Nelle pieghe di una città piccola ma complessa come Ferrara si rimane sempre stupiti a scoprire realtà nuove o poco conosciute, come talvolta questo magazine cerca di raccontarvi. Si rimane ancora di più interdetti quando le realtà sono più grandi, talvolta enormi e sono proprio sotto il nostro naso anche se ce ne accorgiamo più raramente. Ci sono ad esempio migliaia di ragazzi che escono spesso la sera, consumano, scelgono, studiano nella nostra città e provengono da qualche altro luogo sperduto dello stivale. Quel mondo universitario dei fuorisede che è a suo modo una massa critica: vive la città con meccanismi che a volte sfuggono agli occhi delle pubbliche amministrazioni – i più maligni semplicemente direbbero che è così perché non votano qui – e in qualche modo esiste ed ha abitudini ed esigenze di cui tutti dovremmo tenere conto.

“E’ difficile integrarsi con gli studenti locali o in generale con i cittadini ferraresi, viviamo un po’ sempre per gruppi, stiamo con persone che vengono da fuori, anche all’interno del mondo universitario” mi conferma Michele Lecci a margine della festa Together, svoltasi mercoledì sera nel sottomura di Via Baluardi, vicino Architettura.

Michele non è uno studente qualunque: sta per terminare i suoi studi in Giurisprudenza ma non vuole fare l’avvocato, quella è una scelta imposta dall’alto, come tante volte accade quando è la famiglia a indicare la strada più consona. Più di cinque anni fa, quando arrivò in città da Manfredonia in Puglia, gli venne l’idea di aprire un sito che fosse il punto di riferimento della vita notturna ferrarese. Un suo vecchio pallino, visto che nella sua città gestiva già qualcosa di simile. Nasceva allora ferrarabynight.com, oggi associazione culturale di cui Michele è presidente, almeno finché resterà a Ferrara trovando un’occupazione soddisfacente da queste parti.

Michele inizia andando in giro per discoteche e locali notturni del centro con una piccola macchina fotografica, una di quelle scadenti che oggi sono sostituite dagli smartphone: scatta delle foto alle persone che ci sono alle serate e il giorno dopo le pubblica in rete, così scatta il giochino, ormai consueto, di andarsi a rivedere il giorno dopo per farci due risate sopra. Facebook è ancora quasi inesistente, i social sono agli inizi e anche gli staff dei locali non sono ancora organizzati in tal senso: è un’altra epoca, tecnologicamente parlando. C’è chi gli dà del terrone, lo minaccia di non fare foto, si infastidisce. Ma sono pochi casi: la cosa funziona, pian piano partecipa a sempre più eventi, diventa una realtà conosciuta ed importante nella nightlife locale. Tutto da solo perché non ci sono soldi per pagare professionisti e ci si arrangia come si può, con l’aiuto dell’amico webmaster che offre supporto tecnico per le cose più difficili.

Con il tempo poi arrivano fotografi con attrezzatura migliore, qualche volenteroso a scrivere recensioni e punti di vista su argomenti della vita notturna ma non soltanto. Ferrarabynight come è oggi sembra un magazine online che nulla ha da invidiare a portali più blasonati ed organizzati, con un seguito enorme e una pagina Facebook che supera i 12.000 like. Per fare le debite proporzioni Estense.com, il principale giornale online di Ferrara, ne ha “appena” 8.000.

“Non ci ho guadagnato un euro” dice Michele. L’associazione è senza scopo di lucro e quelle poche entrate che i locali garantiscono per gli eventi organizzati da Ferrarabynight se ne vanno in spese e rimborsi. Michele ha un appartamento pagato fino a luglio, poi si vedrà: potrebbe essere che il lavoro lo porti lontano da qui e la bella esperienza di Ferrarabynight debba in qualche modo chiudersi. Allora ha organizzato una festa collettiva, un evento notevole ed unico come mai prima d’ora c’erano stati in città. Un suo personalissimo saluto a Ferrara, sperando non sia poi davvero così. Un evento per far divertire e lanciare un segnale forte oltre ad uno scopo benefico.

Foto di Eugenio Ciccone

“Essendo una realtà trasversale ci potevamo permettere di contattare tutti gli staff dei locali notturni ferraresi – spiega – normalmente poco restii a collaborare tra di loro. Abbiamo radunato tutti i dj più famosi della scena locale, chiesto permessi ed autorizzazioni. Vogliamo fare una festa enorme e vogliamo far capire alle amministrazioni che il mondo delle discoteche e della vita notturna troppo spesso è visto in maniera soltanto negativa, come se fossimo tutti drogati ed alcolizzati. Siamo studenti, siamo giovani, vogliamo e possiamo divertirci in maniera sana, vogliamo dimostrare che è possibile farlo.”

In effetti la serata Together è qualcosa di sbalorditivo. Organizzata con poche migliaia di euro in totale autonomia ha visto la partecipazione di un numero enorme di ragazzi nel suggestivo sottomura che ha già ospitato in passato le feste di Architettura o la milonga del tango. Avere un’idea precisa dei numeri è difficile, ma il colpo d’occhio dal varco murario all’area della festa è davvero impressionante ed è difficile ignorarlo passando da quelle parti. Pensare però a Together come la semplice festa di commiato di Michele sarebbe riduttivo.

“Durante la serata non ci saranno superalcolici”, racconta orgoglioso Michele poche ore prima dell’evento, interrotto dagli operai che scaricano l’impianto, sistemano le transenne e vigilano sull’area. “Ci saranno alcolici sotto i 21 gradi per far capire che non servono necessariamente i cocktail per divertirci. La musica cesserà a mezzanotte, un orario insolito per le discoteche, per rispetto degli abitanti della zona e per cercare di contenere il disturbo. Il palco sarà assente, i dj suoneranno a livello del terreno per stare in mezzo alla gente, sullo stesso piano, come una grande famiglia. L’intero ricavato della serata andrà alla Lega Disabili, che ho conosciuto in precedenza per altri eventi insieme, e siamo contenti di sostenere. Nessun locale ci guadagna nulla, nessun dj verrà pagato, noi stessi non ci ricaveremo nulla e verseremo ogni incasso alla Lega Disabili.”

Michele ci sa fare, ha le idee chiare e sa come si mette in piedi un evento del genere. Ha l’esperienza per farlo, si è costruito una reputazione con le sue mani che un domani potrebbe e vorrebbe diventasse un lavoro nel mondo della comunicazione. A sera è entusiasta dietro le transenne vedendo quel mare di teste che ballano felici con le braccia al cielo. E’ una di quelle persone che sono venute da fuori per farci capire Ferrara, per dimostrarci che ci si può rimboccare le maniche anche in una città di provincia come la nostra. E’ una risorsa che Ferrara dovrebbe sfruttare e che si spera saprà trattenere tra le sue braccia. Spetta a noi saper valorizzare i talenti che emergono dal mondo universitario in tutti i campi, senza l’ipocrisia di mettere un evento del genere in secondo piano rispetto una mostra di pittura, un concerto rock, un reading letterario. Parliamo di intrattenimento, divertimento e svago, parliamo di migliaia di persone che trascorrono del tempo insieme contro le poche che possono rovinare tutto e fare notizia tra droga, alcol e violenza. Forse vale la pena aprire gli occhi e iniziare a considerare il fenomeno che abbiamo sotto gli occhi, prima che il passaparola su una città chiusa verso questo tipo di eventi la indichi poco alla portata degli studenti, portando tutte queste persone lontano da qui, con danni notevoli all’economia locale. La crisi si combatte anche partendo da qui.

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