosa in più, qualcosa che mi dia valore e visualizzazione, ma il problema è il tempo. Qui a far bene le cose dovrei smettere di fare il muratore!”.

Foto di Eugenio Ciccone

Comunque, stando ai numeri, le sue foto piacciono. In un anno di attività FEdetails ha raggiunto quasi 2000 fan su Facebook, oltre 12000 le visite al sito e 8300 le persone che lo hanno visitato (come visitatori unici). Anche se il blog di Franco ha avuto successo soprattutto in Cina e negli Stati Uniti, sono molti anche i “mi piace”, con i quali man mano Franco si è fatto conoscere, ampliando il suo lavoro con nuove rubriche come Non tutti sanno che… e la Pic of the day, la foto del giorno che pubblica nel pomeriggio.

“Io utilizzo, come diceva Steve Jobs”. Fedetails.net è un sito artigianale, Franco l’ha fatto tutto da sé. Ora ha la sua “Cicina” – una macchina fotografica, modello Olympus E520 – con la quale solo con un 14-42 mm fotografa tutto. Sa usare Photoshop, ma in modo basilare, preferendo il chiarisci/scurisci e ritaglia, per lo più per eliminare i bidoni dei rifiuti che sbucano dove non dovrebbero. “Non le voglio fare troppo effettate – dice lui – preferisco tenerle nel loro bello. Poi ho sempre smanettato con il pc perché io utilizzo tutto, sperimento tutto. Se mi dai in mano un oggetto con delle lucine, io sono contento”.

“Quando sarò più famoso tornerò a palazzo Schifanoia”. Purtroppo in molti luoghi, sottolinea Franco, “se non sei qualcuno non ti fanno entrare. Sono posti per lo più chiusi al pubblico quelli che mi piacerebbe far vedere con le mie foto. Io di idee nuove e progetti ne ho cinquanta al giorno! Per lo più ancora top secret. Il problema – sostiene – è trovare chi li finanzia, perché qui sono sempre soldini che escono!”. Franco ha molte nuove idee per far scoprire Ferrara attraverso il suo sito, tra cui quella di farsi conoscere dal Comune e farsi sponsorizzare dalle varie realtà che fotografa e di cui scrive sul suo blog.

“Il mio scopo non sono i banner, ma promuovere le eccellenze ferraresi. Quello degli sponsor è il secondo passaggio”. “Non ho mai investito in sponsor – spiega -, infatti sul mio sito non ci sono. Volevo fare questo blog e basta, senza pensare alla pubblicità. Il mio scopo è promuovere le eccellenze ferraresi, poi quello degli sponsor è un altro argomento interessante”. Franco vorrebbe puntare dunque ad una sponsorizzazione che non si basi su dei banner, che non gli interessano, ma promuovendo i luoghi che hanno tutta la voglia di farsi conoscere. Un sagace do ut des, direbbero gli antichi romani.

A questo punto l’articolo potrebbe essere finito, invece no, non lo è. Scomodo per un attimo il signor Adams, che ho citato all’inizio. Nel 1983 – un anno prima della sua morte – questo grande fotografo sperava di assistere alla nascita della fotografia digitale. Se vivesse ancora oggi probabilmente si domanderebbe: come si è sviluppato il nostro occhio, esposto alla luce frenetica delle nuove realtà espressive? Instagram ci rende tutti migliori? Da dove nasce questa voglia insaziabile di condividere tutto, in ogni momento? E soprattutto: la tecnologia è al servizio di chi ha le capacità di fare o è più semplicemente un modo affinché tutti possano fare tutto? Ovvero: una macchina fotografica e un cellulare possono sostituirsi all’occhio creativo?

È una questione che ha la sua storia. Siamo nei primi anni ’60 e una famosa ditta di pellicole inventa la Kodak Instamatic, una macchina fotografica dai semplici comandi in cui basta inserire la pellicola e scattare. In campo fotografico è una rivoluzione, dato che solo fino a qualche anno prima l’album di famiglia consisteva in una scatolina con poche, pochissime foto. Come in altri campi, con la diffusione delle compatte lo stile di vita cambia notevolmente e gli album di famiglia si allargano a dismisura. Giunge poi l’era del digitale, in cui gli ingombranti portafoto vengono compressi in dischetti e computer. E ora? Ora la fotografia muta di nuovo. Grazie ai social network tutto va condiviso, tutti ne siamo in grado. Un bombardamento che ingloba e omologa tutto, fagocita la foto buona come la foto pessima, un’immagine delle montagne di Adams e…

… e ritorno a FEdetails. L’idea del sito di promuovere i dettagli di Ferrara è davvero molto bella e originale; Franco ha avuto entusiasmo e ambizione nell’intraprendere questa attività. Attività che è necessario analizzare, però, anche sul piano tecnico. E qui c’è tanto da migliorare. Purtroppo spesso la qualità delle foto risulta non buona, le immagini mancano di profondità e il più delle volte sono “grigie” anche se sono a colori. Nelle scelte di composizione tendenzialmente il dettaglio non viene esaltato, non è valorizzato. Rimane “l’effetto cartolina anni ‘80” e invece potrebbe – vista l’idea iniziale – essere qualcosa di meno banale.
Come moltissime altre occupazioni anche la fotografia richiede tanto tempo, molta pratica e anche studio, per dare formazione ed educazione alla propria “vocazione”.

Penso anche che l’osservatore che le guarda e mette “mi piace” dovrebbe pretendere di più, studiando e imparando – non accontentandosi mai! – ad allenare maggiormente il proprio occhio creativo. Guardare oltre il proprio naso. Credo che Franco dalla sua gru capirà ciò che intendo.

5 Commenti

  1. Emanuela Bassan scrive:

    Ieri avevo letto l’articolo sul musicista albanese, oggi c’è quest’altro bell’articolo, complimenti Anja!

  2. Emanuela Bassan scrive:

    Ho letto attentamente l’articolo, bella persona veramente Franco Colla. Forse somiglia ad un bohemien d’altri tempi, anche se usa la tecnologia moderna.

  3. Andrea S. scrive:

    Come tutte le buone idee debbono maturare per svilupparsi e rivelarne tutte le potenzialità.
    La nostra amata città possiede una enorme vocazione artistica e culturale da valorizzare in ogni momento!
    Questo blog é degno di nota e con la passione del suo creatore crescerà ancora.
    In bocca al lupo!

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