Qualche giovedì fa vado al Centro Sociale la Resistenza, in via Resistenza 34 (facile da ricordare no?). Suonano gli Intriospezione, un trio jazz dalle sonorità sperimentali. Di gente ce n’è eccome. Chi ascolta attento la band, chi chiacchiera bevendo birra artigianale o fa entrambe le cose, come d’altronde ho fatto io.

Alla Resistenza, mi sono sentito protetto. Un po’ come stare a casa. Incoraggiato da questa bella sensazione mi metto a parlare un po’ qua e un po’ là per il locale. Si siedono con me e la mia birra a un tavolo Marco, Maria e Matteo, tre ragazzi del direttivo. Mi raccontano di com’era la Resistenza prima che arrivassero loro, un ANCESCAO come un altro. Un centro anziani, aperto dall’85 che ospitava partite di carte e biliardino, subbuteo, scacchi e offriva spazio anche agli ormai rari appassionati filatelici.

Tutto questo c’è ancora adesso, ma da tre anni a questa parte i ragazzi sono entrati a fare parte del direttivo dell’associazione, iniziando una piccola rivoluzione interna. La loro volontà era quella di trasformare lo spazio a loro disposizione in un centro intergenerazionale. Dove se hai voglia di giocare a tressette col nonno Toni puoi. Vuoi metterti tranquillo in sala studio a ripassare per l’esame universitario puoi. C’è anche il Wi-Fi gratuito. Vuoi festeggiare il traguardo della laurea ma non sai dove? Alla Resistenza puoi.

Il collettivo studentesco universitario Sancho Panza ha base lì. Organizzano moltissimi eventi e sempre con grande partecipazione. Non solo gli universitari. Anche l’UDS, che non è l’album Uomo Della Strada di Piero Pelù ma l’unione degli studenti medi, ovvero delle superiori e delle medie è attivo all’interno della Resistenza. Poi c’è il GAS, gruppo di acquisto solidale, che organizza all’interno della struttura mercati e tante cose belle.

Insomma, c’è gente attiva. A Ferrara? Ma no dai, impossibile… E invece si. Sono riusciti in un impresa che ha dell’incredibile. Far funzionare l’idea dell’autogestione, che piace tanto agli studenti, ma solo quando vogliono fare fuoco da scuola e stare a letto a dormire. Basta proporsi. Lo spazio e le opportunità per esprimersi ci sono. A Giugno ci sarà una rassegna teatrale. Si presentano libri, mostre fotografiche, si suona. Libera organizza spesso incontri proprio lì. Matteo mi dice che, nonostante le chiacchiere da bar che si sentono dai nostri politici, là dentro si è ritrovato il gusto di fare politica, quella vera. Qualcuno sa ancora come si fa, ogni tanto una buona notizia. Essendo un circolo autogestito poi, i prezzi al bar sono popolari, quindi si beve bene e con pochi euro. Qualcuno sa ancora come si fa, ogni tanto una buona notizia.

Foto di Giulia Paratelli

Come mai si legge poco di tutto questo sui quotidiani cittadini? Perché hanno scelto di utilizzare come canale d’informazione i social network e il passaparola. Perché effettivamente se uno passa di lì dopo un po’ ritornerà con qualche amico e a sua volta l’amico porterà un amico e così via.

Le serate calde del circolo sono il Lunedì, Giovedì e Venerdì. Se ci fai un salto trovi sicuramente qualcosa. Puoi scoprirlo prima andando a vedere nella loro pagina FaceBook se vuoi. Martedì, Mercoledì e sabato sono serate più “impegnate” o dedicate a feste di laurea, adesso che il tempo primaverile orna di alloro moltitudini di teste.

Mentre Marco, Maria e Matteo mi raccontano tutto questo, arrivano a farci compagnia al tavolo Dario e Claudio, rispettivamente Pianista e batterista che insieme al bassista Cosimo formano la band Intriospezione. Hanno l’anima jazz, mi confessano che i brani non vengono mai suonati allo stesso modo (è jazz…). Le loro influenze caraibiche mi avevano molto incuriosito. E così scopro che suonano insieme da otto anni e mezzo. Hanno partecipato a festival Buskers, diversi anni sia a Ferrara che a Bondeno e hanno raggiunto anche un buon successo nazionale. Contenti della serata? Moltissimo: anche per gli artisti è come stare a suonare nel proprio salotto di casa. Non che fossero in mutande e infradito ma ci siamo capiti…

Quindi. Arringa finale. Mi accorgo che la Resistenza è una realtà solida e forte in città. Non resiste. Esiste. Eccome se esiste.

Tutti i ragazzi del direttivo, gli associati o chi vuole anche solo dare una mano arrivano lì stremati dopo interminabili giornate in ufficio. Ma la passione che hanno, forte, il riscontro positivo dato dai loro sforzi, li ricarica. Associandosi al Circolo La Resistenza si ha la possibilità di proporsi, di partecipare. Fare concretamente e parlare in via del tutto teorica. La cosa più bella è che dal momento in cui sono entrato a quando dopo il giro della staffa me ne sono andato, tutti, dai ragazzi miei coetanei a Sereno fuseaux, da MarcoMariaMatteo alla Jazz Band, salutavano, guardando sorridenti. Qualcuno sa ancora come si fa, ogni tanto una buona notizia.

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