“Il paradiso in terra non esiste”, scrive Mauro Parrini nella raccolta A mani alzate ( 2009) “ma chi va in bicicletta ci arriverà comunque”.

Il paradiso dei ciclisti certo non è di casa in Italia. Ammettiamolo, non è una sorpresa. Gli italiani fanno ancora fatica a considerare la bici come un mezzo quotidiano, anche solo per andare al lavoro o a fare la spesa. La bicicletta resta relegata al mondo degli hobby, dello sport, della domenica mattina in campagna e le abitudini, si sa, sono sempre dure a morire. Per andare al lavoro l’italiano preferisce lei, la macchina. L’83,2% degli italiani utilizza l’auto, il 13,1% usa i mezzi pubblici, il 4% la moto o il motorino e soltanto il 2,9% va al lavoro in bicicletta (dati Instat 2011). Dati quasi inversi nel Paesi del Nord Europa dove un’ottima rete di trasporti e una mentalità alternativa permettono di lasciare l’auto in garage. Ferrara è una bella eccezione in questo panorama nazionale, lo sappiamo, ma c’è molto da fare. A partire dalle piste ciclabili per esempio. Sarà anche la città delle biciclette ma fare lo slalom tra passeggini e  furgoni in via Mazzini non è proprio la mia idea di ciclabilità.

E nemmeno quella di Enrico Sottili.

E’ una mattina di un venerdì di sole quando ci rechiamo alla sede della Sottili Human Power, in un piccolo studio in via Bagaro 31. La SHP è un marchio ferrarese nato appena due mesi fa grazie alla passione dell’architetto Sottili per i veicoli a propulsione umana. Un’azienda di progettazione e produzione di bici speciali? Troppo semplice. Non è tutto qui. La filosofia e il Weltanschauung che è motore e matrice brilla di una luce che è mancata fin troppo nel nostro Paese. Un luogo fisico e uno spazio mentale che racchiudono in un marchio qualità italiane più tradizionali come la creatività imprenditoriale, il gusto per l’estetica e il design e altre più innovative come la ricerca della massima efficienza e la promozione di una mobilità sostenibile. Un made in Italy innovativo e all’avanguardia che farà molto parlare di sé.

Beatrice dell’ufficio stampa e Enrico hanno molto da raccontarci: “A Ferrara la mentalità giusta c’è già, a mancare sono i servizi di base. Le piste ciclabili che si interrompono di continuo per esempio. Ma pensiamo anche ai turisti. Quello a cui bisogna puntare è il turismo nordeuropeo: benestante e portato da sempre al cicloturismo. Ecco, se pensiamo che in zona mare scarseggiano pure i ripara bici…”. Enrico scuote la testa e fissa un punto imprecisato sulla parete, ha progetti ambiziosi per questa città.  Prima di tutto migliorare la viabilità urbana. Che la bici sia lo strumento ideale per congestionare il traffico e battere l’inquinamento ambientale e acustico e le emissioni di gas serra non è una novità. Senza contare i benefici per la salute e il relativo risparmio in termine economici. E’ stato perfino calcolato con un algoritmo: l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha creato  HEAT, uno strumento online per calcolare l’impatto dell’uso della bicicletta sulla salute. Come riporta il sito www.bikeitalia.it basterebbe pedalare tre volte la settimana per ridurre le probabilità di morte del 28%. Secondo HEAT, l’Austria, con 8 milioni di persone, risparmia così 400 milioni di euro l’anno.

E invece a dominare le strade italiane è l’auto, anche se, grazie e purtroppo alla crisi, il numero di vendite è decisamente diminuito.

Foto di Chiara Galloni

“Già durante il mio stage in Fiat nel 2004 mi ero reso conto di come l’auto fosse sovra progettata per il suo utilizzo: una tonnellata di ferro per portare magari solo il bambino all’asilo, senza contare l’ingombro e l’inquinamento”. E senza contare che è programmata per andare anche a 200 quando il limite è 130. Dove sono le eccellenze in Italia nel campo della mobilità ciclabile? Neanche a dirlo Bolzano e Trento sono dei punti d’avanguardia. Ma non solo: anche Mestre supera di gran lunga Ferrara grazie a un ottimo biciplan. “Studi recenti hanno dimostrato come le piste ciclabili siano diventate addirittura nuovi luoghi di aggregazione sociale” sorride Beatrice. Ma come fare per incentivare una maggiore cultura della bici? “A Bolzano le aziende premiano i dipendenti che usano la bici per andare al lavoro. E’ così che bisogna fare: non demonizzare chi usa l’auto, altrimenti si passa per fanatico ambientalista, ma premiare chi usa la bici.” Se poi si rivolge lo sguardo all’estero il paragone è mortificante: autostrade per le bici con piste ciclabili a quattro corsie in Danimarca  e in Germania, creazione di interi quartieri a Londra con il divieto agli abitanti di portarci la macchina. A Londra il manager in giacca e cravatta salta in sella e prende la metro, da noi lo troviamo alla guida di un suv, il macchinone è ancora uno status symbol tra i più ambiti. Quello che la SHP si propone di fare è proprio questo, “scardinare vecchie e radicate abitudini”, cambiare una forma mentis legata al mito del motore rombante che, insieme a quello della pelliccia e dei comici pecorecci, sarebbe bello relegare agli anni ottanta. La SHP, ditta che Sottili chiama “artigianale” non vuole quindi limitarsi all’assemblaggio dei materiali e alla progettazione ma intende creare una rete tra privati e istituzioni, una sorta di cabina di regia per promuovere la ciclabilità. Uno dei progetti in cantiere è la Bici Ferrara, la progettazione di una bici simbolo della città  per i privati ma soprattutto per gli alberghi, i bed and breakfast, gli affittabici. “La Provincia è molto attenta, dialoga molto con noi e l’ufficio del turismo è capace è illuminante” ci spiegano Enrico e Beatrice. Come sarà questa nuova bicicletta?  “Non la solita bici economica, bisogna puntare all’eccellenza per il turismo nordeuropeo che ha gusti ed esigenze più elevate. A un tedesco abituato a montare una bici da tremila euro non si può più dare una Graziella arrugginita”.

