Cosa serve per creare una radio? «Un mixer, un microfono, un computer, una connessione internet normale, un server dedicato per fare le cose in grande». Tutto qui? «Serve anche una stanza, un tavolo colorato, un portacenere. Noi abbiamo tutto, ci manca giusto uno specchio ma arriverà a breve. Una radio vive di magia». Beppe e Andrea – conosciuto anche come Mr K – raccontano a Listone Magazine come e perché nasce  Radio Strike, nuova web radio ferrarese, accasata in uno stanzino al primo piano del centro sociale La Resistenza. Beppe – iscritto a medicina – è membro del collettivo studentesco Sancho Panza, attivo presso il centro e conosciuto soprattutto per l’Apericiclo del lunedì; Andrea invece è la voce di K and the Soul Squad e da anni collabora con gli Strike, formazione locale dedita allo ska e più in generale al patchanka, recentemente invitata ad aprire il concerto di Manu Chao a Bologna. Da bravi galantuomini, entrambi ribadiscono con enfasi quanto l’incontro tra i rispetti gruppi sia stato fondamentale per l’avviamento del progetto: «l’idea di creare una radio ci è sempre girata in testa – racconta Andrea – ma se non avessimo conosciuto i ragazzi del centro il pensiero sarebbe ancora lì a girare. Ci mancava la forza, la determinazione. Ma loro sono persone d’azione, più concrete. Si sono prodigati e hanno realizzato quello che noi non eravamo mai riusciti a fare». Replica Beppe: «per noi è stato lo stesso, era da almeno un anno che si parlava di creare una radio. L’incontro con gli Strike e la loro famiglia allargata è stato la scintilla che ci ha convinto a mettere in atto l’idea».

L’inaugurazione ufficiale della trasmissione è stata festeggiata il 22 giugno – in concomitanza con lo svolgimento di Border Line, festival delle etichette indipendenti – ma già da qualche settimana volavano nell’etere strani ritornelli come “Negroni Style”, prove per la diretta. Ad oggi la programmazione è abbastanza altalenante, ma il fermento attorno a questa iniziativa è grande. Sono circa una trentina i ragazzi coinvolti e per settembre il palinsesto dovrebbe essere completo. «Vorremmo utilizzare la radio per creare coesione – puntualizza Andrea – divulgare contenuti, ma anche recuperare il valore della parola, della chiacchiera futile. Mettere un disco alla fine è un pretesto per stare in compagnia, conoscere gente nuova, appassionata». L’obiettivo è sfruttare la radio per arrivare alle persone, per offrire uno strumento di espressione a istanze che difficilmente riuscirebbero ad essere comunicate altrove, dare voce alla città. Il sogno? «Che a Ferrara diventi un’abitudine, mentre si è al pc, tenere una finestrella aperta sul nostro sito: www.radiostrike.info».

«Settimana scorsa ci siamo trovati in una riunione allargata, per conoscerci e confrontarci sulla programmazione – commenta Nena, studentessa del collettivo Sancho Panza -. Molte delle proposte arrivate riguardavano rubriche di utilità sociale. Ad esempio Giorgio, che lavora per la Cgil, ha suggerito di creare uno sportello di consulenza radiofonica gratuita, coordinato da professionisti che risponderanno in diretta alle domande del pubblico».

Foto di Sandro Chiozzi

Per adesso gli ascoltatori sono ancora pochi ma i contatti continuano a crescere e le porte dello stanzino restano spalancate: chiunque volesse portare il proprio contributo può rivolgersi ai ragazzi del centro La Resistenza per sottoporre le sue idee: «l’invito è aperto a tutti, basta che il progetto presentato sia appetibile e abbastanza in linea con lo spirito di Radio Strike, fin’ora tutte le proposte sono state accolte». Qualche esempio giusto per capire cosa bolle in pentola: Eugenia (dj e musicista, nota ai più come bassista del gruppo Sorelle Kraus) condurrà assieme ad Antonio (voce degli Strike) una trasmissione per promuovere i dischi prodotti dalle etichette indipendenti; Cry (mc legato alla casa discografica Desolandia Express, referente nazionale del contest End of the week) ogni lunedì sera terrà un approfondimento monografico dedicato a un artista del paranoma hip hop; Tommaso e Marco (entrambi insegnanti precari) proporranno “Conflitti di classe”, uno spazio di discussione sulle problematiche della scuola italiana; Dario (ricercatore in archeologia) si occuperà invece di politica globale; Andrea (alias Mr K) e France (dj della Piola, per chi se la ricorda) seguiranno il settimanale “Metal box”; Sandro (del collettivo “Non cresco più”) selezionerà letture e commenti per “Risse poetiche”; il già citato Beppe invece tratterà le notizie di attualità provenienti dall’America latina e più in generale dal sud del mondo. Lucistante (musicista) porterà on air “La miniera”, un viaggio emozionale: ogni puntata illustrerà le sfumature di un sentimento diverso attraverso canzoni, brani strumentali, storie letterarie. Nel calderone non mancheranno: musica reggae, agricoltura biodinamica, funky all’italiana, educazione alternativa e cucina vegana. Infine i grandi classici: la rubrica del cuore (rivista in chiave filosofica), le interviste agli artisti e qualche varietà, come il programma del debutto che è stato proprio il caustico “Negroni Style”.

Radio Strike fin dal principio si è proposta come “radio pirata e itinerante” ed ha seguito in diretta diversi eventi organizzati in provincia di Ferrara, ma non solo. È stata ospite del Totem Festival di Pontelagoscuro, di Camelot Cafè, High Foundation, Project X a Contrarock, e del Joe Strummer festival a Bologna. Quest’ultima esperienza è stata per tutti a dir poco formativa: «è stato il nostro battesimo del fuoco – commenta Andrea -. Eravamo gli unici invitati assieme a Radio Fujiko, siamo stati dei fantastici intrusi. Siamo riusciti a intervistare Fermin Muguruza, ex cantante dei Kortatu, e Garbancito, batterista di Manu Chao e percussionista dei Mano Negra. Anche Tonino Carotone, che ha promesso in diretta che passerà al centro La Resistenza, e che alla fine ci ha offerto da bere».

Il prossimo appuntamento sarà invece a Portomaggiore per la rassegna What is rock, inclusa all’interno della locale festa Pd. «Ovviamente ci siamo posti il problema se aderire o meno a un’iniziativa di partito» specifica Beppe, riferendosi alla recente polemica diffusa tramite social network dal gruppo Impact, sul rapporto che lega manifestazioni musicali e politica. «Abbiamo deciso di partecipare ponendoci come una linea obliqua, di frattura, all’interno del festival. Radio Strike è un progetto politico perché si occupa della vita della città, ma la sua identità è meno connotata rispetto a quella del centro La Resistenza, di cui comunque rimane una costola. Può permettersi più aperture, contaminazioni, restando però sempre fedele ad un’idea di partecipazione orizzontale, dal basso. I ragazzi che frequentano quelle serate sono ricettivi, noi porteremo loro un messaggio: esiste un’alternativa. Siamo consci del rischio che corriamo dando una mano al Pd, che per noi resta chiaramente dall’altra parte della barricata, ma crediamo sia più importante arrivare alle persone, lavorare sul territorio».

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