Quando la terraferma è lontana, la mente deve scavare dentro di sé per cercare il suo baricentro. Il corpo, nel frattempo, non può far altro che rimanere saldo e ammortizzare i contraccolpi delle onde. Per i pensieri alla casa, agli affetti, al proprio piccolo grande mondo rintanato in un paesino della provincia italiana, ci sarà tempo più tardì. Magari nel silenzio della notte. Dove la linea dell’orizzonte attenua la distanza fra il cielo e il mare, oltre a ridurre quella con i pensieri più profondi. I sogni della giovinezza, lo studio e il lavoro, l’allegria disarmante e le armi, le amicizie del corso e i nemici da attaccare. Un flusso continuo di esperienze che segnano la vita, mentre l’altro flusso, quello dell’acqua, ora placida ora agitata, scandisce il tempo degli uomini in uniforme. Storie di marinai che s’incrociano con i ricordi della guerra. Quando sorridere su una foto in bianco e nero è un gesto quasi impensabile. E i capelli impomatati, impressi sulle fototessere, sono una delle poche testimonianze dei giovani nati nei primi decenni del novecento.

Un pezzo di quella storia d’Italia passa anche per Codigoro. L’Associazione nazionale marinai italiani, infatti, fra le sue numerose delegazioni, ne conta alcune anche in Emilia Romagna. E proprio uno dei gruppi della regione ha la sua sede nel comune attraversato dal Po di Volano. Un piccolo edificio che si affaccia sulla via Prampolini della città. Sul portone, la sigle di altre associazioni, oltre a quella del gruppo, il cui nome è intitolato alla memoria di Carlo Carli, allievo guardia marina codigorese, scomparso nella battaglia navale di Capo Matapan, nel 1941. La stanza, al primo piano del palazzo, è raccolta, ma trabocca di oggetti. Sulle pareti campeggiano cartoline e cimeli, mentre la finestra offre uno scorcio di darsena. I tempi sono cambiati rispetto al 1962, data di fondazione del gruppo, che proprio sul finire dello scorso anno raggiunge il mezzo secolo di vita. Per celebrare la ricorrenza, viene pubblicato il libro ‘1962 – 2012. La nostra storia. I Marinai di Codigoro’. L’autore è Daniele Rossi, ex direttore della biblioteca comunale ‘Giorgio Bassani’ di Codigoro. Un lavoro meticoloso, il suo, di ricerca del materiale più vario per ripercorrere la storia del gruppo.

Foto di Giulia Paratelli

«La ricerca del materiale – spiega Rossi – è nata nella primavera-estate del 2010, quando l’allora presidente del gruppo, Pietro Stoppa, venne a illustrarmi il loro progetto di realizzazione di una pubblicazione sulla loro storia, che avrebbe segnato il cinquantenario nel 2012. Pur dichiarandomi disponibile per detta impresa, che avrebbe comportato la ricerca di documenti prodotti in cinquant’anni di attività del gruppo e il recupero di fatti e avvenimenti lontano nel tempo attraverso la memoria dei protagonisti, accettai con riserva, non nascondendomi le difficoltà della ricerca. Infatti, dopo una partenza molto stentata, i documenti pian piano arrivarono, anche grazie alle accurate ricerche degli stessi marinai presso gli armadi e i cassetti della loro sede di Codigoro e, in modo sempre più rapido, fin dalla fine del 2011, si  resero disponibili decine e decine di verbali di riunioni del gruppo, fotografie e documenti vari. I primi mesi del 2012 furono molto produttivi e con l’estate si concluse la ricerca, anche se sempre nuovi documenti e fotografie continuavano ancora ad arrivare ininterrottamente. Devo dire che, a proposito delle testimonianze raccolte, io ho pubblicato qualche anno fa un libretto dal titolo ‘La guerra di Mario’ che raccoglie le memorie belliche di un vecchio marinaio, Mario Soncini. Mario, imbarcato sulla nave da trasporto civile ‘Tealia’ che svolgeva attività di supporto nell’Adriatico alle attività belliche italiane, fu il protagonista, dal momento dell’arruolamento alla fine della guerra, di una serie di incredibili e rischiosissime avventure che si incrociarono con quelle di altri marinai codigoresi, molti purtroppo, poi morti o dispersi. Per questo motivo le testimonianze che raccolsi per quel libretto, una volta riprese e ampliate,  si rivelarono utili alla fine della elaborazione di questo nuovo lavoro a tema marinaro». Gli iscritti al ‘Carlo Carli’, oggi circa una cinquantina, si compongono di marinai effettivi in congedo e di soci aderenti in quanto familiari o simpatizzanti. A confermarlo è Gabriele Zonari, vice presidente del gruppo. «Attualmente contiamo cinquantuno soci. Il più giovane ha ventiquattro anni, il più anziano ne ha novantuno». Una differenza di età che consente di comprendere quanto il salto generazionale abbia inciso nelle odierne attività del gruppo.

«Nel corso dei decenni – aggiunge infatti Daniele Rossi, l’autore del volume – le attività sono aumentate, diversificate e mutate. Anche perché la vecchia generazione dei fondatori ormai è quasi del tutto scomparsa e adesso sono i giovani che guidano il gruppo. Rimane la partecipazione ai raduni della ‘Associazione nazionale marinai d’Italia’ a livello provinciale, regionale e nazionale. La presenza ai raduni delle varie associazioni ex combattentistiche e quelli nelle feste istituzionali come il 25 aprile, il 2 giungo, il 4 novembre e per la festa di Santa Barbara, protettrice dei marinai, il 9 dicembre. Inoltre si programmano annualmente le visite alle navi della Marina militare italiana ormeggiate nei diversi porti italiani, e ai musei della Marina come quello di Livorno». Attività che talvolta s’intrecciano con quelle del Circolo nautico Volano, che promuove le scuole di vela, le gare di pesca, o i laboratori con i bambini della scuola primaria, attenti a imparare i simboli della rosa dei venti. A Codigoro c’è spazio anche per un omaggio alla memoria. Per commemorare tutti i caduti in mare, in tempo di guerra e di pace, nel 1999 viene inaugurato un monumento.

«La nostra sede – evidenzia il presidente Alberto Bottoni – rimane aperta la domenica. Un momento per ricordare la vita di bordo, per riflettere sulle storie delle persone che hanno fatto la guerra». Spezzoni di un’Italia che sembra lontana e che gradualmente vuole scrollarsi di dosso il peso ingombrante del conflitto mondiale. ‘Vieni in Marina. Sarai un tecnico. Girerai il mondo’ recita lo slogan su un manifesto del 1964. «Sicuramente la Marina ha sempre esercitato un certo fascino sui giovani e lo esercita tutt’ora. Per i giovani degli anni sessanta, oltre all’aspetto avventuroso, rappresentava anche un modo per continuare gli studi e trovarsi poi più facilmente un lavoro nella vita civile. Ma voleva anche dire affrontare un grande sacrificio perché allora la ferma di mare comportava un periodo di due anni, poi diminuito poco a poco. Oggi la situazione è cambiata parecchio perchè la leva obbligatoria è stata abolita e entrare nelle Forze armate, in Aviazione o in Marina significa fare una scelta precisa, anche di carriera».

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