E qui si viene al secondo punto di Sottili: la ciclabilità intesa come un volano per il turismo, per far contenti tutti, alberghi compresi. “ Il turista tedesco o olandese o danese ha un profilo preciso: cerca servizi di qualità ed è da sempre interessato al turismo su bici. Il bello è che li abbiamo tutti vicini, austriaci, tedeschi, belgi, svizzeri! “Un turista tedesco potrebbe venire giù dal lago di Garda, sua seconda dimora “ipotizza Beatrice “e arrivare fino al mare, fino a noi, perché no? Ma senza strutture di base, senza piste ciclabili adatte,senza bar aperti sulla strada di domenica, senza negozi di riparazione bici lungo la strada non sarà facile.” Dove sono finiti i turisti che abbiamo perso? Pare che Croazia e Austria abbiano avuto la meglio. Enrico è categorico :”Bisogna puntare all’eccellenza, no ai compromessi”.

Nel sito della SHP (http://www.sottili.net/HPhuman.html) è possibile farsi un’idea dei modelli proposti: ogni bicicletta è progettata e realizzata su misura, in base alle specifiche esigenze e richieste del cliente.“ Non può esserci una bici da supermercato uguale per tutti. Le esigenze e i bisogni sono i più diversi, se si hanno due bambini o si deve portare la spesa per esempio, se ci si vuole muovere in città o fare del cicloturismo o se si hanno problemi di salute come schiena o collo doloranti. Molti dei modelli proposti sono bici reclinabili, il massimo del comfort.” La posizione semisdraiata, infatti, permettere una postura comoda e naturale, che permette di pedalare per ore senza provocare tensioni muscolari o indolenzimenti a braccia, spalle e schiena. Questo permette ai polsi di scaricare le sollecitazioni, perché non sono più loro a sostenere il peso del corpo e il collo e la schiena possono finalmente rilassarsi e godersi il viaggio. Comfort è la parola chiave di ogni prototipo. Quando Sottili ha esposto i suoi modelli ai Giardini Estensi, la mostra mercato il 4 e 5 Maggio di quest’anno, più di un signore anziano si è avvicinato incuriosito. “A me fa male dappertutto” ha detto uno” ma con questa bici non avrei problemi.”

L’idea di una bicicletta su misura non poteva che venire da un architetto. “Così come si progetta una casa secondo le esigenze di chi ci abita così anche la bici va costruita intorno a chi ci pedala.  Da architetto ascolto le esigenze del cliente e realizzo il suo personale progetto, così la sua bicicletta sarà unica”. Tra i modelli in vendita troviamo la redDRAKK, una reclinabile rossa a tre ruote perfetta per il cicloturismo e adatta a tragitti lunghi. Ma per sfrecciare è meglio puntare sulla blackDRAKK, una bici speciale progettata per viaggiare veloci. La oldDRAKK,invece, è una bicicletta più classica, da città. “Voi raccontateci cosa vi piace e com’è la vostra vita”scrive Enrico nel sito” e noi e realizzeremo la vostra, irripetibile, bicicletta da città. Non ci sarà mai una oldDRAKK uguale ad un’altra: la sua storia racconterà solo di voi, e della vostra vita”. Ma come avvengono le vendite? “Soprattutto con il passaparola. A volte mi fermano anche per strada, la curiosità è tanta, certo non sono bici che passano inosservate. La SHP è neonata ma dall’anno prossimo puntiamo alle fiere di ciclismo e di sostenibilità, in Italia e in Germania”.

Intanto i progetti in corso sono tanti: un designer mestrino, Simone Semeraro, ha contattato Sottili per la realizzazione di un prototipo anfibio. Non sarebbe male attraversare il Canal Grande in sella a una bici speciale. E poi ci sono quelle in collaborazione con la Città dei Ragazzi, un istituto tecnico di grande livello che crea bici per la riabilitazione.

Gli occhi azzurri di Sottili guardano dritto davanti a sé. “ Ce n’è da fare di strada ma vogliamo una Ferrara diversa, una Ferrara moderna, com’era nel Rinascimento”. Ed è la viabilità la chiave per la modernità.

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